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Partito Radicale David - 18 agosto 2000
Le Monde: Alle Nazioni Unite le ONG danno fastidio
Venerdì 18 agosto 2000

di Jean Claude Buherer

traduzione

Perchè ha permesso ad un rappresentante ceceno di esprimersi, in aprile, davanti alla commissione dei diritti dell'uomo di Ginevra, una organizzazione non governativa rischia di vedersi privata del suo stato consultivo alle Nazioni Unite.

Già l'anno scorso, una ONG svizzera, Christian solidarity, era stata esclusa su domanda di Kartum per aver invitato il capo dei ribelli sudisti del Sudan, John Garang, a prendere la parola nella stessa commissione.

Questa volta è il Partito Radicale Transnazionale che è oggetto di una procedura di sospensione, o di espulsione, iniziata da Mosca, con il sostegno attivo di alleati tanto diversi come la Cina, Cuba e il Sudan.

All'origine di questa denuncia, la Russia accusa il Partito Radicale di aver infranto le regole e i principi delle Nazioni Unite offrendo una tribuna a un emissario dei " separatisti e terroristi " ceceni. In effetti, l'ONG incriminata aveva semplicemente ceduto 5 minuti del suo tempo di parola davanti alla commissione a Akhiad Idigov, presidente della commissione esteri del Parlamento ceceno, un'istituzione creata da Mosca in seguito all'accordo russo-ceceno concluso nel 1997. Ma questa breve testimonianza è apparsa intollerabile alle autorità russe, che si sono afferttate a reclamare l'espulsione del PRT dall'ECOSOC, il Consiglio economico e sociale, dal quale dipendono le ONG.

Da allora la sorte del Partito radicale transnazionale si trova nelle mani dell'ECOSOC, che dovrebbe decidere definitivamente in principio alla fine di settembre. Per il momento, il caso del PRT e di altre ONG, messe sotto accusa per " condotta inappropiata o qualsiasi altra infrazione, reale o supposta, al regolamento è stata a lungo dibattuta dai 19 Stati membri incaricati di vigilare alla buona condotta delle ONG all'ONU. Come è costume, le denunce depositate provengono da quegli stessi paesi che sono maggiormente messi sotto accusa alla Commissione per le violazioni ripetute ai diritti dell'uomo.

Sempre in testa a questa battaglia, Cuba e Cina hanno anche avanzato una denuncia contro l'associazione americana per la difesa delle libertà dei cittadini, Freedom House. Havana l'accusa di aver accreditato un giurista membro di un'organizzazione vicina agli ambienti anticastristi e non riconosciuti dall'ONU.

Da parte sua, non solo Pechino accusa Freedom House di aver invintato degli " elementi anticinesi " a una tavola rotonda, ma si lamenta anche del segretario dell'ONU, che aveva " stranamente fornito i suoi servizi di interpretazione per la discussione".

Aprendo la strada, il rappresentante del Sudan ha accusato l'ONG americana di aver osato pretendere nel suo ultimo rapporto che la Cina, Cuba e il suo paese non erano degli Stati democratici. Il delegato russo si è chiesto su quali criteri si era basata Freedom House per emettere un tale giudizio. A questo nocciolo duro si sono aggiunti il Pakistan, la Turchia e persino l'India in una coalizione di circostanza per tentare di regolare i conti con il Partito Radicale Transnazionale, ciascunao avendo qualcosa da rimproverare . non contenta di averlo accusato di dare la parola a un' " organizzazione terroristica ", la Russia non ha esitati a sospettarlo di essere implicato nel traffico internazionale di stupefacenti, ricordando le sue posizioni in favore della liberalizzazione delle droghe leggere.

Il PRT ha invano cercato di denunciae l 'assurdità di queste accuse, il Comitato delle ONG ha raccomandato alla fine di luglio la sospensione per tre anni del suo status consultivo.Ma in seguito a serie riserve espresse da diverse delegazioni, il PRT ha ottenuto un rincio fino al 16 settembre per portare nuovi elementi di ulteriore spiegazione, prima che il Consiglio economico e sociale dell'ONU non prenda la sua decisione. Il rappresentante russo non si è astenuto comunque dal dire che la sospensione del PRT deve servire come avvertimento perchè tutte le ONG si conformino ai principi della risoluzione 1996 31 che le regola e alla Coarta delle nazioni unite

Aldilà di un semplice punto di procedura, questo dibattito pone in modo più generale la questione del ruolo delle ONG e del ruolo dei diritti dell'uomo all'ONU. Il comportamento di certe ONG può essere a volte criticabile e non possono sottrarsi ad un minimo di obblighi, ma certamente non a costo della libertà di espressione. Ora, per loro stessa natura, le ONG danno fastidio, disturbano. La loro conoscenza sul terreno le pone in prima linea per allertare l'opinione pubblica sulle realtà che le autorità del luogo preferiscono spesso ignorare. Di qui una volontà sempre più manifesta da parte di diversi governi non sempre democratici di richiamarle all'ordine (in senso metaforico), se non addirittura di mettere loro il bavaglio.

