In modalita' tutt'altro che definite, ai primi di ottobre prossimo verra eletta una fantomatica quota del 25% del coordinamento di comitato dei radicali.Non si capiscono almeno tre semplici punti:
1. Non si sa se l'elezione avverra' a liste chiuse o se, al contrario, si potranno indicare singoli can didati
2. Non si sa se quel 25% andra' a aggiungersi o se fara' parte del totale gia' esistente. Ad esempio: se riducono il coodinamento a 4 persone, tenendo per se' Capezzone, Cappato e Bernardini (la Rita amici, vi ricordo che ne fa ancora parte nonostante tutte le recenti sceneggiate) per liberare solo un posto, e' ovvio che verra' eletto Della Vedova o Stanzani o Micheletta, per dire.
3. Nel partito di Mao esisteva la possibilita' di esprimere dissenso, cosi' si riconoscevano coloro ai quali sarebbe mozzata la testa. Qui il rischio non e', secondo me, interno a Roma, ma il rischio e' per chi decidesse di candidarsi fuori dall'ambiente romano. Ad esempio, se io mi candidassi, ed e' solo un esempio, subirei gli strali di alcuni che mi sono vicini, e che vedrebbero in questa mossa solo un modo per farsi vedere o di dipendenza psicologica verso il clan della Capitale. Se, ancora per fare un esempio, si candidasse la Dyson di Bergamo, dopo subirebbe le angherie, anche in tribunale, ovviamente, da parte del consigliere PIncopayllier.
Perche' candidarsi? Conoscete altri movimenti politici e/o d'opinione con un organo elettivo?
Se poi qualcuno vuol parlare di autonomia, si chiarisca le idee sulla differenza tra autonomia e solitudine (vedi la storia da Socrate a Tamburi).
Attendo polemiche, grazie.