(ANSA) - ROMA, 12 MAG - Dal primo gennaio di quest'anno le
funzioni sanitarie per la prevenzione e l'assistenza ai detenuti
tossicodipendenti sono trasferite dall'amministrazione
penitenziaria al sistema sanitario nazionale. Lo ricorda, in una
lettera di risposta inviata al Cora (Coordinamento radicale
antiproibizionista), il direttore generale del Dap Giancarlo
Caselli il quale auspica che ''questa riforma sia foriera di
nuovi modelli organizzativi ed operativi capaci di produrre nel
tempo un miglioramento dello stato attuale delle cose''.
Lo scorso ottobre Giulio Manfredi del Cora aveva inviato a
Caselli una lettera in cui evidenziava la carenza di assistenza
sanitaria ai detenuti tossicodipendenti (su un totale di 13.567
detenuti tossicodipendenti - faceva notare - solamente 620, il
4,5%, usufruisce di trattamenti metadonici; la percentuale di
utenti dei Sert in trattamento metadonico e' pari invece al
48%).
Nella risposta Caselli segnala, fra l'altro, la circolare del
Dap del dicembre scorso, inviata a tutte le carceri italiane, in
cui si sottolinea l'importanza dei trattamenti metadonici in
carcere e ricorda che il trattamento di disassuefazione con
metadone ''trova nel Sert l'organo competente ad operare su
modalita' e tempi e gli organi penitenziari non devono
intervenire su tali scelte, ne' condizionarle''. (SEGUE).
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CARCERI: TOSSICODIPENDENTI; CASELLI, ASSISTENZA SPETTA A SSN(2)
(ANSA) - ROMA, 12 MAG - ''E pero' vero - ammette Caselli -
che sono realta' di difficile gestione che trovano poi, nella
ricerca di attuazione delle linee guida, difficolta' di varia
natura''.
Ricevuta la risposta del direttore del Dap, il Cora si chiede
ora se il nuovo ministro della Sanita' ''sapra' dire e fare
qualcosa di nuvo in materia''. ''Nel '96 - osserva in una nota -
il professor Veronesi firmo' un appello per la legalizzazione
delle droghe leggere, anche in questo campo le difffenze con la
Bindi sono evidenti...''. (ANSA).