E' un "sillabino" quello che offro ai lettori di questa conferenza, in occasione del XX Settembre. Niente a che vedere con "Il Sillabo e dopo", l'importante e bel libro di Ernesto Rossi, che ha spulciato i testi e le allocuzioni di Pio IX, Leone XIII, Pio X, Benedetto XV, Pio XI, Giovanni XXIII e Paolo VI. Io più modestamente mi sono limitato a raccogliere le frescacce che in nome di Dio sono state dette e scritte nel 1999 e nel 2000; e certamente molte me ne saranno sfuggite. Ma quelle raccolte offrono per chi ne ha la pazienza, uno spettacolo esilarante e avvilente insieme.
SCRITTORI BUONI E CATTIVI
Gabriele D'Annunzio, Samuel Beckett, André Gide, Peter Weiss, José Saramago tra i "cattivi". Eugene Ionesco, Giuseppe Ungaretti, Charles Baudelaire e Arthur Rimbaud, tra i "buoni": Civiltà Cattolica, la rivista della compagnia di Gesù, divide in due grandi gruppi gli scrittori europei più famosi degli ultimi 150 anni. Ma qual è il criterio che ha seguito padre Ferdinando Castelli, critico letterario del periodico, nel compilare la classificazione? Ha esaminato "gli atteggiamenti" dei narratori credenti e non credenti di fronte alla "paternità di Dio", distinguendo tra coloro che la negano, perché convinti che Dio non si curi degli uomini, e coloro che l'ammettono e ne approfondiscono il mistero.
(Agenzia AdN-Kronos, 9 gennaio 1999)
TROPPI MILIARDI. SUBITO UN FRENO SULLE GIOCATE.
"In Italia si gioca troppo ed è gravissimo che sia lo stesso Stato a sponsorizzare le tante, troppe lotterie che amplificate dalla TV creano false illusioni tra la gente. E' diseducativo e fuorviante, ad esempio, distribuire ogni sera miliardi come ha fatto Raffaella Carrà con "Caramba che fortuna". Ci vuole un freno: il governo intervenga subito".
La voce di un vescovo contro il dilagare delle lotterie. E' quella di monsignor Giuseppe Casale, arcivescovo di Foggia. In un appello, il presule invita il Governo "a porre un freno al boom delle giocate", e nello stesso tempo accusa apertamente la RAI di "amplificare eccessivamente le attese delle persone che giocano". Nell'appello monsignor Casale precisa di non condannare "chi in buona fede gioca la schedina settimanale o per diletto acquista di tanto in tanto un biglietto". Piuttosto è preoccupato "per l'eccessiva mitizzazione che la TV fa delle varie lotterie: è grave che sia proprio lo stato a diffondere, attraverso la TV, l'illusione del guadagno facile, del benessere alla portata di tutti, com'è successo per mesi con i miliardi distribuiti da "Caramba" o con le giocate del Superenalotto". Ricordando infine le fortunate vincite registrate a Peschici, Casale ha denunciato che ora "anche i pellegrini di Padre Pio si recano a Peschici per acquistare i biglietti. E' un contagio pericolosissimo".
(La Repubblica, 10 gennaio 1999)
UN DANNO ALLA RICERCA
Dulbecco al festival di Sanremo? "Povero divertimento, e povera scienza". L'Osservatore Romano boccia la scelta del premio Nobel a fianco di Fabio Fazio, controproducente per un serissimo personaggio che ha dedicato la vita agli studi: "E' la scienza ad esserne danneggiata, che scade a spettacolo". Per il giornale della Santa Sede una presenza-boomerang: "Come si fa a credere nella scienza che si presta a far divertire?".
(Corriere della Sera, 13 gennaio 1999).
PER LE LOTTERIE, "SCOMUNICA" DELL'OSSERVATORE ROMANO.
L'Osservatore Romano ha condannato duramente "la furia del gioco", che rischia di trasformare", ha ammonito, "gli uomini in bestie. I vari giochi che hanno la desinenza in 'otto'", ha scritto la Santa Sede, "sono gli arbitri delle nuove speranze e delle nuove fortune. Per quell''otto' si venderebbe l'anima. Non il corpo diventato ormai sostanza 'negligeable', ma l'anima, la suprema entità che distingue l'uomo dalla bestia". Ma non sono stati solo le varie lotterie e i vari superenalotto nel mirino del quotidiano. L'Osservatore Romano si scaglia anche contro gli stadi trasformati, a suo dire, "in campi di combattimento. Si mobilitano", scrive il giornale, "le persone che si recano ad uno pseudogioco con l'animo inviperito, pronto a scattare e uccidere, se occorre. Ecco, siamo alla ferocia".
