Roma, 5 agosto 2000 - "Il potenziale politico e anche elettorale del movimento radicale risulta ormai strutturalmente, nell'elettorato italiano, dai risultati referendari del 1997 e di quest'anno, dal voto delle europee, e da quanto pressoché unanimi i sondaggi indicavano ancora tre giorni prima del voto delle regionali del 16 aprile, prima -cioè- del combinato disposto degli interventi ugualmente menzogneri di D'Alema e di Berlusconi senza possibilità di risposta da parte radicale.
Occorre ora, con determinazione ed urgenza, porre la parte più riformatrice della classe dirigente italiana (sociale, economica e anche politica) dinanzi al valore determinante (per la prossima legislatura -quale che sia l'esito delle elezioni politiche del 2001-) che assumerà la presenza o l'assenza di una forte e folta presenza "radicale" in Parlamento, per inchiodarlo alla necessità della Riforma liberale, federalista e libertaria, "americana" del nostro paese.
Le Liste Bonino, e comunque radicali, devono dunque immediatamente porsi l'obiettivo di superare di slancio il 4% delle possibilità di voto, per riconquistare le posizioni delle elezioni europee; se ciò accadrà, i due Poli di regime non mancheranno di porsi in termini per loro ancora imprevisti il problema di accordi strategici e/o elettorali con noi.
Vi sono tre "ticket", in questo caso, all'orizzonte possibili: il Bonino-Rutelli (o Amato); il Bonino-Martino (o Tremonti); il Bonino-Di Pietro, con progetto e programma riformatore di assoluta chiarezza radicale".