Sento parlare tanto male della tolleranza zero, ma forse bisognerebbe chiarire cosa si definisce con essa. Infatti, se la si intende come applicazione letterale della legge, pur come certezza della sanzione nella tutela dell'ordine pubblico, sono eretico se la ritengo identica al garantismo?
Che poi esistano sanzioni inadeguate, o che addirittura siano sanzionati comportamenti che non dovrebbero esserlo (reati senza vittime), mi pare un problema esclusivamente di promulgazione di leggi, non di loro applicazione.
Dal punto di vista dell'ordine pubblico, noi che siamo contro la pena di morte amiamo ricordare che la certezza della sanzione è la miglior dissuasione dal delinquere.
Ne consegue che il lassismo, per contro, fa aumentare le infrazioni.
Lo Stato mi sembra legittimato a impedire ai cittadini la vendetta nella misura in cui esso stesso tutela la loro incolumità & tranquillità.
E pur vero che lasciar aumentare la criminalità espone poi a rischio di tentazioni giustizialiste. Se non sono male informato, per esempio, il ritorno della pena di morte a furor di popolo negli Stati Uniti alcuni decenni fa fu l'esito di un allarmante aumento di reati.
Con ciò ovviamente lungi da me negare il tristemente noto effetto criminogeno di varî proibizionismi (su droghe, prostituzione ); mi pare semplicemente che proibizionismo e lassismo siano sinergici nell' aumentare la criminalità.