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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 13 giugno 2000
Da " L'Opinione"
Venerdì 9 giugno 2000 pag.2

I Radicali e la scommessa aperta di Sciascia di Gualtiero Vecellio

Pubblichiamo il secondo dei tre articoli in cui Gualtiero Vecellio ripercorre le tappe più significative della storia dei Radicali. (Il primo articolo, "Quella sana pazzia che anima i radicali", è stato pubblicato giovedì 8 giugno).

Leonardo Sciascia, cosa ci stava a fare, lui, finissimo, colto, raffinato intellettuale con gli sguaiati esagitati, esagerati radicali? Glielo chiesero in molti, basiti per la sua scelta di candidarsi nelle liste radicali; e lui sornione ricordò che radicale si sentiva da sempre: fin dagli anni Sessanta aveva rilasciato una dichiarazione di voto "radicale" per un opuscolo curato da Elio Vittorini, Marco Pannella e Luca Boneschi; con i radicali, perché, come disse in un'intervista al "Giornale di Sicilia", "sono l'unica cosa che si muove, proprio nel senso della vita contro la morte"; perché, come scrisse sul quotidiano madrileno "El Pais": "Pannella e le non molte persone che pensano e, sentono come lui (e con le quali mi onoro di stare) si trovano ad assolvere un compito ben gravoso e difficoltoso: ricordare agli immemori l'esistenza del diritto e rivendicare tale esistenza di fronte ai giochi di potere che appunto nel vuoto del diritto, o nel suo stravolgimento, la politica italiana conduce". Ho molti e fo

ndati motivi per credere e pensare che Pasolini e Sciascia oggi non muterebbero d'una virgola le parole, le riflessioni, gli accenti, di allora. E con loro, probabilmente altri: da Elio Vittorini a Ignazio Silone.

So di giocare in casa. Questo giornale da sempre segue con attenzione e affetto le vicende e le imprese radicali. Questo giornale, e chi lo dirige, in tempi non sospetti (e anzi, quando il farlo poteva procurare qualche fastidio e qualche problema; e forse ne ha procurati), riconosceva il ruolo e l'operato radicale; e più d'una volta ha espresso gratitudine per "l'operato complessivo di questo testardissimo abruzzese". I radicali e Pannella in particolare, oggi (ma è una situazione ricorrente) si trovano nella condizione di quel tale che indicava la luna; e si sentiva rimproverare di avere l'unghia del dito orlata di sporco. In sintesi la situazione dell'oggi: Silvio Berlusconi, indiscutibilmente è il vincitore delle elezioni europee e regionali-amministrative e ha giocato una mano vincente, in occasione dei recenti referendum, dando indicazione per l'astensione. Erano in molti, da Fausto Bertinotti a Pino Rauti, ad auspicare che il quorum non fosse raggiunto. Ma è Berlusconi che raccoglierà i frutti di ques

ta partita. Ha vinto, dunque. Per ora. E ora, come capitalizzerà i talenti che l'elettorato gli ha dato in pegno? Finora Berlusconi ha potuto lucrare su una tutto sommato comoda posizione di rendita derivatagli dal suo essere all'opposizione. Ma anche per lui, e per quel che lo riguarda, i nodi verranno al pettine: non dimentichi quel 30 per cento di elettorato che ha votato SI' ai referendum, anche al di là e contro le indicazioni degli altri partiti. E' un 30 per cento che pesa, molto di più della consistenza elettorale. E' la parte viva di questo Paese.

Sarebbe arrogante e presuntuoso dare consigli; e in particolare ora, che tutti gli assi del mazzo sembrano essere nelle mani di Berlusconi. Ma c'è un passaggio dell'intervento dell'anziano senatore Filippo Mancuso ai lavori del Consiglio Nazionale di Forza Italia di cui è auspicabile il leader di Forza Italia faccia tesoro: "Voglio dirti questo, Presidente, e voglio dirtelo perché non è importante essere giovani o vecchi, è importante stabilire che cosa si è fatto e come lo si è fatto, tra la giovinezza e la vecchiaia. Il culturismo dell'adulazione è uno sport che lascia sul campo chi lo professa e chi lo riceve. Guardatene!". E riflessione merita quanto recentemente ha scritto Barbara Spinelli su "La Stampa": "Non gli sarà di aiuto aver mutato con tanta disinvoltura opinione e non essere stato fedele alla parola data: né sui temi giudiziari (resta inspiegabile la sua opposizione ai referendum sulla separazione delle carriere e la formazione del Consiglio Superiore della Magistratura), come sulla legge elett

orale. In cuor suo, Berlusconi non può non esser consapevole della diffidenza che ispira: diffidenza naturale nelle democrazie liberali europee, verso chi è disposto con tanta facilità a sacrificare qualsiasi idea pur di conquistare il potere. Non può non sapere che l'esame di maturità deve ancora venire".

E' su questa forbice - i rischi adulatori di neo-nani e neo-ballerine, paventati da Mancuso; la "diffidenza" di cui parla Barbara Spinelli - che Berlusconi dovrà dar prova. E che tipo di prova sarà, lo vedremo tra non molto. Sia consentito, scaramanticamente, fare ogni tipo di scongiuro a nostra conoscenza. Ancora: i referendum hanno disvelato in maniera definitiva che in Italia la sinistra è morta. I Bertinotti e le Grazie Francescato, i Cesare Salvi e i Sergio Cofferati possono strillare quanto vogliono e credono: sono null'altro che zombie; la sinistra nel suo complesso è un grosso putrescente cadavere. E' ancora, come tutti i cadaveri che non vengono sepolti, capace di produrre grandi inquinamenti e dunque danni, gravi problemi; ma si sta parlando comunque di un'entità morta, marcita. Oggi questa grossa carcassa costituisce il vero, autentico blocco reazionario: capace di coniugare il peggio del vecchio con il peggio del sedicente "nuovo". C'è un titolo di "Liberazione", il quotidiano della Rifondazione

Comunista, che riassume egregiamente la giaculatoria con cui si consola questo cadavere: "Ha perso il partito americano". Siamo ancora a questa paccottiglia, a questa terminologia. Bene, bravi. E ora, dopo lo scatto in piedi, e l'indignazione di rito, di nuovo tutti a sedere, per fare salotto, come direbbe Luckacs, sull'orlo del precipizio.

Gualtiero Vecellio

 
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