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Conferenza Rivoluzione liberale
Radio Radicale Andrea - 2 giugno 2000
APERTA INCHIESTA SULLE FIRME PER LA PRESENTAZIONE DELLE LISTE

Da IL MESSAGGERO-UMBRIA

di Martedì 30 Maggio 2000

Nel mirino le firme per la presentazione delle liste, da quelle doppie a quelle senza autentica.

Indagine affidata al piemme Cicoria

Aperta inchiesta sulle elezioni, sentiti in centinaia

Consiglio regionale, per la presidenza intesa nella notte: tocca ai Comunisti italiani

di ITALO CARMIGNANI

PERUGIA - Il fascicolo è stato appena aperto, ma annuncia già delle sorprese. Sopra c'è scritto "elezioni"

e arriva dalla Procura, primo piano del Tribunale, piazza Matteotti. A tre settimane dalla proclamazione

degli eletti escono di scena i ragionieri del voto e fanno il loro ingresso gli investigatori. Negli incartamenti ci

sono già centinaia di nomi. Tutte persone informate sui fatti, sulle vicende che hanno portato l'Umbria al

voto. Tutti sospettati, un po' meno di indagati. E destinatari di un invito a comparire e di un appuntamento,

di cui avrebbero fatto a meno, in via Mario Angeloni, sede della polizia giudiziaria. Prima domanda: quante

volte ha firmato le liste elettorali? Seconda domanda: è questa la sua firma? Terza domanda: è stata

autenticata? Seguono altri dettagli, comunque tutt'altro che trascurabili.

Quella che si annuncia come l'inchiesta più vasta sul versante delle elezioni, è partita da qualche giorno e

non si concluderà in fretta. Sotto la lente della polizia ci sono tutti i firmatari delle liste, merce preziosa a

pochi giorni dalla presentazione delle candidature. Preziosa e corteggiata, almeno fio al quorum. Ecco

perché è facile che ci scappi qualche errore. Il problema che certi sbagli si possono pagare anche con la

reclusione fino a due mesi. Firmare due liste contemporaneamente è reato assimilabile al falso, mentre è

considerata una svista (di solito subito individuata) la doppia firma nelle stessa lista. Nel mirino anche le

firme di persone inesistenti e quelle non autenticate. E pure in questi casi si rischia la condanna. Fino ad

oggi sono stati sentiti firmatari delle liste dei Diesse, dei Verdi e del Ppi. Ma nel fascicolo c'è anche il

Centrodestra. Una certezza, comunque: gli eletti, almeno in questo caso, non rischiano il posto.

A segnalare numerose doppie firme è stata la stessa Corte D'Appello che ha comunicato il problema al

procuratore capo Miriano. Ma c'è dell'altro. Quando il fascicolo è arrivato nelle mani del magistrato

Giuseppe Cicoria (piemme considerato particolarmente pignolo), c'erano anche altri indizi. Non solo relativi

alle firme. Quanto dettagliati? Mistero, almeno per ora.

E ancora: tra due mesi i candidati dovranno presentare i rendiconti delle spese elettorali. Il tetto massimo è

di sessanta milioni. Se uno l'ha superato rischia di decadere dalla carica. Nessun dorma, dunque.

 
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