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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Marco - 8 agosto 2000
Torno sull'insufficienza del mio ragionamento per puntualizzare che non ho mai detto che la Gioconda va conservata soltanto per il suo valore economico ma ho detto che la tutela finalizzata alla contemplazione della sua inutilità di opera d'arte da parte di milioni di visitatori comporta dei vantaggi economici che l'amministratore di quel bene non trascura.
Quanto tu dici della contemplazione della sua inutilità come opera d'arte può essere sostenibile sul piano logico per arti figurative come la pittura o la scultura meno per l'architettura e la città.

Osservando una pittura, ci troviamo davanti al messaggio ed al contenuto filosofico, religioso o politico di un'artista o di una civiltà che ci hanno preceduto e quindi l'azione di tutela è finalizzata alla conservazione della possibilità di contemplare, leggere quel testo un pò come si legge un romanzo con la stessa utile "inutilità". Davanti ad un'architettura e a un pezzo di città ci troviamo a qualcosa di ben diverso: il suo valore è dato dalla combinazione dei valori e degli usi che nel tempo ha assunto e di quello che attualmente gli viene riconosciuto, perchè i contenuti funzionali, strutturali e tipologici sono riferimenti necessari per la lettura di un qualsiasi testo architettonico a meno che non parliamo di monumenti morti. Ciò che quindi tuteliamo non è tanto la contemplazione della sua inutilità ma la possibilità che abbiamo di usarlo e di disporne al fine di meglio organizzare la vita di una città e i suoi ritmi. Ecco forse riemergere l'interesse come supremo regolatore del "bene" ????

 
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