Quanto tu dici della contemplazione della sua inutilità come opera d'arte può essere sostenibile sul piano logico per arti figurative come la pittura o la scultura meno per l'architettura e la città.Osservando una pittura, ci troviamo davanti al messaggio ed al contenuto filosofico, religioso o politico di un'artista o di una civiltà che ci hanno preceduto e quindi l'azione di tutela è finalizzata alla conservazione della possibilità di contemplare, leggere quel testo un pò come si legge un romanzo con la stessa utile "inutilità". Davanti ad un'architettura e a un pezzo di città ci troviamo a qualcosa di ben diverso: il suo valore è dato dalla combinazione dei valori e degli usi che nel tempo ha assunto e di quello che attualmente gli viene riconosciuto, perchè i contenuti funzionali, strutturali e tipologici sono riferimenti necessari per la lettura di un qualsiasi testo architettonico a meno che non parliamo di monumenti morti. Ciò che quindi tuteliamo non è tanto la contemplazione della sua inutilità ma la possibilità che abbiamo di usarlo e di disporne al fine di meglio organizzare la vita di una città e i suoi ritmi. Ecco forse riemergere l'interesse come supremo regolatore del "bene" ????