Un consiglio: il rigetto e lo schifo che hai giustamente provato dopo aver visitato i luoghi di redenzione (te l'immagini come si redimono dopo un simile soggiorno ...), non usarlo per parlare di liberta' quando sei fuori dei reclusori, perche' faresti il gioco del boia Fassino: levarti anche l'aria quando sei dentro per farti credere che quella puzzolente che c'e' "fuori" sia invece pura. E' il gioco di tutti gli Stati che usano il carcere come luogo di espiazione della pena, e che -come nel caso del Belpaese- dicono tutto e il contrario di tutto per ingarbugliare le carte e non far capire piu' nulla, tranne che loro sono buoni e per l'umanizzazione delle carceri (la piu' grossa bufala del secolo che ci stiamo lasciando alle spalle, perche' l'umanizzazione delle carceri e' la loro abolizione, altrimenti il carcere di una societa' civile e' solo lo specchio di quella societa', non altro .... e Regina Coeli e' lo specchio di cio' che amministra il boia Fassino).
E' giusta l'osservazione sui radicali in prima fila, con un piccolo ma non secondario neo: nel loro sindacato di se stessi continuano a denunciare, solo denunciare, denunciare bene e mirando giusto, ma solo denunciare. Fanno bene a non confondersi con i gruppi religiosi che svolgono la loro funzione confessionale spacciandola per lotta al degrado e, per l'appunto, per l'umanizzazione delle carceri. Ma il fatto che quello che ti dicono loro sono le stesse cose che ha detto Gobetti sulle carceri del suo tempo, fa riflettere su cosa e come stanno operando: sicuramente sono l'occasione, ma si resta li'.
Un saluto da un recluso, e grazie per avermi dato l'opportunita' con la tua sentita testimonianza