Non e grave tanto quel che pure giustamente sottolinea Milio, e cioe' che la liberta' di voto esiste comunque- cosi' come peraltro la costituzione assicura espressamente la liberta' di coscienza e di voto per i membri del parlamento...Un partito politico ha semplicemente il dovere di prendere una posizione su questioni politiche cosi' importanti, tanto piu' che vi e' una scadenza istituzionale come quella referendaria.
E' indubbio che la posizione assunta da un partito non limita in alcun modo la liberta' dei cittadini, degli elettori, degli stessi iscritti all'un partito o all'ltro: perche' il votare in un modo o in un altro appartiene comunque alla sfera della liberta' individuale.
Ma un partito ha semplicemente il dovere di esprimere una posizione.
Altrimenti un partito nega la propria funzione, in radice.
A cosa servono i partiti, se non a esprimere una posizione anche formale? E certo financo i loro iscritti, financo i loro dirigenti sono liberi di avere di esprimere di praticare posizioni diverse.
La liberta' di voto e di coscienza "lasciata" da un partito in vista di un referendum costituisce letteralmente la negazione di se', della propria funzione e ragione, da parte del partito stesso.