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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 7 luglio 2000
GAY PRIDE E L'ECCESSO DI ORGOGLIO
La parata di Roma

di FRANCESCO MERLO

Venerdi' 7 luglio 2000, IL CORRIERE DELLA SERA

Rimane da spiegare come abbia potuto questa simpatica esibizione mondiale di vanita' prevista domani a Roma, questa bella parata carnevalesca, essere attesa con l'angoscia di una manifestazione politica di piazza, con tutto cio' che di spiacevole ne consegue, con i gonfaloni dei partiti e la contromanifestazione dei fascisti a difesa - nientemeno - della povera Chiesa, con l'inevitabile demagogia che alla piazza politica sempre e' legata. E' difficile non darne la responsabilita' a una parte della Chiesa stessa, al capo dei vescovi, a questa idea barbara e blasfema che Dio sia maschio e il diavolo sia invece omosessuale, che le basiliche non siano compatibili con l'omosessualita', che ci siano dei viali di Roma dove, anche nelle notti del giubileo, e' opportuno che gli omosessuali si vendano nell'inferno del peccato mentre e' invece inopportuno che sfilino di giorno nel candore e nell'allegria.

E tuttavia e' anche lecito chiedersi: si puo' andar fieri della propria sessualita', d'esser maschio come Clint Eastwood, o femmina come Sharon Stone, oppure omosessuale come Elton John? Una delle dispute culturali piu' interessanti degli anni Ottanta fu quella che si apri' attorno alla vita del grande economista inglese John Maynard Keynes, il genio al quale dobbiamo la piu' generosa e la piu' importante delle teorie e delle pratiche economiche del secolo. Ebbene, la biografia di Keynes, che, scritta dal suo allievo sir Roy Harrod su commissione della famiglia, aveva dominato la cultura per trent'anni, risulto' omissiva e reticente su tutte le irregolarita' di una vita, ma soprattutto su un punto: Keynes, che pure a quarant'anni felicemente sposo' la deliziosa ballerina Lydia Lopokova, fu (anche) un omosessuale realizzato, al punto da definire la propria omosessualita' "la buona vita" e "il nuovo rinascimento".

Percio' nel 1983, una nuova biografia, ormai a sua volta diventata un classico, fu scritta da Robert Skidelsky il quale studio' anche la corrispondenza privata di Keynes e la sua adesione per esempio all'immoralismo del gruppo degli Apostoli di Cambridge e del circolo di Bloomsbury (quello dell'omosessuale Virginia Woolf), cosi' antipuritani e anticonformisti, pacifisti e antiautoritari. E non dimentico' la sua appassionata e felice relazione con il pittore Duncan Grant, ne' la sua infatuazione per un giovanotto oxfordiano "bello e stupido", e neppure il suo incanto dinanzi ai pastorelli spagnoli, la sua vita di omosessuale insomma, parellela e complementare a quella del genio creativo che studiava la teoria della verificazione statistica e cosi' ne scriveva al suo amante: "Nulla ho mai trovato di piu' avvincente, se si esclude la copulazione".

Insomma il nuovo biografo illustro' il rapporto stretto e forte che c'e' tra la teoria economica keynesiana e l'omosessualita' di Keynes, tra l'opera e la vita, alla fine sostenendo che non ci sarebbe l'una se non ci fosse stata l'altra. La tesi, forse eccessiva e piu' facilmente dimostrabile a proposito dei capolavori letterari, di Proust e di Gide e di Wilde per esempio, ha tuttavia rigore e fondatezza e la disputa culturale mostra bene cosa possa essere la fierezza omosessuale, e come possa valere la pena rivendicare con orgoglio l'omosessualita' di Keynes, quale motore, anche etico, di una creativita' che spesso nella Storia si e' espressa nel cosiddetto pensiero laterale, in cio' che sta di fianco, che e' fuori norma, diverso e sorprendente, che si spinge oltre le abitudini consolidate.

Si tratta tuttavia di una fierezza che appartiene ormai all'archeologia del mondo omosessuale il quale oggi, da pensiero laterale, si e' fatto cultura strutturata e consolidata, in senso antropologico: un insieme di valori coltivati e condivisi; di relazioni accettate, spesso con specifiche, civilissime leggi; di allegria e ovviamente di folclore; di interessi economici grandissimi, basti pensare al mercato del turismo, d'arte e di riposo, al quale gli omosessuali portano 17 miliardi di dollari l'anno (e non stiamo parlando dei pellegrinaggi nelle capitali del porno che sono frequentate molto piu dagli etero che dagli omo). Perseguitati per secoli, gli omosessuali, maschi e femmine, si sono talmente allenati alla difesa e al contrattacco da essere ormai diventati una potentissima lobby internazionale, una grande minoranza organizzata con la quale bisogna sempre piu' fare i conti.

Ma non c'e' piu' ragione d'andarne fieri. Oggi, come dice Aldo Busi, "non basta essere omosessuali per diventare stilisti, figuriamoci poi grandi scrittori". Probabilmente ci sono altri tormenti dell'anima e altri pensieri laterali nei quali si e' rifugiata la creativita'.

Perche' ormai dietro la fierezza, dietro il bisogno di sfilare in parata e l'orgoglio d'esser omosessuale c'e', con l'eco degli antichi dolori, soprattutto la normalissima vanita', l'istinto moderno di esporsi, la banalita' di esibirsi, di contare. Il fenomeno e' ovviamente lecito, non scandaloso e gia' comune a maschi e femmine, ma nulla ha da spartire con la fierezza e con l'orgoglio, come dimostra il dibattito di queste settimane in Italia, da un lato dominato dalla povera voglia dei politici, da Amato a Rutelli a Berlusconi a quasi tutti gli altri, di compiacere la Chiesa piu' ufficiale sempre e comunque, e dall'altro lato dal pettegolezzo mascherato di moralismo, dalle rivelazioni e dalle allusioni, divertenti e innocue che, apparse sui giornali, coinvolgono le abitudini sessuali di Tizio e di Caio, si compiacciono di ambiguita' e di turbamenti, e sul momento incuriosiscono anche perche' quasi sempre sono sapientemente messe in giro dagli stessi Tizio e Caio. Ma che non scandalizzano piu' nessuno, come

hanno subito notato i radicali, che si batterono per i diritti dell'omosessualita' negli anni in cui Togliatti bollava Gide come "pederasta", e come hanno subito capito i grandi vignettisti italiani, da Giannelli a Forattini, da Altan a Vincino: "Il ministro confessa la sua bisessualita'? E chi se ne frega!".

La comunita' omosessuale, infine, che pure e' stata provocata, ha domani l'occasione di mostrare e di insegnare persino ai piu' potenti e ai piu' cardinalizi cardinali che anche nella "caverna Italia" la diversita' puo' diventare il terreno dell'interesse reciproco, la base di partenza per strategie di seduzione e di coinvolgimento, un principio validissimo della geopolitica, da diffondere nelle scuole, ai Salesiani e ai Gesuiti, nelle strade e nelle chiese. Ma lasciando fuori Dio, che, se esiste, non ha alcun sesso, e' il massimo della diversita' e della creativita', il piu' sorprendente e dunque il piu' incomprensibile. Aver fatto di lui un Priapo adombrato e' una bestemmia di cui qualcuno un giorno dovra' rendergli conto.

 
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