(Il Resto del Carlino, 17 gennaio 1999)
FLORES D'ARCAIS: FILOSOFO DEL NULLA.
Filosofo del nulla, o meglio che "porta solo al nichilismo". Così L'Osservatore Romano, in un lungo articolo, apostrofa Paolo Flores d'Arcais, direttore della rivista bimestrale Micromega, accusato di aver scritto sulle pagine del suo periodico un "superbo ed impertinente" articolo sull'ultima enciclica di Giovanni Paolo II "Fides et Ratio". Per il giornale della Santa Sede, il commento di Flores d'Arcais al documento papale sul dialogo tra fede e cultura e scienza "è il più aspro e accanitamente preconcetto" che si sia letto, tanto che gli interventi del "filosofo spagnolo (laicista) Fernando Savater e del filosofo polacco Leszek Kolakowski, pur essendo critici (o ironici), sembrano al confronto garbati".
(Il Corriere della Sera, 19 gennaio 1999)
DERRICK DIVENTA CARDINALE CON UNA FIGLIA. IL VESCOVO: INSULTA I PRETI.
E' un cardinale destinato a fare scandalo quello interpretato da Horst Tappert, l'ex ispettore Derrick, per il film-TV prodotto dalla tedesca ZDF e da RAI-fiction. Il suo porporato nasconde un segreto: ha una figlia (e anche un nipote) nata da un peccato di gioventù. Già arrivano le prime critiche: "Si sta esagerando", dice monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo di Como. "Sarebbe ora che ci si fermasse. L'indagine psicologica di persone consacrate è un'occasione ghiotta, ma bisogna farla con misura. Credo si debba rispettare il diritto all'immagine di preti, suore e frati. Con la scusa dell'arte oggi si tende a far passare di tutto, anche produzioni dozzinali".
La trama de Il Cardinale, una produzione da 12 miliardi, ruota attorno alla figura di Clemens Roetger, un prete-teologo che riceve dalla Santa Sede l'investitura cardinalizia e l'incarico di redimere un vescovo che ha una relazione con una donna e convincerlo a lasciarla. Un giorno una ragazza in confessionale lo accusa di essere un prete indegno. Roetger scoprirà che questa non è altri che Ariane, sua figlia, nata da una relazione quando lui era giovane. La notizia lo mette in crisi e lo porterà a colloquio con il Papa, che si mostrerà molto comprensivo.
(Il Corriere della Sera, 19 gennaio 1999)
PER ANNULLAMENTO MATRIMONIO NON BASTA ESSERE STATI DELUSI
L'alcoolismo e la tossicomania del marito, la non avvenuta gravidanza, la mancanza di castità nella donna e la erroneamente presunta conversione dell'uomo alla fede cattolica sono motivi ritenuti validi dalla chiesa cattolica per decretare la nullità del matrimonio in base ad un "errore di qualità". Se cioè prima delle nozze queste caratteristiche sono tenute nascoste, volontariamente o meno, ad uno dei contraenti. Lo afferma il rapporto annuale della Rota romana.
(Agenzia Italia, 21 gennaio 1999)
NON SIATE EGOISTI: FATE FIGLI.
Le coppie non rinuncino per "edonismo ed egoismo" ad avere dei figli, e le autorità creino le condizioni - lavoro, alloggi, ambiente sano e sicuro - per favorire la nascita dei bimbi. Lo ha chiesto il Papa, nel giorno in cui la Chiesa celebra la giornata per la vita e all'indomani della sua condanna della fecondazione eterologa. Giovanni Paolo II ha dedicato la preghiera domenicale dell'Angelus ad una riflessione sul ruolo dei genitori nella trasmissione della vita, che li rende "collaboratori privilegiati dell'opera creatrice di Dio". Di fronte all'altezza del compito - ha osservato papa Wojtyla rivolto ai fedeli radunati in piazza San Pietro - è spontaneo pensare agli ostacoli che spesso si frappongono alla generazione dei figli: mancanza di un lavoro dignitoso, di un lavoro adeguato o di un ambiente di vita sano e sicuro che dire, poi - ha proseguito - di quei genitori che, obbedendo ad una visione egoistica e edonistica dall'esistenza, rinunciano volontariamente al dono e alla gioia di essere padri e mad
ri?". Da queste osservazioni è nato l'invito del Pontefice perché l'ultimo anno di preparazione al Giubileo, dedicato alla paternità di Do, "risvegli in tutti i genitori la gioiosa consapevolezza della loro grande vocazione alla paternità e alla maternità". Il Papa ha poi auspicato che lo stesso spirito "spinga le pubbliche autorità a creare un ambiente sempre più favorevole alla nascita di nuove vite". Giovanni Paolo II ha espresso anche apprezzamento per la dichiarazione di 400 docenti italiani contro la clonazione umana che gli è stata consegnata ieri e ha invitato i docenti a "proseguire nel cammino di elaborazione di una cultura dei diritti umani, difendendo la persona umana, fin dal suo concepimento, da ogni violazione della sua dignità".