Limitare il dibattito

Le pressioni si sono accentate via via che le ONG si sono affermte come la principale voce per attirare l'attenzione sui conflitti interni. A partire dagli anni 80, dei testimoni diretti di questi contenzioni hanno potuto essere ascoltati alla commissione e alla sotto-commissione dei diritti dell'uomo. In seguito, in occasione di una sessione speciale dedicare all'ex-jugoslavia nel 92, alcune ONG hanno permesso a delle persone direttamente implicate di prendere la parola accreditandole. Lo stesso mezzo è stato utilizzato nel 1994 per il Ruanda e nel 1999 per Timor Est.

Nel corso degli ultimi anni, numerose personalità di diverse tendenze e origini, dissidenti o rifugiati, sono stati così in grado di esprimersi grazie all'aiuto delle ONG. Da allora, I governi accusati non hanno smesso di manovrare per far tacere queste voci dissidenti. Nel 1997, l'Indonesia aveva mobilitato I suoi alleati asiatici e musulmani per imbavagliare il premio Nobel pêr la pace e portavoce della resistenza di Timor, Josè Ramos Horta, per poi doverlo riconoscere come interlocutore indisppensabile. Meno di un anno più tardi, le nuove minacce di sanzioni vengono dalla richiesta di limitare il dibattito sui diritti dell'uomo all'ONU. L'offensiva è condotta da un gruppo di paesi che non sono molto attenti al rispetto delle libertà fondamentali. Non tollerando alcuna critica, questa maggioranza automatica moltiplica le manovre di corridoiio e di procedura per raggiungere i suoi obiettivi.

Così il 4 giugno 1999, giorno dell'anniversario del massacro di Tienammen, l'associazione Human Right in China, fondata da un gruppo di democratici cinesi, si è vista rifiutare lo Status di ONG presso le Nazioni Unite, con il pretesto che essendo i suoi mbri cinesi, necessitava dell'assenso di Pechino. Lo scenario si è ripetuto alla commissione dei diritti umani in aprile, quando la stessa coalizione, che va dalla Russia al Sudan, passando per Cuba e il Pakistan, è volata in aiuto della Cina per evitarle ogni possibile reprimenda sille sue mancanze in materia di diritti fondamentali.

Una tendenza analoga si manifesta alla sotto-commisssione dei diritti dell'uomo, attualmente in sessione e fino al 18 di agosto a ginevra. Principale innovazione, i dibattiti degli esperti che la comongono e delle ONG che vi partecipano sono stati ridotti da 4 a tre settimane. Altro cambiamento di rilievo, a cominciare da quest'anno, la sotto-commissione non adotterà più nessuna risoluzione cje riguardi la situazione di paesi specifici. Sullo slancio, Cuba ha proposto di ridurre il tempo di parola e di limitare a 7 il numero di rappresentanti di ciascuna ONG. Con 2012 ONG con Status consultivo riconosciuto, il pretesto è stato facilmente trovato. In effetti, l'ONU ha accettato un numero crescente di ONG che non ne portano che il nome e difendono le posizioni dei loro governi, dai quali dovrebbero essere in principio indipendenti.

Constatando questa deriva e rilevando la differenza di trattamento nei confronti delle ONG, un esperto deplora che i paesi favorevoli ai diritti dell'uomo si mostrano meno attivi dei loro avversari. Per la loro tenacia, le ONG sono divenute dei partenaire indispensabili della comunità internazionale, ma il loro parlar franco non è sempre per piacere a dei governi che le vorrebbero più docili. Per questi governi, l'universaltà dei diritti dell'uomo si ferma la doce comincia la loro sovranità. In dicembre 1998, l'assemblea generale dell'ONU aveva adottato una risoluzione che riconosce a ciascuno " il diritto di promuovere e lottare per la protezione e la realizzazione dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali ". Questa è una conquista che alcuni oggi cercano con ogni mezzo di rimettere in causa.

 
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