Torino, 11 Agosto 2000
Nel mese di giugno, i parlamentari nazionali ed europei ed i consiglieri regionali della Lista Bonino hanno compiuto circa 50 visite ispettive e incontri nelle carceri italiane.
Fra gli altri, i consiglieri regionali radicali Palma e Mellano hanno visitato gli istituti di pena piemontesi di Torino Vallette, Saluzzo, Cuneo, Fossano, Alba, Asti, Alessandria, Biella, Vercelli, Novara e Verbania.
Sulla base dei dati raccolti, i parlamentari e i consiglieri regionali hanno deciso di presentare presso la Procura Generale della Corte di Cassazione un esposto/denuncia in cui sono illustrati i dati (anche relativi a singoli casi) raccolti nel corso delle visite e nella corrispondenza intrattenuta con i detenuti e con i loro familiari.
L'esposto costituisce una esplicita richiesta di indagine, di natura giudiziaria e non solamente 'politica', sulle responsabilità di quanti, per il proprio potere di governo, direzione e controllo sul 'pianeta carcere' (in primo luogo, quindi, i Ministri di Giustizia, i Direttori Generali del DAP, i Presidenti dei Tribunali di Sorveglianza degli ultimi anni), hanno concorso a rendere il 'funzionamento fisiologico' del sistema penitenziario del tutto indipendente dai principi dell'ordinamento e del sistema penale italiano.
I consiglieri regionali radicali, che quest'oggi hanno nuovamente visitato il carcere delle Vallette, hanno inviato copia dell'esposto denuncia al procuratore generale della Corte d'Appello di Torino, per gli aspetti di sua competenza.
Nella scheda allegata, si trasmette un quadro riassuntivo dei dati contenuti nell'esposto denuncia.
I consiglieri regionali radicali Bruno Mellano e Carmelo Palma hanno dichiarato:
"Il carcere italiano è il luogo dell'illegalità; non esiste settore della pubblica amministrazione che come il sistema penitenziario 'funzioni' del tutto a prescindere dalle norme di legge che dovrebbero stabilirne la disciplina e l'organizzazione. Dunque, presentare un esposto denuncia su questi temi, non significa partecipare all'indegna speculazione sulla e, più spesso, 'contro' la pelle dei detenuti e degli agenti di custodia, dei direttori e degli operatori carcerari. Significa richiedere la verifica delle responsabilità a cui deve essere fatta risalire una situazione 'di fatto' illegale. Insomma: una cosa seria.
L'illegalità del 'pianeta carcere' è sistematica e generalizzata. L'illegalità è la regola, il diritto l'eccezione. Non vogliamo mettere affatto in dubbio la solerzia e l'impegno di quanti sono costretti a far quadrare ogni giorno il cerchio, in situazioni di obiettiva difficoltà. Ma non è tollerabile che questa difficoltà diventi un alibi per consolidare, o 'giustificare' una situazione che costituisce in sé un fattore di rischio e di insicurezza non solo all'interno del carcere, ma per l'intera società."