L'ultimo commento, per favore. E non ne parliamo più. Non parliamo più di Zoff l'Italiota, non parliamo più di miracoli, Santi Portieri ed eroici Cavalieri in mutande.
L'Italia è perduta. Zoff si è dimesso allo squillo di tromba di Berlusconi: ma bene avrebbe fatto ad abbandonare il vascello fantasma di sua volontà, molto prima, quando a difendere l'onore della maglia ultimi erano rimasti gli scudi della testuggine catenacciara.
Ma quale offesa? Quale commento fuori luogo? Il signor Berlusconi è un cittadino come noi e come noi ha il diritto d'esprimere l'orrore.
Gli europei li abbiamo visti e mai lo squallore fu tanto presente nei nostri occhi di spettatori.
Gli italiani, così hanno scritto i giornali, si sono entusiasmati per lo spirito di squadra, per la vittoria raggiunta con il coltello tra i denti, sperando che il nemico non ardisse sferrare il colpo finale.
Si è invocato il miracolo. Ma quale miracolo? Dei miracoli hanno bisogno gli handicappati, questuanti in fila di fronte alla grotta di Lourdes.
La fortuna, unica dote degli undici in azzurro, ha guidato la squadra attraverso il torneo. I Turchi avrebbero pareggiato senza il regalo di un rigore.
I Romeni ancora si chiedono come è successo di uscire a quel modo. E l'Olanda. L'Olanda del calcio totale, l'Olanda che ha dispensato munifica spettacolo entusiasmante.
L'Olanda suicida, che s'è inferta ferite mortali a undici metri dal trionfo. Prenda esempio Dino Zoff. Lasci perdere offese e minacce a chi ne disturba il torpore tattico e guardi al tecnico olandese.
Dimissioni ferme e irrevocabili, quelle offerte sull'altare dell'immeritata sconfitta da Frankie Rijkaard, reo soltanto d'aver troppo sbagliato. Giocando però il calcio degli dei.
Ripensi il friulano ai suoi tanti errori. Ripensi a quella squadra capace soltanto di schiantare sulla petrosa difesa i violenti marosi avversari. Ripensi a quando ha fatto giocare il Cavalier Del Piero, che già aveva fatto perdere il campionato alla sua Vecchia Signora.
Ha ragione il giovane miliardario a dire che non gli basteranno trenta vite per dimenticarsi del disastro di Rotterdam.
Il disastro di questa Italia di Nereo Rocco, della difesa santificata, del catenaccio mutato, per morbosa metamorfosi, da vizio in virtù.
Ma se la linea Maginot doveva essere che almeno la si difendesse fino alla perdita dell'ultimo baluardo. Come mettere in campo attaccanti di piuma per arginare Zidane e gli altri monsieurs? Perché il fragile Montella? Perché?
Dell'indignazione di molti per le dimissioni invocate dal Berlusconi, non mi sorprendo. E' quella di Zoff l'Italia che piace agli italiani. L'Italia che arranca, rubacchia, aspetta le altrui sventure per raggiungere la meta.
E' l'Italia che dimentica in fretta di quanto sangue grondi la vittoria ottenuta, di quali sordidi inganni abbia messo in atto la Sorte per volgercisi sorridente.
Del resto è l'Italia che sopporta i nostri politici. E l'Eterno ci liberi, infine, da questo patriottismo caciarone buono soltanto a difendere l'indifendibile, da questo nazionalismo in mutande che mi fa vergognare di essere italiano.