Roma, 14 maggio 2000

On. Enzo Bianco

Ministro degli Interni

Egregio signor Ministro,

come è ormai noto a chiunque, l'esito e la stessa validità delle consultazioni referendarie dipende direttamente dalla partecipazione al voto degli aventi diritto; questo fatto rende ancora più significativo- non solo dal punto di vista politico, ma anche, in linea generale, giuridico- che tutti gli elettori siano messi in condizione di partecipare al voto sui referendum.

Ribadiamo dunque di ritenere intollerabile che in occasione del referendum non si sia provveduto a consentire concretamente la partecipazione al voto ai cittadini italiani residenti all'estero, di fatto relegando la stragrande maggioranza di essi nelle file del non voto (e del non voto obbligato e involontario), e rendendoli sostenitori passivi di quanti promuovono posizioni astensionistiche.

A questo quadro, si aggiunge il fenomeno, forse meno noto, ma ancor più grave e significativo, dei cittadini elettori che, per compiti e responsabilità connesse alle funzioni di dipendenti dello Stato- sia nel personale civile, sia in quello militare- sono materialmente impossibilitati dal partecipare al voto per gli incarichi loro attribuiti all'estero. In questo caso, riteniamo dunque necessario che il Governo intervenga d'urgenza per rimediare a una situazione di palese violazione dei diritti civili e politici dei cittadini. Inoltre, Le chiediamo di comunicare al Comitato Promotore, prima della tenuta del referendum, il numero (e il ruolo) dei dipendenti pubblici che saranno impegnati all'estero il prossimo 21 maggio.

Certi di un pronto riscontro, porgiamo distinti saluti.

Marco Cappato

(per il Comitato promotore dei referendum)