(Lunghi e intensi applausi)

-"Voi siete proprio scemi! Fatelo dopo, se ne avrete voglia!

(...)

Prima di tutto ci conviene, anche in prospettiva, guardare dove abitiamo. Noi abitiamo questo evento, noi ne facciamo parte, lo abbiamo in qualche modo concepito, messo alla luce. Siamo, una volta ancora di piu', una parte della composizione di questo momento, ma e' urgente immediatamente anche in prospettiva, uno sguardo di distacco, di contesto per apprezzare il testo (...) questo dobbiamo farlo d'urgenza. Io non vorrei, amiche e amici, non vorrei che noi ci trovassimo come ad un tratto, ad abitare, trasportati da lampade d'Aladino o dal buon servitore di Aladino che esce fuori, dal genio, ad abitare non so quale dei grandi e splendidi alberghi, abituati invece a battere marciapiedi e strade della nostra citta', della nostra vita. Non vorrei che questo potesse comportare poi tristi risvegli e l'incapacita' di tornare li' dove per il momento siamo. Noi abitiamo nella nostra citta', nel nostro territorio, noi abitiamo anfratti, noi abitiamo in luoghi tollerati e non visibili. Io insisto, soprattutto luoghi n

on visibili se non quando ri-usciamo [temporaneamente] e poi a trovarci storicamente sconfitti.

Noi quindi ci troviamo a dover raccogliere 200000 firme nel mese di agosto, nel mese che abbiamo dinanzi, con un'amministrazione della citta', che e' pari, credo, all'urbanistica e all'architettura dell'amministrazione pubblica italiana di questi ultimi decenni. Sappiamo cosa sono, tranne quelli che sono eredita' dei (*cantinelante*) Comuniiiiii...eh? Dei Comuniiiii, segni e luoghi dei comuni e dell'amministrazione pubblica di oggi.