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Radio Radicale Roberto - 21 maggio 2000
La Goletta Verde e' attendibile?
Qualche anno fa la Lista Pannella sollevo' la questione dell'attendibilita' dei dei dati sull'inquinamento marino diffusi dalla Goletta Verde di Legambiente. La denuncia, se non ricordo male, ebbe scarsa attenzione da parte degli organi di informazione. Se la cosa comunque vi interessa leggetevi questo articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera in cui, se non capisco male, si ripetono esattamente le cose che i radicali andavano dicendo.

"LE PAGELLE DATE DA GOLETTA VERDE NON SONO ATTENDIBILI"

Il biologo marino Cognetti denuncia i metodi poco scientifici utilizzati per stabilire la qualita' dei nostri mari

Benissimo il Friuli e il Molise, bocciati l'Abruzzo e il Lazio; dieci e lode a La Maddalena e a Tropea, 5 a Portofino e Positano; meglio di due anni fa, peggio dell'anno scorso. Sono le pagelle dei mari italiani, emesse qualche giorno fa da »Goletta verde , il laboratorio galleggiante di Legambiente, che ogni anno promuove o condanna le località turistiche della nostra penisola.

"Ma qualcuno dovra' pur dirlo che questi raffronti non hanno alcuna base scientifica di riferimento e che la situazione potrebbe essere molto diversa da quella dipinta . Chi lancia il sasso nello stagno, ma questa volta e' un macigno nel mare, e' Giuseppe Cognetti, professore ordinario di biologia marina all'Universita' di Pisa, e uno dei piu' qualificati scienziati del mare a livello internazionale.

"In Italia non e' mai stato fatto un programma di ricerca scientifica sulle coste. Ci si affida agli ambientalisti che fanno correttamente le analisi dei campioni, intendiamoci, ma che non possono stabilire se il mare e' piu'

o meno pulito perche' adottano unÆimpostazione sbagliata e fuorviante di tutta la ricerca. Non ha significato dire per esempio che lo scorso anno la situazione era peggiore o migliore. I dati sono difficilmente comparabili se non si adotta un criterio strettamente scientifico".

E il professor Cognetti fa degli esempi. "In una zona di mare si puo' riscontrare una certa presenza batterica che 10-15 giorni dopo e' totalmente diversa; questo perche' lo scarico inquinante potrebbe essere piu' o meno intenso, oppure potrebbe esserci stata una dispersione maggiore o minore, o un fiume invece che essere in secca essere in piena, con un apporto maggiore di batteri. Inoltre, se c'e' stato un afflusso di turisti in una determinata zona, questa avra' un maggiore carico batterico. I batteri, peraltro, hanno una permanenza molto breve e dopo 24-48 ore vengono distrutti dal potere antibiotico delle acque marine. Infine, tutta una serie di situazioni puo' variare anche per molti altri fattori quali la temperatura, la turbolenza delle acque, l'ossigenazione".

I prelievi di Goletta verde - secondo Cognetti - non hanno una periodicita' e le mappe che ne vengono tratte sono forse indicative, ma sono prive di significato scientifico.

"Quello che si dovrebbe fare e' un programma di ricerca che possa alla fine stabilire lÆeffettivo stato di salute delle coste italiane, come e' stato fatto in altri Paesi - continua Cognetti -. I controlli 'istituzionali' vengono invece fatti solo se c'e' un pericolo imminente. Cosi' il quadro che noi abbiamo e' estremamente impreciso. Dovremmo conoscere le caratteristiche a monte, sapere ad esempio se ci sono degli stabilimenti di un tipo o di un altro, se sono presenti villaggi turistici, se ci sono i depuratori o meno. Solo cosi' si puo' avere un quadro abbastanza esatto della situazione".

"E nemmeno ha senso misurare saltuariamente i metalli pesanti - prosegue il biologo - perche' in mare anche questi sono soggetti a movimento e a cambiamenti. Se invece si fa un'analisi sugli organismi bersaglio (per esempio i mitili, animali che non si spostano e che concentrano una grande quantita' di plancton filtrando anche piu' di un litro d'acqua all'ora) e si va a vedere la concentrazione dei metalli pesanti (rame, piombo, cromo, cadmio), allora si ottiene una base di confronto valida che permette di valutare l'effettiva pericolosita' di una zona. Ma ci vuole un'equipe che conosca bene sia la tecnologia che la problematica ambientale".

"L'ecologia e' una scienza - conclude il professor Giuseppe Cognetti - e non puo' essere affidata solo agli ambientalisti che pur hanno un compito importante, quello della divulgazione e della sensibilizzazione".

Massimo Spampani

 
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