Roma, 19 Giugno 2000
Dichiarazione di Paolo Pietrosanti, Consigliere Generale del Partito Radicale, replicando alle dichiarazioni di Giancarlo Lombardi ( "No gli omosessuali non possono far parte di una organizzazione come quella dei boy-scout. Mi sembra di dire qualcosa di normale. Anzi, sto affermando un concetto doveroso, soprattutto perché dobbiamo tutelare i nostri bambini"):
Roma, 19 giugno 2000. - "Se i Boy-scout italiani vivessero la propria vita associativa senza costare una lira all'erario, cioè a tutti e ciascuno dei contribuenti italiani, avrei forse poco da eccepire di fronte a chi proponga di escludere le persone omosessuali, oppure gli avvocati, o i francofoni, o i maggiori di 44 anni, o gli ingegneri dallo scoutismo... Una associazione privata e autofinanziata si dia le regole che vuole in relazione al suo assetto statutario.
Il caso dei Boy-scout e' invece diversissimo.
Bene fa il Governatore dello Stato USA del Connecticut a semplicemente tagliare (ma perché prima li aveva assegnati non si comprende...) i fondi pubblici alle associazioni scoutistiche che discriminano in base al sesso, alla identità sessuale o alle preferenze sessuali.
Confesso pero' che a me la proposta di impedire alle persone omosessuali di farsi Boy-scout fa soprattutto ridere: non sono pochi coloro che ritengono l'omosessualità un handicap; eppure, questo e' un paese in cui si spendono fondi pubblici per far praticare il tiro al piattello ai ciechi come me, o per far praticare sport bislacchi a disabili di varia foggia. Ma le persone omosessuali i calzoni corti da boy-scout non possono indossarli... Certo e' che questa storia, queste storie sono fonti inesauribili di spunti e sceneggiature per tutti gli autori di cabaret."