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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 1 agosto 2000
Replica di Danilo Quinto, tesoriere del Partito Radicale alla riunione del Comitato di Coordinamento del 30 luglio '00.

Cari compagni, care compagne

Premessa

nel mio intervento in apertura dei nostri lavori ho detto che speravo che questi giorni di lavoro e di riflessione ci consentissero di scegliere il percorso da intraprendere. Sono stati ore e giorni faticosi ma ricchi di interventi e di uno sforzo comune per cercare appunto di scegliere. Rendere possibile gli obiettivi scritti nel documento che abbiamo approvato sarà un compito arduo e richiederà passione - questa non ci manca - e determinazione - e neanche questa ci fa difetto.

Proviamo a partire dal documento approvato e dalle scadenze che ci siamo dati.

Il 20 settembre, cioè tra poco più di sei settimane, siamo chiamati a mettere le basi per una nuova riunione del Comitato, integrato nelle forme che abbiamo previsto, che abbia raccolto già adesioni al progetto.

Il 15 ottobre quel nuovo comitato dovrà darsi un nuovo statuto e costruire il nuovo soggetto politico.

Nel frattempo tutti i soggetti radicali devono puntare concretamente a potenziare la loro messa in rete. Una rivoluzione organizzativa e politica, come fuori da ogni retorica l'abbiamo definita.

Poi c'è la prospettiva da perseguire con rigore del partito transnazionale e come sottolinea Pannella nel suo messaggio transpartito e nell'immediato intanto garantirsi la possibilità che il Partito radicale non venga espulso dalle Nazioni Unite e la sua voce, fatta di voci libere, censurata nel contesto della massima organizzazione internazionale.

Il rilancio di battaglie per nuovi diritti e nuove libertà, civili e politiche, che guardino ad un mondo in rapida evoluzione e al complesso processo di globalizzazione impone, lo ribadisco, nuove forme anche alla politica. La cultura e la politica radicale ne sono e devono essere pienamente parte e parte attiva per quelle nuove conquiste democratiche e liberali necessarie. Tutto questo richiede ancora una volta uno sforzo straordinario e l'impiego di tutte quelle risorse umane e finanziarie che sono necessarie.

Le nuove tecnologie saranno uno degli strumenti da mettere in campo. La rete Internet sarà uno degli strumenti principali per porre le basi che portino alla realizzazione del nostro progetto.

Internet

Sul Corriere della Sera di ieri si leggeva la notizia che l'editore di Radio Radicale, Marco Podini che ha acquistato, lo ricordo, il 25% delle azioni di Radio Radicale per 25 miliardi, è entrato attraverso la Finanziaria di famiglia sia in Fingruppo con una quota vicina al 2% che in Hopa con poco meno dell'1% del capitale, ovvero le due società che controllano Telecom Italia. E quindi Seat-Tin.it . Proseguendo nella lettura dell'articolo si legge: La società con Gnutii e Colaninno potrebbe rinsaldarsi anche attraverso Radio Radicale, di cui il partito guidato da Pannella conserva il 75%. "Stiamo digitalizzando tutti gli archivi della Radio - dice Podini - e vogliamo diventare un fornitore di contenuti, sia per quanto riguarda i dati che le immagini. In autunno presenteremo il piano di sviluppo della radio. Nell'ambito del programma di crescita vogliamo aprire il capitale a nuovi soci. I partner potenziali ci sono".

Bene. Il progetto di un possibile sviluppo di Radio Radicale nel settore multimediale è in una fase importante e costruttiva che potrà se ne avremo l'intelligenza necessaria rappresentare un trampolino di lancio per la costruzione di quel portale della politica che può rappresentare uno strumento formidabile di conoscenza e di libertà e iniziare a cambiare il concetto stesso dell'azione politica italiana.

Il piano di sviluppo del Centro di Produzione, se quest'impresa riuscirà, è il risultato della valorizzazione del patrimonio che è stata realizzata nel corso di quest'anno e mezzo. Un'attività politica che è andata di pari passo con l'attività di dismissione di parti importanti e consistenti del patrimonio radicale.

Il partito in rete di cui siamo chiamati a porre le prime basi comporta l'elaborazione di un lavoro che se oggi è in una fase di progettazione, domani dovrà iniziare a essere operativo. Si può partire, ad esempio, dalla realizzazione di un giornale o magazine on line. Le attività da svolgere in parallelo solo per enunciarne qualcuna sono varie:

- la verifica del sistema informativo e di comunicazione

- la verifica del sistema di interconnessione

- la verifica dell'hardware e del software complessivo

- la quantificazione delle risorse umane e finanziarie necessarie

- l'elaborazione di un progetto di fattibilità

- la ricerca di partner (incontri con Microsoft, Tiscali, Grauso).

Che vuol dire, per esempio, l'acquisizione di indirizzari di posta elettronica, l'out bound telefonico, l'utilizzo degli short message, l'utilizzo dei domini, ma questi sono solo alcuni esempi.