(L'Unità, 8 febbraio 1999)
I "WRITERS": UNA CONNOTAZIONE DI MISTRO.
Il fenomeno dei graffiti metropolitani preoccupa anche il Vaticano. L'Osservatore Romano, ha deciso di analizzare quella che è definita "una misteriosa manifestazione socioculturale di fine millennio: forse un grido dell'anima contro l'indifferenza? I moderni graffiti metropolitani presentano una connotazione di mistero non solo perché provengono da autori ignoti che operano nella notte, ma perché il significato sembra continuamente sfuggire ad una piena comprensione e a qualunque giudizio definitivo".
(La Stampa, 14 febbraio 1999)
I PAOLINI RIABILITANO DARIO FO.
I cattolici riabilitano Dario Fo. A un anno dai durissimi attacchi dell'Osservatore Romano contro il drammaturgo milanese, pubblicati all'indomani dell'assegnazione del Nobel, nel mondo cattolico è maturata la decisione di "sdoganarlo". Lo fa la società editrice San Paolo che pubblica anche Famiglia Cristiana, il settimanale cattolico più diffuso. I Paolini hanno chiesto al premio Nobel di scrivere una riflessione sul "senso del passato". L'intervento di Dario Fo, che negli anni scorsi ha scritto testi teatrali come Mistero buffo giudicati blasfemi della Chiesa, apparirà sul prossimo numero di Letture, il mensile culturale della San Paolo.
(Corriere della Sera, 16 febbraio 1999).
PRETI CONTRO SUORE A "FURORE". IL VESCOVO: FEDE TRADITA.
Preti contro suore, in un'agguerrita gara canora. La puntata di Furore di venerdì prossimo dice addio a star e starlette, e si butta sui preti, capitanati da don Antonio Mazzi, vestiti con pantaloni e maglietta nera (con la scritta "mea culpa"), che sfideranno le "colleghe" suore, guidate da suor Paola. Gli autori del programma, Lo Vecchio e Pasquali, spiegano che hanno modificato qualcosa per non creare imbarazzo: canzoni pulite, come Azzurro e Nessuno ("ma a gentile richiesta dei preti abbiamo dovuto inserire Vita spericolata di Vasco Rossi); abolita la penitenza dello "sfottò"; balletti come Sister act (con le ragazze del corpo di ballo vestite da suore) in omaggio ai prelati. Ma resteranno le penitenze: uomini dedicheranno alla laziale suor Paola un bel "grazie Roma", il conduttore Alessandro Greco canterà La vecchia fattoria e ad uno a uno i religiosi risponderanno con un verso di un animale; o ancora don Mazzi e suor Paola duetteranno sulle note di Siamo la coppia più bella del mondo.
A tuonare sulla kermesse, è Alessandro Maggiolini, vescovo di Como. "Tutto questo il primo venerdì di Quaresima mi pare davvero un controsenso: pensare che noi vescovi proprio quel giorno raccomandiamo il digiuno televisivo A meno che non vogliano aiutare il digiuno ".
Monsignore, dunque non condivide la presenza in TV di religiosi?
"Io credo che i religiosi debbano fare il proprio mestiere. Non mi scandalizzo se vanno a cantare, ma lo trovo di cattivo gusto. Poi insomma avrebbe senso se andassero lì a eseguire due bei canti gregoriani in modo da stupire il pubblico. In questo modo si riscatterebbe il programma e si romperebbero davvero le regole. Tutto il resto non ha senso".
Spiega don Felice Riva, uno degli ospiti ed organizzatori della serata nonché assistente di don Mazzi nella comunità Exodus: "La nostra presenza è un inno alla gioia e alla vita. Il nostro messaggio per i giovani è: siamo adulti, ma non perdiamo il gusto di stare insieme e di giocare". Ma è il primo venerdì di Quaresima
"E' un modo diverso di viverla. Non occorre vestirsi di tristezza".
Cosa risponde a chi sostiene che voi religiosi dovreste fare altro?
"Che non siamo extraterrestri".
(Corriere della Sera, 16 febbraio 1999)
COLLETTI VIRULENTO, FLORES D'ARCAIS CAVILLOSO.
