Roma, 17 maggio 2000
"Illustrissimo Presidente",
come Lei già saprà, domani pomeriggio gli avvocati del Direttivo della Camera Penale di Roma busseranno alla porta della sede di Via del Plebiscito chiedendo di essere ricevuti, per consegnarLe il "Premio Toga Rossa".
Non avremmo mai voluto istituire un siffatto premio, e tanto meno avremmo immaginato di doverlo attribuire a Lei: ma è certo che la indicazione generalizzata di astenersi dal voto del 21 maggio 2000, laddove venisse seguita dai suoi numerosissimi elettori, tutti altrimenti favorevoli a quei tre Sì sulla Giustizia, determinerebbe la vittoria - altrimenti impossibile - del fronte del No.
E poiché il Fronte del No, come Lei ben sa, è composto dalla Associazione Nazionale Magistrati, da Rifondazione Comunista, dai Comunisti Italiani, dai Democratici di Sinistra, dai Democratici del Senatore Antonio Di Pietro, e così via discorrendo, tutti certamente sconfitti se si raggiunge il quorum dei votanti è facile comprendere come Ella, Presidente, non ha rivali nella assegnazione del premio "Toga Rossa" (pur dovendosi misurare con competitori altrettanto meritevoli quali il Sen. Pera e l'On. Pecorella, quest'ultimo Presidente dei Penalisti Italiani per ben quattro anni).
Quello che ci preme sottolineare, tuttavia, è che al di là della natura civilmente sarcastica della nostra iniziativa, prevale in noi un sentimento non di dileggio o di astio nei Suoi confronti, ma di autentica amarezza, di irrisolto stupore per questa Sua iniziativa politica letteralmente sciagurata.
Ricordiamo bene, Presidente Berlusconi come le posizioni in questi anni espresse da Lei e dal Suo movimento politico siano state costanti nell'indicare i temi di riforma proposti con i referendum Giustizia in termini di assoluta priorità politica. E nessuna cinica ( e forse miope) valutazione "realpolitica" può oggi dare ragione di una scelta che di fatto può da sola condurre ad affossare queste battaglie (separazione delle carriere, depoliticizzazione della Magistratura).
Tanto meno può giustificarla la iniziativa del Senatore Pera di deposito di un disegno di legge (l'ennesimo!) sulla separazione delle carriere. Al contrario! Tale iniziativa serve solo a rendere ancor più cervellotica la scelta di che vuole impedire il suggello (certo) della volontà popolare oggi, in nome di un radioso domani parlamentare tutto ancora in mente Dei (senza offesa, Presidente).
Coltiviamo allora una speranza, che è la vera ragione della nostra richiesta di incontro domani: che Lei ci riceva, ascolti le nostre ragioni, ed alla fine del nostro incontro si renda indegno del premio che pure Le abbiamo conferito, invitando i Suoi elettori a recarsi ai seggi per dire tre Si convinti ai referendum sulla Giustizia, tre Si convinti per una Giustizia più Giusta, tre Si convinti, insomma, a ciò in cui hanno sempre fortemente creduto.
O pensa, in fondo, che lo faranno comunque?
Il Direttivo della Camera Penale di Roma