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Conferenza Rivoluzione liberale
Donvito Vincenzo - 23 luglio 2000
Non so chi tu sia G.Torri, ma usi il "noi", quindi presumo che ti riconosci nel pensiero e nell'azione radicale che pervade questa conferenza.
E sai cosa ho compreso, leggendo il tuo scritto, che di questo "noi" hai preso un elemento che talvolta puo' essere utile, ma che altre volte, come nel tuo caso ti sopraffa': la ricerca dell'elemento di distinzione da quello che si crede essere un comportamento diffuso.

Abitualmene e' un buon metodo di analisi, perche', nel "nostro" caso ti invita ad andare alla radice dei problemi e a non fermarti a cercare soluzioni superficiali, che saturano la passionale necessita' di giustizia, ma non fanno giustizia, perche' il marcio che ne e' causa, continua ad esserci.

E tu sei questo, ora. Con il tuo incedere snobbistico che, alla ricerca della verita', non ti fa neanche considerare che, se c'e' un morto in questo percorso, comunque e' tutto sbagliato: e' li' che qualunque speculazione si deve fermare. Niente giustifica la morte, se non il tuo desiderio di morte verso te stesso: il tuo corpo e la tua mente. Il resto e' assassinio: se lo e' per il plurimocida sulal sedia elettrica ..... figurati nel nostro caso.

Io, appresa la notizia, ho pianto. Non per il ragazzino o i suoi genitori o i suoi amici, che non conosco. Ma per me che, vivendo sotto la tutela di poliziotti come quello che ha sparato, non sono stato ancora in grado di mandarli a casa, di farne a meno.

Ed ho avuto una doppia reazione:

- farmi prestare un motorino e guidarlo senza casco girando intorno agli uffici della Questura con un cartello al collo

- paura di uscire

....... mi sono rifugiato e sfogato nel pianto.

Ora ti leggo, ed ho ancora piu' paura, perche' sei qui e ti leggo come una sorta di androgino mutante, con quel "noi che siamo contro la pena di morte, possiamo far rientrare nel nostro credo anche questo caso? Non mi sembra ...." (che e', grossomodo cio' che hai scritto).

Reazione istintiva: ma che cazzo dici????

E dopo l'istinto .... il tuo incedere, a mio avviso, ti rende complice (non materiale, ovviamente) dell'assassino.

E concludo con la frase della mamma del giovane assassinato, rivolta al questore di Napoli che era andato a trovarlo: "ma lei, figli ne ha?".

 
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