Lucio Colletti? "Virulento e cavilloso", come lo è un suo ex allievo universitario, Paolo Flores d'Arcais, ora direttore del periodico Micromega. Ad attribuire questi giudizi è Civiltà Cattolica, in un articolo di padre Giandomenico Mucci, dedicato alle reazioni degli intellettuali laici all'enciclica Fides et Ratio. Civiltà Cattolica apprezza invece lo stile con il quale Umberto Eco ha commentato l'enciclica papale parlando di atteggiamento "rispettoso". Tra i filosofi bocciati figurano "per la chiusura pregiudiziale e ipercritica" Carlo Augusto Viano e Gianni Vattimo. Tra gli intellettuali "promossi" per l'attenzione mostrata al dialogo tra Chiesa e cultura, figurano gli ex marxisti Salvatore Natoli e Giacomo Marramao, ma anche Pier Aldo Rovatti, Remo Bodei e Sebastiano Maffettone.
(Avvenire, 20 febbraio 1999)
SOFRI: PER LUI QUELLO CHE NON VALE PER ALTRI.
"Quel che vale per lui non vale per nessun altro", è il titolo di Avvenire a "qualche domanda sul caso Sofri"; articolo firmato da Massimo Bernardini.
Bernardini ha "l'impressione che quando Sofri è in gioco si buttano a mare anche le leggi che regolano questo scassato paese e pur condizionano la vita di migliaia di detenuti E' inutile negarlo, alcuni amici di Sofri contano e lo fanno pesare. Fino a sentire come una missione lo scardinare ordinamenti e opportunità, par condicio e fondamentali cautele giuridiche".
Per il giornalista di Avvenire si tratta !quasi di un nuovo via libera all'antica, mai superata legge del branco, o alla più recente tecnica della lobby .Le giuste critiche al fenomeno dei pentiti o al deprecabile protagonismo di alcuni magistrati non possono però trasformarsi nel cavallo di Troia di uno sconquassamento dello stato di diritto che, fino a prova contraria, va difeso anche al prezzo di sofferenze e potenziali ingiustizie; e chi fa fatica a ricondurre dieci sentenze a un unico, grande complotto, non può e non deve essere etichettato come un nemico di Adriano Sofri".
(Agenzia ANSA, 4 marzo 1999)
I GESUITI: I CLANDESTINI VANNO RIMANDATI A CASA
I Gesuiti chiedono che i provvedimenti d'espulsione degli immigrati siano davvero tali. Dopo l'appoggio del vescovo di Como alla Lega per il referendum anti-immigrati un'altra voce della chiesa si leva contro gli sbarchi di massa. "Fermare assolutamente i clandestini", anche rivedendo la legge del 6 marzo 1998 sull'immigrazione in modo da rendere effettivi i provvedimenti di espulsione ed estendendo il controllo almeno alle frontiere dei Paesi di provenienza". E' quanto sostiene La Civiltà Cattolica. "Dobbiamo avere il coraggio", scrive il quindicinale romano dei gesuiti, "di dirci che non si può andare avanti con progetti di accoglienza a metà, all'insegna dell'eterna emergenza, costringendo le centinaia di migliaia di immigrati che entrano nel nostro Paese a vivere in permanenza condizioni di vita suburbane". Proprio per rendere possibile un'accoglienza che non si limiti al permesso di soggiorno, occorre "controllare il flusso migratorio clandestino. Ma a tale scopo un Paese come il nostro, con migliaia di
chilometri di costa non può accontentarsi di controllare le proprie frontiere e il proprio territorio, ma deve estendere il proprio controllo anche alle frontiere e al territorio del Paese da cui i clandestini provengono". Per questo l'articolo di Civiltà Cattolica sostiene la necessità di rivedere la legge sull'immigrazione, "eliminando tutte quelle norme che impediscono alle procedure di respingimento e di espulsione di operare efficacemente".
(Il Mattino, 5 marzo 1999)
LE SENTENZE VANNO BENE SOLO SE IN SINTONIA CON UNA CERTA LINEA POLITICA
Il legale di Sofri ha annunciato la presentazione di un ricorso in Cassazione contro la decisione con la quale la Corte d'Appello di Brescia ha rigettato l'istanza di revisione del processo per l'assassinio del commissario Calabresi, per il quale sono stati condannati oltre a Sofri, anche Bompressi e Pietrostefani. Ma non è, ovviamente questa legittima richiesta di un ulteriore appello a provocare le polemiche, quanto il coro di critiche alla decisione dei giudici di Brescia levatosi da un ampio schieramento politico.
