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Conferenza Rivoluzione liberale
Poretti Donatella - 2 settembre 2000
PIO IX E LA PADANIA

LA PADANIA, martedi' 29 agosto 2000

Nord Cultura

IL 3 SETTEMBRE IL PONTEFICE SARA' BEATIFICATO. UNA FIGURA DA RIVALUTARE

PIO IX E I FALSI MITI DEL RISORGIMENTO ITALIANO

di Paolo Gulisano

Il prossimo 3 settembre papa Pio IX salira' alla gloria degli altari, essendo state riconosciute dalla Chiesa le sue virtu' di santita' attraverso un processo scrupolosissimo durato quasi un secolo. Un papa la cui figura ha giganteggiato nell'800, il secolo terribile delle rivoluzioni liberali e nazionaliste, del positivismo e dell'assolutismo scientista, il laboratorio da cui sono scaturiti gli orrori del Ventesimo secolo, alcuni dei quali, come la manipolazione genetica con le sue inquietanti pretese di onnipotenza, ci minacciano ancora. Chi scrive ha voluto rendere omaggio con un libro a questo grande pontefice, che il mondo cristiano intero guardo' con ammirazione e che solo l'ideologia italiana liberalmassonica condanno' all'esecrazione perpetua per essersi opposto risolutamente all'unificazione forzata dei liberi e sovrani stati della Penisola. Il solo fatto di aver parlato bene di questo pontefice ha procurato a me e agli amici e colleghi dell'Associazione culturale Identita' Europea che hanno realizz

ato al Meeting di Rimini la Mostra "Un tempo da riscrivere: il risorgimento italiano" la condanna aprioristica, intollerante e senza discussioni della cultura giacobina italiana, sia di destra che di sinistra: da Montanelli a Scalfari sono fioccati gli editoriali indignati, gli insulti ineleganti, persino gli "avvertimenti" a chi di dovere perche' cose del genere non accadano piu'. Subito e' scattata la parola fatidica - revisionismo!- per cercare di chiudere la bocca a chi cercava semplicemente di aprire un dibattito sui problemi innescati dalla rivoluzione risorgimentale e che rimangono attualissimi, come il federalismo, il rispetto delle identita' locali, la difesa delle liberta' fondamentali, prima delle quali quella religiosa.

L'UNITA': SCELTA NON OBBLIGATA

Non si e' voluto minimamente prendere in considerazione la documentazione, le testimonianze, le prove che abbiamo portato per dimostrare che l'unificazione d'Italia, come venne a realizzarsi, non era affatto una scelta obbligata, non era l'unica soluzione possibile e doverosa come insegnano i libri di scuola, ma era anzi la via peggiore, quella che porto' allo Stato centralista, all'occupazione militare e al controllo poliziesco delle comunita' locali, alla cancellazione degli antichi usi civici, delle lingue e delle culture locali, alla devastazione delle economie di intere regioni. Il Veneto e il Friuli, ad esempio, fiorenti sotto l'amministrazione asburgica, divennero le vittime di una spoliazione che le ridusse a terra desolata e che innesco' un processo drammatico fino ad allora assolutamente sconosciuto: l'emigrazione di massa. Pio IX condusse una battaglia in difesa del patrimonio di Fede minacciato da quella che era un'autentica guerra contro la religione voluta dalle forze laiche e giacobine, una es

igua minoranza forte solo del potere delle Logge e dell'appoggio determinante del Governo britannico. L'Italia unita fu voluta, infatti, da un'Inghilterra che mirava ad avere come utile alleato un paese strategicamente proteso nel Mediterraneo, e l'oro inglese servi' a finanziare la spedizione dei Mille e la conquista del sud. Alle ragioni di interesse geopolitico si aggiungeva un odio ideologico per il cattolicesimo: il ministro degli interessi britannico Lord Russell paragono' la "rivoluzione italiana" alla Glorious Revolution inglese e Vittorio Emanuele a Guglielmo d'Orange, ovvero il simbolo stesso dell'estremismo anticattolico. Forse che Pio IX avrebbe dovuto accettare e avvallare tutto questo, davanti allo spettacolo delle fucilazioni di massa, dei vescovi imprigionati, dei monasteri chiusi a forza? Il Papa aveva davanti a se' lo spettacolo di una persecuzione religiosa e di una aggressione politica che si reggevano sulla truffa e sull'inganno: le annessioni dei vari Stati venivano sancite infatti con

dei plebisciti farseschi dove il voto a favore dell'unita' era platealmente coatto.

UNA PROPOSTA LUNGIMIRANTE

Pio IX si era a lungo impegnato, con tutta la diplomazia pontificia e col supporto di grandi figure come Antonio Rosmini e Don Bosco perche' fosse garantita la liberta' a quelli che, con un significativo plurale, chiamava "i popoli italiani". Quel Papa condannato implacabilmente come reazionario aveva invece una soluzione che oggi, a distanza di tanti anni, sembra l'unica veramente compatibile con le diverse realta' storiche, culturali e sociali italiane: la Confederazione. La Santa Sede si impegno' per arrivare ad un tale assetto politico attraverso contatti e colloqui che, mentre sembravano essere destinati al successo, vennero vanificati dalla scelta sabauda, pilotata da Cavour, del nazionalismo ad oltranza, dello stato centralista. Uno stato che, proprio in odio alla Fede e per umiliare il cattolicesimo, volle conquistare a se' Roma, il centro della Cristianita', citta' sacra seconda solo a Gerusalemme in ordine di importanza, per farne l'imborghesita capitale di un mediocre regno di secondo piano nel pa

norama internazionale, benche' animato dai furori visionari di chi voleva rilanciare le antiche ambizioni imperiali avventurandosi nelle follie belliche e coloniali. Si volle sradicare l'anima cristiana di Roma per imporle il laicismo mazziniano, si volle cancellare l'eredita' della tradizione cattolica per restaurare il paganesimo antico-romano idolatrante l'elmo di Scipio. Si voleva che Pio IX fosse l'ultimo papa, e a questo doveva servire l'assalto del 20 settembre 1870: sconfiggere definitivamente il cattolicesimo. In quegli anni erano accorsi a Roma in difesa del pontefice migliaia di volontari provenienti dall'Europa migliore: dall'Irlanda, dalla Scozia, dalla Bretagna, dalla Vandea, dal Tirolo, dalla Svizzera, e perfino da oltreoceano, dal Que'bec e dalla Louisiana; venivano dalle piccole patrie perseguitate per difendere la Grande patria della Fede, e le pagine della vicenda di coloro che vennero definiti "mercenari" dal potere italiano sono degne di essere ricordate con commozione. Pio IX sconfitto,

umiliato, offeso, maledetto dalla storiografia ufficiale giacobina, resta invece oggi come un gigante della storia cristiana e come un profeta, modello per chi vuole salvaguardare la liberta' dei popoli e della Fede.

 
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