Da un lancio dell'agenzia ANSA delle ore 18.58TORINO, 7 MAG - C' era anche Marco Pannella questa mattina all' hotel Air Palace di Leini' (Torino) alla prima assemblea dei soci di Exit, l' associazione nata a Torino quattro anni fa per promuovere la discussione sul tema dell' interruzione volontaria della vita in caso di malattia terminale e di atroci sofferenze. Il leader radicale, al quale si devono le prime battaglie italiane per legalizzare il divorzio e poi l' aborto, ha definito ''fondamentale per una societa' civile moderna essere in grado di discutere di un tema cosi' delicato e che puo' interessare personalmente ognuno di noi''. ''Montanelli - ha aggiunto Pannella - dice che e' una battaglia difficile da fare in Italia per la ''vigliaccheria'' di cui siamo capaci, ma non credo che dichiari il vero quando dice che non portera' a nulla. Il suo e' il vezzo dello scettico, credo che anche Montanelli pensi che sia molto utile rimboccarsi le maniche per mandare avanti la discussione''. Pannella ha poi sottolineato l' ''impatto sociale'' che puo' avere
la promozione della discussione su un tema di questo tipo.
''Quando presentammo i primi progetti di legge sul divorzio - ha detto il leader radicale - nel 1965, si apri' la discussione che continuo' per cinque anni, fino a quando nel '70 passo' la legge. Questi sono temi che necessitano di lunghi approfondimenti, la gente deve poterne discutere per capirne l' impronta di civilta''.
All' Assemblea erano presenti 150 soci di Exit provenienti da tutta Italia e rappresentanti di analoghe associazioni europee. Tra questi il dottor Robert
Sobel, presidente di Exit di Losanna, che ha ricordato come in Svizzera sia consentito il ''suicidio assistito''. ''Dietro richiesta del malato, e alla presenza di un familiare - ha
spiegato - il medico fornisce il farmaco necessario per indurre una morte dolce. Ma prima, un' apposita Commissione vaglia la validita' della richiesta. Su 9.000 richieste pervenute ne sono state accettate solo 3.000''. La discussione ha poi visto contrapporsi alcuni medici, come l' oncologo di Torino Tripodina che ha detto di non aver mai incontrato malati terminali che gli hanno chiesto di aiutarli a morire, e il dietologo clinico Luigi Grivet che ha detto di avere incontrati numerosi. ''E' un
problema di qualita' della vita - ha detto Grivet - il malato che soffre atrocemente sapendo di non avere speranze, non ha piu' voglia di vivere. L' accanimento terapeutico su di lui e' disumano''. Secondo il capogruppo dei Verdi in Comune a Torino, Silvio Viale, che ha presentato un ordine del giorno che verra' presto discusso in Consiglio Comunale, ''l' eutanasia viene gia' praticata illegalmente, con danni sociali e psicologici per i parenti dei malati e per i medici. Legalizzarla significherebbe creare un clima culturale piu' dignitoso, civile e attento''.