In questo caso, contrariamente a quanto accaduto in altre circostanze, per altre sentenze e con altri imputati, non si è esitato ancora una volta ad attaccare duramente i giudici, colpevoli di aver preso una decisione diversa da quella che alcune parti politiche si attendevano. Una posizione sconcertante, fatta propria anche da esponenti di partiti di Governo, che ripropone la carenza d'armonia tra i poteri dello Stato. Due pesi e due misure, dunque: le sentenze vanno bene se sono in sintonia con una certa linea, altrimenti sono "vergognose". Riteniamo doveroso sottolineare che in questa vicenda colpisce la totale mancanza di rispetto per la vittima, un servitore dello Stato, e per i suoi familiari.
(L'Osservatore Romano, 4 marzo 1999)
AUTOMOBILI E TV PEGGIO DELLA DROGA.
Automobile e televisione "peggio della droga". Sono le "dipendenze pericolose" indicate da don Antonio Mazzi, aprendo ad Assisi il decimo "Capitolo" di Exodus di fronte a 400 giovani ospiti dei 25 centri della comunità di recupero sparsi in tutta Italia. "Dalla droga e dal disagio si esce se si dà un significato profondo alla vita", ha detto don Mazzi, che ha posto l'accento sulla necessità di contestare "i valori falsi della società attuale, mentre occorre tornare alla semplicità". Secondo il religioso, "l'automobile è ormai diventata il nostro idolo e dipendiamo da essa". Un'altra "droga", è la TV, "perché siamo tutti dipendenti dagli stereotipi televisivi".
(Avvenire, 17 aprile 1999)
GESU' CRISTO ERA ALTO E VESTIVA CON CURA.
Gesù era alto e vestiva in modo accurato: secondo il teologo e vescovo del settore sud della diocesi romana, monsignor Rino Fisichella, sono dunque errate quelle descrizioni letterarie che vorrebbero Gesù basso e vestito con uno stile a volte trasandato. "Non mi piace questa immagine che affiora spesso in campo letterario di un Gesù piccolo, basso e anche sporco", ha detto durante la presentazione del libro Vita di Gesù di Ferruccio Parazzoli. "Sulla base delle scritture e del lino della Sindone sappiamo invece che Gesù era alto e che vestiva in modo accurato".
(La Repubblica, 30 maggio 1999)
IL VATICANO AVRA' LE SUE BOUTIQUE NEL CENTRO DELLA GRANDE MELA.
Già adesso New York è la città delle griffe più esclusive, dei designer di tutto il mondo, dei super negozi della Walt Disney, della Levi's e della Warner Bros. Ma tra un anno, nel panorama dello shopping urbano si aggiungerà un nuovo marchio e un nuovo "megastore": il primo negozio americano di proporzioni bibliche. Si tratta dell'inedita boutique del Vaticano. Venderà, con marchio papale, lenzuola, piatti, oggetti regalo, carta da lettere, piastrelle e repliche degli arazzi d'oltre Tevere. Un architetto sta cercando l'indirizzo giusto ( a metà tra Madison Avenue da Armani e Versace e la Times Square della Walt Disney). Il responsabile del marketing promette un arredamento "perfetto per il Vaticano, con tanto di affreschi e angioletti". Il Vaticano avrà diretto ad approvare la mercanzia e probabilmente porrà il veto ai cappeletti da baseball e alle giacche da motociclisti così di moda nei super negozi della Grande Mela. Così come ha già bocciato l'idea di vendere acqua minerale di una ditta che la voleva pr
omuovere come liquido benedetto. Il modello di New York farà scuola. Al primo negozio ne seguiranno oltre settecento in tutto il mondo. Ci saranno oggetti per tutte le tasche, da un minimo di diecimila lire per uncherubino fino al mezzo miliardo di lire per un'edizione numerata e preziosissima di copie delle monete antiche della Chiesa".
(Il Foglio, 10 giugno 1999)
RIABILITATO CESARE PAVESE
Riabilitazione totale per Cesare Pavese. E' l'ora di finirla, scrive infatti l'Osservatore Romano con i "pregiudizi" e le "cattiverie" sullo scrittore, la cui opera va finalmente riletta dalla critica letteraria, in primo luogo quella cattolica, senza "condizionamenti ideologici e politici", che dal 1950, anno del suo suicidio, sono invece stati "persistenti". In passato l'organo della Santa Sede non era stato tenero nei confronti dello scrittore e poeta piemontese, soprattutto per la sua militanza politica di sinistra e il laicismo professato pubblicamente. Lo spunto per la rivalutazione da parte dell'Osservatore Romano dell'autore di Il Compagno, è la recensione del libro Pavese. Tra l'assurdo e l'Assoluto, di Vincenzo Arnone. E' giunto il tempo, a parere del quotidiano del Vaticano, di riconoscere che "al di sotto del laicismo pragmatico dello scrittore" Pavese era nutrito di "un sincero anelito spirituale".
