26 GIUGNO 1990
26 GIUGNO 2000
LEGGE JERVOLINO-VASSALLI - 10 ANNI DI FALLIMENTI
A che saremmo ridotti se ci dovesse essere vietato tutto ciò che può indurci a delitto? Bisognerebbe privare l'uomo dell'uso dei suoi sensi.
(Cesare Beccaria)
Lunedì 26 giugno '00
dalle 9.00 alle 14.00
ROMA - CAMPIDOGLIO
SALA DEL CARROCCIO
HANNO FINORA ASSICURATO LA LORO PRESENZA
PRESIDENZA DEL CONVEGNO: MAURIZIO TURCO, CARMELO PALMA
VALUTAZIONE DELLA LEGGE: COSTI E BENEFICI
* CARLA ROSSI, ordinario di statistica all'Università di Tor Vergata, consigliere di amministrazione dell'OEDT (Osservatorio Europeo Droghe e Tossicodipendenze)
VALUTAZIONE SUL CAMPO
* MASSIMO BARRA, Direttore di Villa Maraini
* CARLO VALENZI, Presidente della FEDERSERT (Federazione Nazionale degli Operatori dei Servizi Pubblici per le Tossicodipendenze)
* IGNAZIO MARCOZZI ROZZI, Presidente dell'Agenzia Comunale sulle Tossicodipendenze
I NUOVI CONSUMI
* FABRIZIO STARACE, Psichiatra, consulente OMS
LA LEGGE E LA GIUSTIZIA
* GIAN DOMENICO CAIAZZA, avvocato
* FRANCESCO DI MAIO, dirigente squadra mobile di Roma, sezione narcotici
* RITA BERNARDINI. imputata e condannata nei processi per disobbedienza civile
MARCO PANNELLA: 30 ANNI DI LOTTE RADICALI ANTIPROIBIZIONSTE
* ANGIOLO BANDINELLI
E meglio prevenire i delitti che punirgli. Questo è il fine principale d'ogni buona legislazione, che è l'arte di condurre gli uomini al massimo di felicità o al minimo d'infelicità possibile, per parlare secondo tutt'i calcoli dei beni e dei mali della vita. Ma i mezzi impiegati fin ora sono per lo più falsi ed opposti al fine proposto. Non è possibile il ridurre la turbolenta attività degli uomini ad un ordine geometrico senza irregolarità e confusione. Come le costanti e semplicissime leggi della natura non impediscono che i pianeti non si turbino nei loro movimenti così nelle infinite ed oppostissime attrazioni del piacere e del dolore, non possono impedirsene dalle leggi umane i turbamenti ed il disordine. Eppur questa è la chimera degli uomini limitati, quando abbiano il comando in mano. Il proibire una moltitudine di azioni indifferenti non è prevenire i delitti che ne possono nascere, ma egli è un crearne dei nuovi, egli è un definire a piacere la virtù ed il vizio, che ci vengono predicati eterni ed
immutabili. A che saremmo ridotti, se ci dovesse essere vietato tutto ciò che può indurci a delitto? Bisognerebbe privare l'uomo dell'uso de' suoi sensi. (Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene)