Pulizia liste per rispettare legalità e diritti politici dei cittadini italiani. No allo "scaricabarile" tra Governo e Parlamento. Richiesto un incontro urgente.Roma, 6 aprile 2000
Signor Presidente,
in numerose circostanze, in questi mesi, Le abbiamo manifestato la necessità che, in vista dell'appuntamento referendario di questa primavera, si provvedesse con assoluta urgenza alla revisione delle liste elettorali dei cittadini italiani residenti all'estero, "ripulendole" di quei morti e di quei "fantasmi" che già determinarono il mancato raggiungimento del quorum in occasione della consultazione referendaria dell'anno scorso. Si trattava e si tratta di un atto dovuto, necessario per restituire legalità all'esito delle urne, garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini e -anche- risparmiare all'Italia le condanne e il discredito che fatalmente si determinerebbero in tutte le sedi internazionali se la situazione dovesse rimare immutata. E infatti, già il 29 maggio prossimo, il nostro paese sarà chiamato a rispondere di tutto questo dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo. In numerose occasioni, peraltro, Lei stesso ebbe a manifestare tutta la Sua attenzione -e ci pare di poter dir
e: anche tutta la Sua preoccupazione- per questa vicenda.
Ora, signor Presidente, occorre prendere atto della assoluta impraticabilità della via parlamentare, della ormai certa impossibilità, per le Camere, di approvare in tempo utile un disegno di legge. Nonostante ciò, è stata fino ad ora negata dal Governo -a fronte delle parole di segno assolutamente diverso pronunciate alla Camera dallo stesso Presidente del Consiglio in occasione delle sue dichiarazioni programmatiche- l'adozione di un decreto-legge.
A quanto risulta dalla stampa, in alcune autorevolissime sedi politiche ed istituzionali, si ritiene che vi siano dubbi sulla stessa possibilità di procedere con decreto in materia elettorale. Ci permettiamo di ricordare che, in realtà, i precedenti non mancano. Ci limitiamo a ricordarne quattro, tre dei quali fanno riferimento, peraltro, al Governo da Lei presieduto:
*decreto-legge num.42 del 19 gennaio 1994: a Camere sciolte, il Governo varò un decreto per consentire ai cittadini italiani di religione ebraica di votare lunedì 28 marzo 1994, dopo il termine della Pasqua ebraica;
*decreto-legge num.128 del 21 febbraio 1994 e decreto-legge num.188 del 19 marzo 1994: ancora a Camere sciolte, il Suo Governo adottò due decreti-legge (il secondo a modifica ed integrazione del primo, peraltro) sulle modalità di voto e sulla eleggibilità al Parlamento europeo per i cittadini dell'Unione residenti fuori dall'Italia. Anche in questo caso, non si ritenne necessario il voto preventivo da parte di un ramo del Parlamento;
*decreto-legge num.121 del 12 marzo 1996: sempre a Camere sciolte, il Governo Dini varò un decreto per uniformare le modalità di espressione del voto per le elezioni del Senato e della Camera, allora regolate in modo diverso tra loro.
Questi, dunque, i precedenti, che ci pare sgombrino il campo da qualsiasi dubbio sulla possibilità di fare ricorso allo strumento del decreto-legge.
La situazione ci appare quindi chiara, signor Presidente: si tratta di stabilire, a questo punto, se in questo paese si debba continuare a votare su liste elettorali di cui lo stesso Presidente del Consiglio ha pubblicamente riconosciuto l'inattendibilità. Tenendo presente che questa sorta di "scaricabarile" tra Parlamento e Governo, con il passar delle ore, sta ormai compromettendo la stessa possibilità di risolvere la questione in modo utile. Per questo, nel ringraziarLa fin d'ora per l'attenzione, Le chiediamo di ricevere con urgenza una delegazione dei sette Comitati promotori dei referendum.
Distinti saluti,
Benedetto Della Vedova Marco Cappato Sergio Stanzani Daniele Capezzone