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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 16 maggio 2000
REFERENDUM/RIPULITURA DELLE LISTE. CAIANIELLO SU DICHIARAZIONI DI BONINO E PANNELLA: LA CASSAZIONE RIVEDA IL GIUDIZIO SUL REFERENDUM DEL 1999. ALTRIMENTI CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE.

Roma, 16 maggio 2000 - Emma Bonino e Marco PanneIla hanno oggi confermato che continueranno a ricorrere in tutte le sedi nazionali e internazionali contro la dichiarazione di nullità, per mancato raggiungimento del quorum, del referendum del 18 aprile 1999, dopo le verifiche sulle liste disposte dal Viminale sulla base del decreto 'pulisci liste'.

Radio Radicale ha chiesto al professor Vincenzo Caianiello, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, un commento:

"Il problema è delicato. Il fatto è che la decisione dell'Ufficio centrale dei referendum ha forma giurisdizionale, quindi è come se fosse una sentenza. La sentenza fa "stato". Ma fa "stato" rebus sic stantibus.

Sia nel processo penale che in quello civile vi sono istituti come la revisione e la revocazione quando si ha conoscenza di fatti nuovi che, se conosciuti al momento in cui si è deciso, costringono il giudice a rivedere la decisione sulla base di una situazione nuova di fatto.

Se questa situazione è, per tabulas, riconducibile a un momento anteriore alla celebrazione del referendum prima che esso si pronunciasse, cioè alla data del 18 aprile scorso, si apre il problema di una sorta di revocazione tenuto conto, fra l'altro, che il Comitato promotore aveva proposto dei ricorsi prima che si pronunciasse definitivamente l'esito. E l 'Ufficio elettorale centrale non ne aveva tenuto conto. E il Comitato li aveva presentati proprio con riferimento a questa situazione di anomalia nella composizione delle liste elettorali.

Quindi mi sembra che il problema si apre e che ci siano strumenti giuridici. Perché se l'Ufficio centrale si rifiutasse di aprire una revocazione sulla base di fatti nuovi, inevitabili, che dovessero emergere e dovessero condurre ad una rivalutazione dei ricorsi già presentati in questo senso, si aprirebbe un conflitto di attribuzioni tra Poteri dello Stato, tra l'Ufficio centrale e il Comitato promotore -che è Potere dello Stato- che potrebbe dire alla Corte: 'Guarda che l'Ufficio centrale non ha giudicato tenendo conto della situazione di fatto reale, perché oggi è venuta fuori la situazione reale'".

 
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