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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 16 agosto 2000
Da "La Stampa"pag.5

15 Agosto 2000

L'esponente radicale difende le battaglie sui diritti civili degli anni 70

Amato sbaglia è subalterno ai cattolici

Emma Bonino attacca il suo manifesto: difendo i valori laici

Intervista

Gigi Padovani

Sarà un ferragosto al lavoro, come ai tempi delle battaglie sui diritti civili, quello di Emma Bonino. A Fontana di Trevi, invece di raccogliere firme per qualche referendum, oggi la leader radicale sarà davanti alla tastiera di un computer per far decollare il partito elettronico .

E' super-impegnata, stanca per il lavoro sul Web ed al server radicale, ma la protagonista di tante lotte per la laicità dello Stato vuole dire la sua sul manifesto di Giuliano Amato per il centrosinistra pubblicato domenica da "La Stampa": lo giudica "subalterno alla controparte cattolica". Mentre al Silvio Berlusconi che si candida a guidare il Paese, lancia un messaggio: "Per due anni sarà luna di miele, farà qualche riforma, poi si arenerà come gli altri. Con questi partiti non governa neppure Mandrake, figuriamoci Amato o il Cavaliere". Inutile però ricordarle le voci di un suo possibile incarico all'estero, commissaria dell'Onu sui rifugiati: " no comment non decido io".

ALLORA, ONOREVOLE BONINO, DI NUOVO IN PISTA ?

Mi ero messa un po' da parte, dopo il 21 maggio, quando comunque votarono 12 milioni di italiani come chiedevamo noi. Mi spiegarono che i temi erano giusti, ma non si affrontano con l'accetta dei referendum. Ho aspettato il cesello parlamentare, ma non ho visto niente: né amnistia né indulto, né riforma elettorale o economica. Sui problemi strutturali è tutto fermo.

DUNQUE NEPPURE L'AMATO PREMIER LE PIACE, OLTRE A FARLA ARRABBIARE QUANDO PARLA DI LAICI E CATTOLICI?

Il governo Amato del 92 aveva lavorato bene, ma oggi neanche Mandrake riuscirebbe a far funzionare una coalizione di dieci partiti. Sia oggi lui o domani Berlusconi.

IL LEADER DEL POLO SI DICE PRONTO A PRENDERE IN MANO IL PAESE, DOPO IL VOTO

Berlusconi avrà un anno o due di luna di miele con il Paese, farà le riforme già mature, che questa sinistra pavida non fa, per via dei Salvi e dei Cofferati: intendo dire il tempo determinato, il part- time, un po' di detassazione. Dopo di che arriveranno i nodi grossi, come le pensioni e si dovrà fermare. Quando qualcuno entra a Palazzo Chigi, pensa di essere a Downing Street, invece è solo a Roma

DOVEVATE ESSERE VOI IL TERZO POLO, INVECE SI ANNUNCIA DI PIETRO.

Ma per favore, lasciamo stare. Non si capisce neppure con che sistema si andrà a votare. Probabilmente sarà il Mattarellum. Ora chiedo ai cittadini, agli imprenditori, ai disoccupati: davvero non vi serve un gruppo di determinati radicali liberali?

QUINDI ALMENO SU UN PUNTO E D'ACCORDO CON IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: LA POLITICA E MALATA.

Sì, lo condivido. Però voglio spiegarmi. Da laica ho un grande rispetto per i cattolici e i loro valori. Su molte cose ci siamo trovati in trincea insieme, come sulla pena di morte, da liberale ritengo poi che alcuni decenni di egemonia culturale della sinistra abbiano prodotto guasti profondi nel nostro Paese. Però nessuna di queste due ragioni mi fa invocare una egemonia culturale cattolica, come mi sembra alla fine dica Amato.

ANCHE IL FILOSOFO MASSIMO CACCIARI, UN ESPONENTE DEI DEMOCRATICI DA SEMPRE MOLTO CRITICO VERSO LA SINISTRA , E D'ACCORDO CON AMATO.

Cacciari pare convinto che l'unico leader sia Giovanni Paolo II. Ho grande rispetto per altri grandi personaggi del mondo, portatori di valori, come il Dalai Lama, Nelson Mandela, la birmana premio Nobel Aung San Su Kyi, l'economista indiano Amartya Sen. In più vorrei segnalare che tra i cattolici c'è anche un don Gelmini, che indice le crociate contro i mussulmani. E un Bossi, che usa come una clava la civiltà cristiana per spargere odio e xenofobia. I valori di cui parla Amato sono quelli che pretendono di difendere anche Casini e Buttiglione.

DEDUCO CHE IL SUO GIUDIZIO COMPLESSIVO SULLA CARTA DEI VALORI DI GIULIANO AMATO SIA PERLOMENO CRITICO.

Un manifesto già c'è, è la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. C'è il rischio che una gradevole chiacchierata agostana ad Ansedonia finisca con lo svilire problemi che hanno portata e peso di rilievo storico. Il tema del rapporto tra laici e cattolici ha precedenti illustri, che vanno tanto per fare due nomi accessibili a tutti, dal Manzoni a Fogazzaro. Manzoni fu un autentico cattolico liberale, che tuttavia non esitò a schierarsi con Cavour e il movimento risorgimentale.

LA CRITICA DI AMATO ALLA STAGIONE DEI DIRITTI CIVILI, CHE SONO SCAPPATI DI MANO ALLA SINISTRA LAICA, E PESANTE.

Capisco che Giovanni Paolo II ci richiami ai milioni di bambini mai nati a causa dell'aborto: è comprensibile da chi ha l'Assoluto come tema e l'Eterno come prospettiva. Ma che dichiarazioni così dure e pure contro l'aborto e altri "disvalori", come la droga, il divorzio, l'eutanasia, vengano da un uomo di governo, è un fatto grave. Sono argomenti reazionari. Chi ha responsabilità politiche sa che non può partecipare alla lotta tra il Bene e il Male, ma al massimo deve optare per il male minore. Quindi scegliere tra aborto clandestino e aborto legale, tra droga libera perché proibita e droga controllata perché regolamentata.

AMATO SOSTIENE CHE SI E DIMENTICATO IL VALORE DELLA RESPONSABILITA VERSO GLI ALTRI.

Contesto questa affermazione. Magari è caduto fuori dell'attenzione di che si empie la bocca dei diritti e poi ne fa carta straccia, cosa che in Italia è ormai prassi drammaticamente usuale. Una cultura dei diritti o si fa carico della "responsabilità verso gli altri" o non è tale, è semplicemente una turlupinatura.

PERO LA SOCIETA, AFFERMA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, HA BISOGNO DI UN TESSUTO CONNETTIVO.

Contrapporre l'individuo alla società, caricando il primo di tutte le colpe e attribuendo valori solo a questa è il frutto del peggior sociologismo reazionario.

DICA LA VERITA, SIGNORA BONINO, LEI NON VUOLE METTERSI IN DISCUSSIONE, DA LAICA, COME CHIEDE IL PREMIER.

La mia cultura, o educazione, o esperienza di militante, mi ha insegnato che essere laico significa sempre mettersi in discussione, senza sentirsi deboli, spauriti e sfiduciati di fronte all'uomo di fede e alle sue certezze. Se penso alle nostre campagne contro lo sterminio per fame, contro la pena di morte, per istituire il tribunale internazionale sui crimini contro l'umanità, all'impegno sulle mine anti-uomo, ai nostri sforzi contro le mutilazioni genitali femminili, da laica non mi sento né priva di valori né di attenzioni verso gli altri. Spiace invece che questo sforzo e patrimonio comune non venga riconosciuto proprio dai laici.

 
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