E se questa è solo un accenno che si riferisce alle questioni aperte da un punto di vista tecnico organizzativo, poi c'è da tenere conto dell'elaborazione politica e del processo che comporta per noi radicali individuare quegli elementi che provochino la creazione, l'apertura e l'accelerazione di quelle contraddizioni che rendano il sistema della politica italiana meno impenetrabile e inadeguato alle sfide poste dalla modernizzazione e dall'innovazione e le prospettive per noi di incidere nella politica di quelle che Emma Bonino ha definito le nuove libertà più utile a prospettive di sviluppo e di democrazia.

LA CAMPAGNA ONU

L'estate che ci aspetta, dunque, sarà una lunga estate calda. Che non potrà esimersi dal proseguire con la dovuta serietà - vista la portata della posta in gioco - quella campagna iniziata alcune settimane fa per la salvezza della libertà di espressione all'interno delle Nazioni Unite. Metà ottobre è la data indicativa in cui in sede di ECOSOC si deciderà se il Partito radicale conserverà o meno il suo status consultivo di prima categoria come Organizzazione Non Governativa. Sarà quella la data in cui si deciderà se saremo ancora le voci del dissenso, le voci dei condannati a morte, le voci di chi vuole combattere i proibizionismi liberticidi e generatori di corruzioni, illegalità e totalitarismi, le voci di chi come noi si batte per la libertà di espressione delle minoranze, le voci di chi vuole globalizzare come si è detto bene qui i diritti e le libertà e non solo le merci. La campagna che potremmo definire campagna ONU dovrà crescere a livello innanzitutto internazionale e trovare adesioni e solidarietà.

Il Partito radicale transpartito e transnazionale, come scrive Pannella, non può confondersi con la campagna ONU. Certo, ma quella campagna può rappresentare la premessa per rilanciarlo.

IL NUOVO SOGGETTO POLITICO - L'ITALIA

E intanto il nostro essere soggetto e organizzazione politica deve trovare una forma nuova per affrontare il progetto di rilancio delle ragioni che sono state alla base della strategia referendaria e di questo comitato nell'ultimo anno e mezzo. Certo, combattere la cultura dei miracoli in Italia è difficile, così come non è facile scardinare un sistema consociativo volto alla conservazione quotidiana di se stesso. La prospettiva aperta da Pannella è come sempre alta e ricca di rischi. Ancora una volta dovremo seguire l'imperativo del mettersi in gioco. Cercare interlocutori in quel mondo imprenditoriale che stenta a liberarsi dai vincoli della politica figlia del sistema proporzionale che ha governato l'Italia per quasi 50 anni e che continua, attraverso le nuove forme dettate se volete dal Mattarellum o se vogliamo dall'assenza di una riforma elettorale uninominale del sistema elettorale, a governare anche i processi produttivi e di rappresentanza del mondo economico e imprenditoriale. Se Berlusconi, come è

probabile, vincerà le elezioni il conflitto di interessi non sarà tanto quello posto in questi giorni, ma sarà probabilmente un conflitto di interessi tra gli interessi e le istante liberali e gli interessi e le istanze conservatrici che sempre più caratterizzano quella che abusivamente viene chiamata la casa delle libertà. Così come un conflitto d'interessi si pone per quel centro-sinistra, che rischia di restare ancorato a una cultura post-comunista che ne limita le potenzialità innovatrici e liberaldemocratiche. Una presenza radicale, come Pannella dice, di minoranza nel Parlamento italiano non potrebbe che limitare i danni inflitti da quel conflitto di interessi e dar voce agli interessi autenticamente liberali che vogliamo rappresentare. La prospettiva di un risultato elettorale che consenta ai radicali di entrare in Parlamento se vista oggi sembra difficile. Va però costruita ed alimentata con l'iniziativa politica e con la forza delle idee.

L'attività di queste settimane sarà anche - non potrà non esserlo - un'attività di raccolta di adesioni politiche e finanziarie su questo progetto ed anche di iscrizioni a quel Partito Radicale di cui dobbiamo contemporaneamente garantire la possibilità di esistere.

Sul piano finanziario, ho già detto nel corso della relazione. Ho già detto che il denaro per le iniziative è tutto da trovare, così come è tutto da trovare il denaro necessario per il mantenimento della struttura nell'assetto attuale (circa 4 miliardi per la parte restante dell'anno, compresi le situazioni pregresse di debito nei confronti dei terzi); così come è da trovare il fabbisogno finanziario di altri 4 miliardi per coprire finanziariamente di qui alla fine dell'anno il debito prodotto dalle iniziative dell'ultimo anno e mezzo.

La dimensione dell'autofinanziamento necessaria a quest'impresa complessiva, ancora una volta non è, a mio avviso, quella dei miliardi, ma quella delle decine di miliardi.

Come dire, care amiche e amici,

tra qualche giorno la politica ufficiale andrà in vacanza. I radicali resteranno in campo, da vivi, a lavorare.

Grazie a tutti

 
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