Roma, 17 maggio 2000Dichiarazione di Paolo Pietrosanti, consigliere generale del PR:
"Qualcuno mi dara' del vieto antimilitarista. Tuttavia e' la ragionevolezza che impone le considerazioni contrarie al ripristino della parata militare ai Fori Imperiali - tradizione che tra l'altro facemmo finire nel 1988, quando facemmo piovere a catinelle e per ore sulla parata di quell'ultimo anno in cui si tenne.
La parata che si ripristina sara' parata, si dice, dei contingenti impegnati in missioni di peace-keeping e peace-making e in missioni umanitarie.
Ben che vada, sara' una parata-alibi per coprire la inconsistenza della politica estera italiana e la assenza di una vera politica estera comune della UE.
La Missione Arcobaleno, si e' palesato, fu concepita e organizzata piu' per coprire e nascondere lo splendido lavoro della Commissaria europea Emma Bonino che per altro; l'Italia, come l'Europa tutta, ha consentito, avallato il massacro e le stragi in Cecenia; per almeno un decennio pieno ha consentito a Slobodan Milosevic di macchiarsi di delitti che fanno paura soltanto a pronunciarne il titolo, e Milosevic e' ancora li', anche o in primo luogo grazie alle responsabilita' della politica estera italiana; con ritardo enorme si sta mettendo mano soltanto ora alla abolizione della coscrizione obbligatoria, e le caserme non sono proprio i luoghi piu' sicuri in cui trascorrere del tempo. Per non dire di altro.
La festa della Repubblica si celebra con una parata militare, proprio mentre il dispositivo militare italiano deve far luogo a dispositivi e a politiche di sicurezza totalmente diversi, e soprattutto europei, non italiani.
In primo luogo questa parata non e' rispettosa dei militari italiani, spesso meritevoli di lodi, e degli altri cittadini di questa Repubblica, nata da un referendum, come dai 7 SI' sui referendum di domenica potra' assai meglio essere celebrata".
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