di Paul Betts"Financial Times", martedì 9 maggio 2000, Pagina 4
I morti non muoiono mai in Italia, almeno nelle liste elettorali del paese. Questo fenomeno sta diventando un nuovo rompicapo politico per Giuliano Amato, il primo ministro di centro sinistra che ha prestato giuramento appena 12 giorni fa.
Il governo Amato, che ha l'appoggio solo di un'esile maggioranza parlamentare, ha già dovuto affrontare una serie di sfide nella sua breve vita: una profonda crisi nel sistema carcerario del paese, una rinnovata ondata di scioperi nel trasporto pubblico, e un ritardo in Parlamento sulla legislazione che introduce un nuovo sistema sulla salute.
Ma la questione dei voti dei morti rischia di inquietare ancora di più la fragile e feudale coalizione del primo ministro così come di pregiudicare gli sforzi del governo per riformare il sistema elettorale e dare all'Italia una maggiore stabilità politica.
Amato è sotto pressione affinché introduca questa settimana una nuova legge per aggiornare le liste elettorali italiane e eliminare dalle liste elettorali correnti i nomi dei votanti partiti da molto.
Non che i morti votino attualmente in Italia. Ma questa pulizia di primavera delle liste elettorali, come è stata chiamata, è richiesta dagli sponsor e dai promotori del referendum del 21 maggio per riformare il sistema elettorale. Il referendum mira ad abolire la restante quota proporzionale dell'attuale sistema.
Questa quota proporzionale ha contribuito a mantenere l'influenza dei piccoli partiti, facendoli diventare degli scambisti del potere ed aumentando l'instabilità governativa : Amato è il primo ministro del 58 governo del dopo guerra.
Una proposta di referendum similare fu respinta l'anno passato dopo che si mancò il raggiungimento dei quorum necessario del 50 per cento dei votanti. I promotori temono che senza la revisione delle liste elettorali, la componente di elettorato deceduta ancora iscritta porti la bilancia a pendere a favore di coloro che si oppongono al cambiamento del sistema elettorale.
L'aritmetica fa si che i voti dei morti portino il quorum ad almeno il 55 per cento anziché il 50 più 1, contando sul fatto che il quorum è gonfiato da 1 milioni di persone che secondo le stime stanno ancora nelle liste e già sono nella tomba. Tutti sembrano essere d'accordo che le liste elettorali debbano essere cambiate, ma molti parlamentari sono riluttanti a una rapida revisione che farebbe aumentare le possibilità di vittoria dei promotori del referendum di maggio.
Sentendo un complotto concertato per abbattere le possibilità dei referendum, Emma Bonino, leader del partito radicale ed ex commissaria europea, ha messo in piedi un accampamento fuori dall'ufficio del primo ministro a Roma per fare pressioni affinché Amato approvi la riforma delle liste elettorali. Mario Segni, leader del movimento referendario, ha ieri annunciato un sit in simile fuori dai municipi delle principali città italiane.
Ma prima di introdurre un decreto questa settimana per revisionare le liste in tempo per i referendum, Amato ha detto che il consiglio dei ministri - contro il richio di un decreto incostituzionale - prima vuole l'approvazione di una mozoine da parte del Senato che chieda la modifica delle liste.
La coalizione di centro sinistra ha una sicura maggioranza in Senato. Al contrario può contare solo su una manciata di voti alla Camera dei depuatti. Ma anche al Senato il governo lotta sulla questione per la mancanza del numero legale necessario. Il fatto è che una larga fetta della coalizione si oppone alla riforma elettorale, temendo che possa ridurre il potere della rispettiva fazione o partito.
Così mentre i senatori della coalizione di governo cercano di evitare il voto sulla questione, l'opposizione di centro destra, teoricamente a favore della riforma elettorale, è anche ansiosa di pregiudicare il referendum per portare il paese alle elezioni anticipate. I politici di centro destra stanno invitando gli italiani a disertare le urne il 21 maggio. I sondaggi continuano a dare Silvio Berlusconi, il magnate delle televisioni e leader della destra, fortemente in testa per le elezioni politiche. Berlusconi e i suoi alleati cercano di incassare dopo la recente vittoria alle elezioni regionali e di evitare che Amato raggruppi e rivitalizzi l'alleanza di centro sinistra prima delle elezioni politiche di Aprile.