E' il titol odi un bel libro riproposto dalle edicioni Libri Liberal, Firenze e narra la storia (autobiografica) di Dante Corneli, italiano di Tivoli, operaio, fuggito in Urss nel 1922 dopo aver ucciso uno squadrista.Fu arrestato nel '36 in fabbrica per aver simpatizzato con Trotski.
Dieci anni nel lager di Vorkuta, citta' artica del carbone.
Secondo arresto nel '49 ed esilio nella regione di Krasnojarsk, Siberia.
Torna da solo in Italia nel '60 ed incomincia a scrivere cose che non piacciono molto ai dirigenti del PCI (tranne a Umberto Teracini che se ne interessa).
La sua e' un'accusa contro Palmiro Togliatti che, in nome della realpolitik, non mosse un dito per salvare 200 emigrati italiani quasi tutti comunisti fucilati da Stalin (anche il cognato Rebotti fini' con due vertebre rotte e in carcere).
Il libro era gia' apparsi nel '77 nelle edizioni La Pietra. Antonio Corneli il curatore.
(da un articol odel Sole24 ore di oggi)
gv
