Torino, 5 luglio 2000
Dichiarazione di Carmelo Palma, consigliere regionale del Piemonte:
"Quando 3 anni fa elaborammo una proposta referendaria per l'abolizione di alcuni articoli della legge Merlin, non ci fu nessuno che volle o seppe cogliere l'occasione per porre mano ad una riforma antiproibizionista e quindi concreta e ragionevole delle leggi sulla prostituzione.
Quello della prostituzione, come quello delle droghe proibite, è un campo in cui le leggi repressive trasformano 'vizi' privati in disastri e calamità pubbliche.
Di fronte a tutto questo, il Ministro Turco ribadisce un atteggiamento a lei consueto, e non per questo meno paradossale: da una parte, sostiene cose ragionevoli (proponendo, in questo caso, l'abolizione del reato di adescamento e favoreggiamento della prostituzione, per consentirne l'esercizio 'controllato'), dall'altra si nasconde dietro il dito delle buone intenzioni e della buona coscienza, e si pronuncia contro qualunque ipotesi di 'legalizzazione'.
La proposta della Turco in realtà ricalca, stando alle notizie di stampa, il contenuto del nostro quesito referendario: la prostituzione diverrebbe una condotta privata, consentita dalla legge, mentre continuerebbero ad essere giustamente perseguiti e sanzionati i fenomeni di sfruttamento e di 'messa in schiavitù', che costituiscono i caratteri prevalenti e più allarmanti della prostituzione criminale.
Fra legalizzazione e repressione, fra antiproibizionismo e proibizionismo, tertium non datur; a tentare difficili e acrobatiche mediazioni, si sta semplicemente fermi. Sulla droga, come sulla prostituzione occorre scegliere, fare riforme: non basta dimostrare una giusta e ragionevole 'sensibilità'".