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Conferenza Rivoluzione liberale
Aduc Associazione - 1 agosto 2000
TURISMO E AGENZIE

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

URL: http://www.aduc.it

mailto aduc.it@aduc.it

Tel.055290606 - 0552302266

LA FIAVET VUOLE OBBLIGARE I CONSUMATORI A COMPRARE BIGLIETTI E VIAGGI SOLO ATTRAVERSO LE AGENZIE, SPACCIANDO IL SUO INTERESSE PRIVATO PER QUELLO PUBBLICO

Firenze, 1 Agosto 2000. Il presidente della Fiavet (federazione italiana agenzie di viaggi e turismo) ha fatto conoscere la sua contrarieta' alla vendita di biglietti e viaggi online o tramite bancomat. Per Antonio Tozzi le agenzie devono continuare ad essere il riferimento dei consumatori.

Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.

Quando si tratta di difendere gli interessi della categoria di riferimento, le specifiche associazioni sono sempre in prima fila. E non ci sarebbe niente di male se fossimo in una situazione di libero commercio, che nel nostro caso, invece, non e'. Anzi. La Fiavet, con questo intervento, ha voluto ribadire che i viaggi e il turismo debbono obbligatoriamente passare attraverso le agenzie, che, in questo modo, incassano la loro percentuale sul venduto, senza assunzione diretta di responsabilita' per cio' che vendono: mediatori di prodotti fatti e confezionati da altri, dove la responsabilita' dell'agenzia si limita alla transazione del denaro dalle tasche del consumatore a quelle del tour operator o del vettore di trasporto (aereo, ferroviario, etc..).

E' evidente che questa e' una gabella imposta dalla Fiavet, per far guadagnare le agenzie far spendere di piu' il consumatore. Non contestiamo il fatto che le agenzie servano ad indirizzare il consumatore nelle sue scelte e ad aiutarlo nella migliore scelta qualita'/costo, ma il fatto che secondo la Fiavet questa non debba essere una scelta del consumatore, ma un obbligo. E' tutto qui il problema, ed e' per questo che la Fiavet si muove. Il suo potere ne verrebbe meno e i profitti di molte agenzie che campano solo per posizione di rendita, verrebbero meno.

Siamo in presenza di un ennesimo caso in cui, l'obbligo gestito da un'associazione di categoria, fa l'interesse privato di quest'ultima, spacciandolo per quello di tutti i consumatori.

 
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