Per il quotidiano della Santa Sede non si può però prescindere dalla riflessione sul difficile rapporto di Pavese con Dio e la religione. Un rapporto negato che rivelerebbe a giudizio dell'Osservatore Romano, come per Pavese Dio sia stato "un dramma e solo un dramma, non un possesso sereno".
(La Repubblica, 8 luglio 1999)
IL LIBRO DI DACIA MARAINI: EROTISMO VOLGARE.
L'Osservatore Romano dedica un corsivo anonimo al romanzo Buio di Dacia Maraini, vincitore del premio Strega: "Questa volta", si legge sul quotidiano del Vaticano, "almeno un gruppetto di pagine va oltre i deplorevoli modelli in voga: erotismo del più sperticato, volgare e ingiustificato; un sentimento dilaniante e mortificante delle cose; nichilismo; violenza; basso ideologismo senza idee; internazionalismo linguistico sciatto; pittoricismo di una banalità da vignetta".
(Il Giornale, 10 luglio 1999)
LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO E' UN ABORTO
Un prodotto che impedisce l'annidiamento dell'ovulo fecondato o ne provoca la distruzione è abortivo, mentre la pillola anticoncezionale è un antifecondativo. Lo ribadisce sull'Osservatore Romano il teologo padre Bruno Concetti, che così commenta la distribuzione in Gran Bretagna della cosiddetta "pillola del giorno dopo", denominata Pc4. Pillola adesso approvata anche in Germania. Il teologo contesta l'affermazione che tale pillola sia "un contraccettivo di emergenza" che "previene la gravidanza nello stesso modo delle altre pillole anticoncezionali".
"E' la solita tesi", scrive padre Concetti, "sostenuta da quanti si ostinano a non ammettere che la vita di un essere umano ha inizio con la fusione dei due gameti".
"La diversità tra i due prodotti porta a differenti conseguenze. Nel caso della pillola comunque abortiva "si commette un delitto contro la vita di un essere umano che ha diritto allo sviluppo, nel caso della pillola anticoncezionale si commette un illecito morale e si lede uno dei fini del matrimonio, quello della procreazione, rendendo l'atto sessuale volutamente sterile".
(Il Corriere della Sera, 11 luglio 1999)
I GESUITI: L'INFERNO ESISTE, MA NON E' UN LUOGO.
"L'inferno non è un luogo". Cioè nn è da nessuna parte, e nemmeno vi è il fuoco (a differenza di quanto ritiene tra il 10 e il 20 per cento dei cattolici italiani). Ma esiste, anche se il 60 per cento dei fedeli dichiara di non crederci più. Lo affermano i gesuiti della Civiltà Cattolica, che al dibattito sull'esistenza della punizione eterna dedicano l'editoriale della loro rivista. L'inferno, spiegano, è "uno stato, un modo di essere della persona, in cui questa soffre le pene della privazione di Dio, che si chiama la pena del danno, e nella quale consiste l'essenza propria dell'inferno".
(Il Giornale di Sicilia, 15 luglio 1999)
IL PURGATORIO SECONDO WOJTYLA: C'E', MA E' UN LUOGO DELLO SPIRITO.
Dante lo descrive come una grande montagna che le anime penitenti devono scalare prima di ascendere in Paradiso; la tradizione cristiana lo ha sempre presentato come un luogo di penitenza reso parzialmente sopportabile solo dalla certezza che da quel luogo - il Purgatorio - un giorno si potrà essere ammessi al cospetto di Dio.
Montagne, luoghi di penitenza, siti di forzata purificazione: tutto archiviato. Da ieri, il Purgatorio, grazie a papa Wojtyla, cambia look. Completando una catechesi riservata nelle ultime settimane "a spiegare" la vita nell'aldilà, Giovanni Paolo II dedica l'udienza pubblica del mercoledì al Purgatorio e ricorda che, come il Paradiso e l'Inferno, "il Purgatorio esiste, ma non è un luogo fisico", bensì "uno stato dello spirito dopo la morte", una dimensione che è vissuta da tutti coloro che - prima di essere ammessi a godere la beatitudine divina - si devono ancora purificare in maniera perfetta grazie all'intercessione di Gesù e alle preghiere dei viventi.
"Quelli che vivono nello stato di purificazione, dopo la morte (nel Purgatorio), non sono separati da Dio, ma sono già immersi nell'amore di Cristo", che intercede per loro.
Inoltre, ha aggiunto, "le anime del Purgatorio non sono separate dai Santi del Paradiso né dai cristiani in vita.
