IL CORRIERE DELLA SERA, domenica 16 luglio 2000
di FRANCESCO MERLO
Tra i densi fumi che ammorbano gli italiani c'e' anche quello dei nostri ministri e dei nostri uomini di Stato, un fumo che non e' piu' soltanto chiacchiera, voglia di protagonismo, vanita', ma e' ormai diventato inquinamento, veleno, malattia, morte della politica. Al punto che verrebbe voglia di "fumarseli", i Pecoraro Scanio e i Del Turco, e anche il presidente della Corte Costituzionale e lo stesso ministro della Sanita' Veronesi. Si potrebbe fare un bel trinciato con le loro dichiarazioni di lotta e di governo, con le battaglie che conducono contro se stessi, contro lo Stato che rappresentano, servono, incarnano. Uno Stato italiano che, se la sentenza del tribunale della Florida e' una sentenza giusta, commette lo stesso reato orribile delle multinazionali americane; uno Stato che e' signore del vizio come lo sono le Philip Morris. A meno di non credere, come lasciano intendere Del Turco e Pecoraro Scanio, che le Ms siano una tisana, le Diana una pozione magica e le Nazionali una cura ricostituente per
le giovani generazioni; e che le stesse Marlboro o Muratti, passando attraverso il filtro del monopolio di Stato, si trasformino in gelsomino; o che i soldi perdano l'odore di nicotina soltanto quando entrano nelle casse pubbliche italiane.
Come puo' lo Stato, il suo governo, lanciare una crociata statale contro il fumo dimenticando che ad ogni boccata di veleno entra danaro nelle casse dello stesso Stato, e che l'Italia guadagna quattordicimila miliardi l'anno sul cancro, sugli infarti, sulle impotenze sessuali, sulle insonnie? Come si puo' affidare ai cavalieri dell'apocalisse la guerra contro l'apocalisse?
Alfonso Pecoraro Scanio innanzitutto, che e' il ministro dell'Agricoltura, un politico di piazza molto sensibile a tutti i segnali di fumo che vengono dalle mode, non appena ha saputo che negli Stati Uniti le multinazionali erano state cosi' severamente condannate, e' corso in tv per annunciare che anche lui pretende, a nome dell'Italia, un risarcimento di cinquantamila miliardi. Domanda: e il monopolio di Stato? "Che c'entra, noi la causa la dobbiamo fare agli americani", e' stata la sua risposta elevata e ricca. Si sa, e' sempre negli altri che bisogna biasimare i propri difetti.
Non bastasse, il ministro ha cominciato a tessere le lodi del sigaro Toscano "che non da' assuefazione", fa digerire e forse guarisce pure dall'acne. E comunque, ha spiegato Pecoraro Scanio, lo Stato italiano "non sapeva nulla" perche' gli americani "non ci hanno mai detto nulla". Percio' il ministro domanda all'Avvocatura dello Stato di raccogliere gli orfani, le vedove, i malati, tutte le vittime italiane del fumo e di chiedere agli stessi legali americani che hanno vinto la causa in Florida di rappresentarci contro le multinazionali.
E il guadagno che lo Stato italiano ha ricavato da tutte queste sventure? "Che c'entra", incalza il ministro delle Finanze Ottaviano Del Turco, anche lui in tv, "lo Stato italiano non e' complice", noi, infatti, non sapevamo che le sigarette fanno male: le multinazionali non ci avevano informato. Aggiunge il piu' deciso Pecoraro Scanio: "I Monopoli hanno lavorato in larga misura su delega delle multinazionali e per la loro parte non erano mai stati messi al corrente degli studi sull'assuefazione".
A lungo si potrebbe continuare con le dichiarazioni di lotta e di governo, con questa parodia degli Stati Uniti, con questa ridicola voglia che ha il nostro governo di agire come Clinton, con quest'eterno "tu vo' fa l'americano", con la politica ridotta a fumo. E si potrebbe pure riderne se non fosse che, purtroppo, questa politica avvelena anche noi.
Diciamogli di smettere.