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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Angiolo - 8 agosto 2000
Caro Marco, io trovo sempre molto stimolanti i tuoi interventi, e anzi ti avevo chiesto, in altra occasione, dettagli ulteriori sui quali volevo aggiornarmi, perché ovviamente non sono uno specialista e vorrei sempre tener conto di quanto accade in questo, o in altro settore che mi interessi. Anche questa volta, avrei voluto chiederti come procurarmi le disposizioni francesi cui tu facevi riferimento. Purtroppo, come precedentemente, temo il mio desiderio resti inappagato. Cercherò di rimediare a settembre, cercando altri canali. Ma, ripeto, le tue osservazioni mi interessano sempre, e positivamente.

C'è però un punto su cui vorrei subito risponderti, proprio per respingere ab imis le tue considerazioni, partendo dall'esempio un po' maramaldo della Gioconda. Tu dici che la Gioconda viene protetta dai vandali, perché ha un interesse economico. Ecco, qui è il nocciolo del dissenso e, se permetti, l'insufficienza del tuo ragionare: la Gioconda viene protetta non perché ha un interesse economico, ma proprio per salvaguardare la sua "inutilità" di opera d'arte. Per salvaguardare la possibuilità della sua "contemplazione inutile, disinteressata", che la fa opera d'arte e non opera utilitaria, manufatto d'uso. Se non si tiene fermo questo concetto, si smantella il senso stesso della conquista, secolare, della cultura, che "distingue", appunto, l'arte dall'utile (ciò che non comprende, macroscopicamente, la filosofia dell'utilitarismo anglosassone e il suo "riduttivismo", che è stretto parente dell'economicismo marxiano).

La nascita e la crescita del "pubblico" è proprio nel riconoscimento dell'intrinseco "valore" dell'inutile, al quale l'utilitarismo del privato non può dare protezione (giustamente, dal suo punto di vista). Il "pubblico" si fa carico, a vantaggio di tutti e a reddito "differito", di ciò che, essendo inutile, come un'opera d'arte, non può essere affidato all'interesse del profitto, che ha altre regole.

E per favore, quando parli dei marmi del Foro Italico, che non sono salvaguardati perché etc. etc.. No, essi sono danneggiati solo perché i pubblico manca ai suoi doveri.

Del resto, in queste stesse ore giganteschi incendi stanno distruggendo boschi e patrimonio verde in Catalogna (Aznar) e in California. Dunque, c'è una matrice mondiale dell'incendio dei boschi che non sta nella cattiva regolamentazione italiana.

Grande attenzione alle tue osservazioni, e debito mio di informazione (i tuoi precedenti msg li ho tutti registrati, stampati, ecc.) e perfino attesa di tuoi aggiornamenti (che, ahimé, non verranno), ma rifiuto assoluto di un assolutismo utilitaristico che, a mio modestissimo avviso, getta a mare storiche conquiste della cultura. Riformare le leggi urbanistiche, OK, stare attenti - per esempio - all'operazione Tatcher a Londra, ok. Affidarsi all'interesse come supremo regolatore del "bene", ahimè, no. (Del resto, mi pare che il Giappone, dove non ci sono leggi urbanistiche generali (all'incirca) non faccia grande urbanistica.

 
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