Nelle precedenti udienze generali, il Papa aveva parlato del Paradiso e dell'Inferno, precisando che anche questi non sono luoghi fisici, ma "luoghi dello spirito". Nel Purgatorio, ha poi aggiunto, non vi è "un'ulteriore possibilità di cambiare il proprio destino". Chi vi arriva, infatti, è già in condizione di apertura a Dio, anche se in modo imperfetto. "Ogni taccia di attaccamento al male", ha sottolineato il Pontefice, "deve essere eliminata; ogni deformità dell'anima corretta". La purificazione, ha concluso, "deve essere completa, e questo è appunto ciò che è inteso dalla dottrina della Chiesa sul Purgatorio".
(La Repubblica, 5 agosto 1999)
I CATTOLICI: SI' A STAR TREK. FA RIFLETTERE SU DIO .
Star Trek, il telefilm di fantascienza, aiuta a riflettere su Dio. Così la pensa Studi Cattolici, mensile diretto da Cesare Cavalleri, membro dell'Opus Dei. "il tema della religiosità", si legge, "fa spesso capolino. In modo discreto, con gli interrogativi di tipo esistenziale che gli uomini dell'"Enterprise" si pongono".
(Il Corriere della Sera, 7 agosto 1999)
IL VADEMECUM DELLA CEI PER I DIPENDENTI PUBBLICI.
Senso di responsabilità, ma anche modestia comunicativa. Ecco le "virtù" di chi opera nel pubblico impiego, contenute in un sussidio dell'Ufficio della CEI "per i problemi sociali e il lavoro" e in un vademecum della Pastorale del lavoro di Torino.
Responsabilità: Prima virtù dovrebbe essere il "senso di responsabilità": cioè la "capacità di farsi carico di tutte le conseguenze delle proprie azioni", visto che le disfunzioni del pubblico impiego nuocciono alla collettività e soprattutto ai più "indifesi".
Esigenze dell'utenza: Il vademecum sollecita "competenza, professionalità, esperienza, cultura e anche pazienza". I lavoratori pubblici dovrebbero "soddisfare il bisogno o motivare l'impossibilità di soddisfarlo, dimostrando all'utente di non essere vittima di discriminazioni, soprusi o raggiri.
Funzioni del lavoro: L'impiegato deve avere la "consapevolezza dell'alta funzione del lavoro", che non è solo un mezzo di sopravvivenza, ma "crea sviluppo e contribuisce al benessere di tutti".
Servizio: Una "coscienza etico-professionale", correttamente formata, comanda prestazioni informate a "spirito di servizio".
Privilegio e servilismo: Il quinto comandamento prescrive di "non difendere il privilegio", e condanna i superiori che costringono i subalterni al "servilismo".
Modestia: "Svolgere la propria funzione con modestia", è condizione per sfuggire alla tentazione di prevaricare sul cittadino utente.
Comunicazione: Ultima regola: "sviluppare comunicazione e collaborazione", sapendo che il risultato "appartiene a tutta l'organizzazione".
(Il Corriere della Sera, 21 agosto 1999)
ANCHE I CANI VANNO IN PARADISO.
Fido andrà in Paradiso? Solo se si è comportato bene con il suo padrone. Davanti a Dio deve dimostrare di essere stato il migliore amico dell'uomo. Lo sostiene Brian McSweeney, vice cancelliere dell'Arcidiocesi di New York, in un dibattito dedicato alla sorte dei cani nell'aldilà lanciato dalla rivista americana per cinofili Dog Fancy.
Il sacerdote cattolico ha acceso così la polemica con religiosi appartenenti ad altre confessioni che sono intervenuti sulla rivista replicando alle sue tesi. "Il Paradiso è fatto per gli esseri umani. E la ragione per cui ci potrebbero essere anche i cani è a beneficio dell'uomo, non per loro", ha detto McSweeney. Ma allora secondo la Chiesa un cane deve avere necessariamente una relazione con un uomo per accedere alle glorie celesti, ha chiesto la giornalista allibita al religioso. McSweeney ha replicato con un'altra domanda: "Se un cane è su un'isola deserta e nessuno lo sa, andrà in Paradiso? Non so".
L'immagine del cane senza padrone, randagio sull'isola, ha sedotto anche un rabbino, che ha sviluppato l'argomento in questo modo: "Il cane sull'isola deserta "può" andare in Paradiso a patto che sia un buon cane". Insomma, quanto basta per provocare lo sgomento di chi ama il proprio cane più dei propri simili e collocherebbe volentieri all'Inferno il suo vicino di casa, piuttosto che Fido. Si ribella, infatti, Andrew Linzey, professore di Teologia all'Università di Nottingham in Inghilterra: "L'idea che un animale possa fare delle scelte morali è ridicola. Un cane non può essere chiamato a rispondere del suo comportamento. E' ovvio e teologicamente corretto che gli animali vadano in Paradiso. La vera questione è se gli uomini andranno in Paradiso. Dopo tutto gli animali non sono così peccatori, infedeli e violenti come noi".
