Dichiarazione di Piero Milio, senatore radicale:
Roma, 6 luglio 2000
"C'è una parte della Magistratura che chiede che il Parlamento faccia le leggi secondo criteri che inducano anche a superare le investigazioni e a basare i processi sui pentimenti e sulle delazioni e sulle confessioni. L'opinione del dott. D'Ambrosio che chiede l'abrogazione dell'istituto del rito abbreviato dimostra ancora una volta perché sono falliti i riti alternativi introdotti con il nuovo codice. Mi riferisco anche al fallimento del patteggiamento che insieme al rito abbreviato erano stati previsti per decongestionare l'amministrazione della giustizia. Purtroppo si ritiene che quanto più alte sono le pene (nel 90% dei casi la previsione è soltanto virtuale in quanto gli autori dei fatti criminosi rimangono impuniti) tanto più efficace è la deterrenza dal commettere i reati, invece, la realtà ci dimostra il contrario la pena deve essere certa.
La pena non deve essere vista come ritorsione dello Stato nei confronti di chi ha commesso dei reati ma come sanzione che induca l'autore ad emendarsi e per questo deve essere espiata in condizioni umanamente possibili. Il dott. D'Ambrosio non intende smettere di dare lezioni al Parlamento. Se la situazione della giustizia è così drammatica ciò si deve anche al ruolo politico, alle continue invasioni di campo di Magistrati che ambiscono al ruolo di legislatori provocando confusione e impotenza".