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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 21 agosto 2000
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da LA STAMPA, 21 agosto 2000

di Pierluigi Battista

Non e' pieta', ma insaziabile avidita' di giustizia sommaria. Non e' il rispetto dovuto ai poveri bambini massacrati che alimenta la voglia di forca mediatica per i pedofili, ma una mai sopita tentazione di caccia alle streghe che sceglie di volta in volta il bersaglio da linciare nel furore della folla. Sulle orme di un sanguigno tabloid inglese, ora vogliono sbattere il nuovo mostro, l'orco della pedofilia, in prima pagina, con foto, nome e indirizzo inclusi: liste di proscrizione in piena regola, e tanto peggio se nel mucchio ci scappa l'innocente. La caccia all'uomo, appunto. E anche la caccia al (presunto) mandante, al (presunto) complice, al (presunto) connivente.

Il fondatore di un'associazione che si suppone nata a tutela dei bambini oggetto d'abuso, il "Telefono Arcobaleno", semina il sospetto di una cospirazione di "ricchi e potenti" finalizzata alla protezione dei pedofili e lancia accuse indiscriminate contro tenebrose "lobbies culturali" che dietro il vessillo della "cosiddetta liberta' sessuale" guiderebbero la marcia di orde di pedofili sanguinari. Sul quotidiano Libero un convegno del partito radicale dedicato alla liberta' di Internet viene raffigurato come un sordido simposio a favore dell'impunita' dell'internazionale pedofila. Tempo fa il responsabile di "Telefono azzurro", Ernesto Caffo, si e' lanciato in apocalittiche scomuniche contro i genitori colpevoli di promuovere e ricercare il contatto fisico con i propri figli nel "lettone", neanche fosse il ricettacolo di pulsioni criminali.

Leggi eccezionali, invocano. Ma le leggi ci sono gia'. E allora si invoca la legge barbarica del processo in piazza, ovviamente senza diritto alla difesa, col pedofilo gettato in pasto a un'opinione pubblica che addobba di sentimenti virtuosi l'impulso antico al rogo del mostro (presunto). E le fiamme del rogo non possono mai estinguersi. In Germania, assieme a quelle del pedofilo, vogliono sbattere in prima pagina le foto dei neo-nazisti. Beato il Paese che non ha bisogno di mostri.

 
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