Da IL MESSAGGERO ANCONA - pag. 1/5 19 maggio 2000
DOPO L'ATTRITO AI "BANCHETTI" SCATTANO LE DENUNCE
Paolinelli: (Lista Bonino) accusa "Quelli del Pdci mi hanno aggredito". La replica: "Non e' vero"
di PIERFRANCESCO CURZI
La rissa di mercoledì pomeriggio in piazza Roma tra esponenti della Lista Bonino e quelli
della sezione "Tina Modotti" dei Comunisti Italiani ha fatto rumore. Il tutto a tre giorni dalle
votazioni dei quesiti referendari. Mauro Paolinelli del comitato promotore dei referendum,
dopo i fatti dell'altra sera ha deciso di denunciare alla polizia due esponenti del Pdci, il
segretario comunale Ruggero Giacomini e Paolo Tomassoni per aggressione. Dalla
parole quindi ai fatti. La scintilla che aveva fatto scatenare il finimondo in piazza Roma
era dovuta ai cartelloni per la propaganda referendaria e soprattutto alla loro visibilità
verso i passanti. Prima sono volate parole dure, poi si è arrivati agli spintoni e
all'abbattimento reciproco dei cartelloni. Sul posto si sono addosati decine di passanti,
incuriositi e ad un certo punto anche divertiti dall'alterco che stava andando in onda.
Decisa l'azione di Mauro Paolinelli: »Ho deciso - attacca il membro del comitato
promotore dei referendum - di denunciare i due principali responsabili delle percosse,
Ruggero Giacomini e Paolo Tomassoni. Lo volevo fare oggi (giovedì per chi legge ndr.)
ma in questura non c'era nessuno disponibile a causa del vertice sui Balcani. Con il mio
avvocato ho preparato la lettera e i documenti, quindi domani mattina sarò in questura. Si
è trattato di una vera e propria aggressione verbale e fisica che ci ha impedito di portare
avanti la nostra attività politica. Ricordo soltanto che il comitato promotore nazionale
secondo la Costituzione è un organo dello Stato, quindi una posizione di rilievo. Noi
siamo arrivati prima in piazza Roma, nel lato della piazza con la fontana poi sono arrivati
quelli del Pdci che hanno piazzato i loro cartelloni davanti ai nostri. Lo hanno fatto per
provocare la rissa. Volevo spostare i nostri cartelloni e non me lo hanno permesso. Sono
stato scaraventato a terra, e poi sono arrivati insulti a me e agli altri due militanti, Paolo
Mengani e Laura Pistoni. Ci è voluto l'intervento della Digos per calmarli. Non ho paura di
nulla, so quello che dico e inoltre ho dei testimoni che potranno confermare ciò che è
realmente accaduto. Insomma, la cosa non finisce qui. Non è la prima volta che episodi
del genere vedono coinvolti i Comunisti Italiani. Non capisco perhé ogni campagna
politica organizzata o che vede coinvolta la Lista Bonino, succede qualcosa a livello di
cronaca. O boicottano le nostre campagne, oppure danneggiano la nostra sede. Siamo
un bersaglio purtroppo appetito .
La notizia della denuncia nei loro confronti arriva come un fulmine a ciel sereno per i due
diretti interessati, ignari che l'evoluzione dei fatti potesse portare a ciò: »Cosa, Paolinelli
ci ha denunciati? - risponde esterrefatto Ruggero Giacomini - Sono curioso di leggere
cosa c'è scritto sulla denuncia. E il classico polverone alzato dai Radicali che prima
entrano in possesso di tutti gli spazi e poi fanno le vittime, cercando di farsi della buona
pubblicità utilizzando metodi strumentali. Sono davvero colpito dalla notizia, e pensare
che i vigili urbani, i primi ad arrivare sul posto, li abbiamo chiamati noi. Ripeto, sono
curioso di leggere la denuncia, poi prenderemo le nostre decisioni .
Alla versione dei fatti avanzata da Mauro Paolinelli, risponde Paolo Tomassoni,
ambulante e membro della sezione "Tina Modotti" dei Comunisti Italiani che fa parte del
comitato per il "No": »E vero - afferma anche lui stupito dalla notizia della denuncia in
arrivo nei suoi confronti - noi siamo arrivati dopo in piazza Roma, ma loro, come al solito,
avevano occupato tutto il lato della piazza e noi avremmo dovuto ritagliarci un angolino.
Con il tavolo, la tenda, i cartelloni e le bandiere avevano occupato da vicino a Boari fino
all'edicola. Vorrei ricordare che il permesso per stare in piazza Roma ce lo abbiamo
anche noi. Ho chiesto personalmente a Paolinelli "perchè non dividiamo equamente lo
spazio della piazza a metà?" e la sua risposta è stata "siamo arrivati prima noi, quindi
dovete spostarvi voi". Allora ho preso un nostro cartellone e l'ho messo davanti a quelli
loro. Paolinelli con una manata lo ha buttato giù, io allora ho replicato e ne ho abbattuto
uno dei suoi. Da lì è nata una discussione con spinte, ma certo non sono volati cazzotti e
schiaffi. Parlare di aggressione è assurdo. Significa che per avere il diritto sulla piazza
dovremo arrivare in piazza Roma alle cinque di mattina .
LE CONTROMISURE
Ma oggi niente tavoli in piazza. C'è il mega-vertice sui Balcani
Il "baccano" di mercoledì non si è ripetuto ieri tra mattina e pomeriggio. Nessun
episodio simile è stato segnalato. La Lista Bonino ha regolarmente installato la
sua postazione sin dal primo mattino e ha chiuso i battenti alle 20. La sezione
"Tina Modotti" invece, ieri non aveva previsto l'apertura del loro spazio. Per il
fronte del "No" ai referendum, ieri si è svolto un comizio organizzato dalla Cisl
dove hanno preso la parola divesi sindacalisti locali. Ieri doveva essere il
penultimo giorno di campagna elettorale per i referendum e invece si è rivelato
essere l'ultimo. L'arrivo ad Ancona degli squatter e di tutta la macchina
organizzativa del vertice sui Balcani, ha infatti costretto le forze politiche a
chiudere i battenti un giorno prima della scadenza. Oggi, dunque, nessun
"banchetto". Questioni di sicurezza. La città sarà blindata, e gli scontri tra diversi
schieramenti politici potrebbero infiammare la giornata.