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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 20 giugno 2000
CARCERI: RADICALI INCONTRANO PRESIDENTE COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO PER INDULTO. LA SITUAZIONE SI STA COMPLICANDO INVECE CHE RISOLVERSI.

Roma, 20 giugno 2000.

Oggi, il senatore della Lista Pannella Piero Milio, l'europarlamentare della Lista Bonino Marco Cappato, il Segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D'Elia e Ovidio Bompressi, hanno incontrato il Presidente della Commissione Giustizia del Senato Michele Pinto, al quale hanno fatto presente la situazione nelle carceri e le attese dei detenuti sui provvedimenti di amnistia-indulto presentati in parlamento.

Nel giro delle 35 carceri compiuto nello scorso fine settimana, i parlamentari radicali hanno potuto constatare una situazione esplosiva, non solo per il sovraffollamento, ma anche per le forti aspettative ingenerate dalle notizie su un probabile provvedimento di clemenza che sarebbe molto pericoloso far andare deluse.

Alla Commissione Giustizia del Senato, che domani riunirà per la terza volta il suo Ufficio di Presidenza, i radicali hanno chiesto una risposta precisa sui tempi di messa in calendario delle proposte sul tappeto, tra cui quelle depositate da Piero Milio su indulto, liberazione anticipata e liberazione condizionale. Il Presidente della Commissione Pinto ha detto di condividere le preoccupazioni dei radicali e ha assicurato tutto il suo impegno affinché la Commissione giunga in tempi brevissimi ad un accordo sulla messa in calendario. I radicali hanno espresso la loro preoccupazione che il dibattito in parlamento divenga occasione di contrapposizioni e veti incrociati tra forze politiche interessate più che altro a far passare amnistie o altre misure che non tengano conto della gravità della situazione delle carceri e dell'urgenza di un intervento.

"La situazione invece che risolversi, rischia di complicarsi di giorno in giorno, ed è giunto il momento - ha detto Sergio D'Elia- che ognuno si assuma le proprie responsabilità, dicendo 'sì' o 'no' all'indulto con il quale la classe politica può limitarsi ad esprimere - e sarebbe già tanto - un gesto umanitario e di attenzione verso la condizione carceraria".

 
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