Su "La Stampa" del 5/09/00 è apparsa la recensione di Lietta Tornabuoni al film "Il partigiano Johnny" di Guido Chiesa, tratto dall'omonimo romanzo di Beppe Fenoglio. Scrive la Tornabuoni:
<<... la coerenza della scelta antifascista, non importa se esercitata nelle formazioni comuniste o in quelle militari... il protagonista disertore prima si nasconde in una casa sulla collina, poi va con i partigiani unendosi ai primi che incontra, comunisti, e passando in seguito senza traumi con gli ex militari...>>.
I "militari" e gli "ex-militari" sono, in realtà, i partigiani "azzurri" (di ispirazione monarchica) della I "Divisione Langhe" del comandante Mauri, nelle cui file Beppe Fenoglio (e il partigiano Johnny) combatterono dopo una prima esperienza fra i partigiani "rossi", che Fenoglio, nel suo libro, sintetizza con il suo amato inglese "I am in the wrong sector of the right side". Fenoglio su sempre fermamente anticomunista e filomonarchico, tanto da votare per la monarchia nel referendum istituzionale del 1946.
Ma di tutto questo al regista Guido Chiesa non importa nulla:
<> e si unisce agli autonomi <>?No. Non era fondamentale. Sono divisioni che oggi interessano poco.
Johnny può essere Edgardo Sogno, il partigiano monarchico?
Assolutamente no>> ("La Stampa" citata).