E' d'accordo con il teologo Mary Buddmeyer-Porter, autrice di un libro dal titolo eloquente: Vedrò Fido nell'Aldilà?, che scandaglia a fondo il problema. La tesi sostenuta nel libro è che i cani vanno comunque in Paradiso perché sono senza peccato:
(Corriere della Sera, 1 settembre 1999)
NON SEMPRE E' GRAVE SE IL MARITO SI MASTURBA
Se un marito si trova lontano dalla moglie, nell'impossibilità di avere con lei "una relazione feconda" e, "a volte", si masturba perché "serve ad attenuare il desiderio ed a vivere con più serenità", sta a lui "valutare il gesto", per definire se è un atto "grave" dal punto di vista della morale cattolica. Lo scrive il teologo moralista domenicano padre Giordano Muraro, su Vita Pastorale, il mensile per i parroci del gruppo periodici San Paolo, in risposta a una lettera che gli esponeva tale problema. Comunque, aggiunge il domenicano, relegare la sessualità "alla sola dimensione del piacere solitario" è come avere una Ferrari e andare sempre in prima: non solo le viene impedito di esprimersi in tutta la sua potenza, ma col tempo si logora e viene così sciupato un gioiello della tecnica".
(Giornale di Sicilia, 7 ottobre 1999)
SESSO FINE A SE STESSO PORTA ALLA PEDOFILIA.
Una sessualità che è proiettata contro la procreazione ed è orientata verso la semplice autosoddisfazione può portare perfino all'omosessualità e alla pedofilia. Lo ha affermato monsignor Elio Sgreccia, direttore dell'Istituto di Bioetica dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Sgreccia ha fatto riferimento a studi ancora parziali, condotti sia in Italia che negli Stati Uniti, per osservare che "questo tipo di sessualità che tende ad evitare la famiglia, porta come conseguenza, alla vita sessuale extraconiugale, all'incremento della omosessualità, della contraccezione, dell'aborto e della sterilizzazione che rappresentano comunque mutilazioni della persona". Monsignor Sgreccia ha quindi indicato "come ultimo stadio di questa caduta la pedofilia che rappresenta una sofisticata forma di ricerca del piacere sessuale Occorre ripensare il ruolo della famiglia, perché avere un figlio non è una jattura o un danno. Anche alcune nazioni europee stanno mettendo premi per chi ha figli e stanno modificando le leggi s
ul lavoro proprio per favorire la procreazione".
(Mattino, 17 ottobre 1999)
RIFARSI IL SENO:UN ATTO IMMORALE.
Attrici e soubrette sono avviate. Rifarsi la bocca o il seno, allo scopo di provocare desideri lussuriosi nel pubblico maschile oppure per cercare successo e soldi, è una tentazione peccaminosa. E' quanto sostiene il teologo don Giannino Piana, ex presidente dell'Associazione teologia italiana per lo studio della morale, il quale precisa invece che è del "tutto legittimo" correggere difetti fisici o migliorare le proprie sembianze mediante il rimodellamento di parti del corpo. "Non si può escludere a priori la bontà dell'uso di tecniche della chirurgia estetica", sostiene don Piana in un articolo che appare su Jesus, rivista di cultura religiosa della Congregazione dei Paolini. Ma si deve evitare che il lifting divenga "un miraggio ossessivo, con ricadute fortemente negative, tanto a livello individuale che collettivo". Don Piana contesta l'ostentazione che della chirurgia estetica fanno soprattutto donne famose del mondo dello spettacolo, le quali condizionerebbero indirettamente l'opinione pubblica. Don Pi
ana assolve invece i comuni mortali che si rivolgono al chirurgo estetico solo per necessità: "La percezione di una corporeità non desiderata crea spesso un disagio psicologico, che può avere gravi ripercussioni comportamentali".
(AdN-Kronos, 21 ottobre 1999)
ZUCCHERO, 883, PIERANGELO BERTOLI: CANZONI DISEDUCATIVE
"Forse ha ragione Zucchero", e l'Azione Cattolica è colpevole di "ignoranza". Lo scrive l'Osservatore Romano, giornale del Vaticano. La critica è nata da un'iniziativa della stessa Azione Cattolica: la pubblicazione di una raccolta di 477 canzoni, fra le quali opere giudicate cristianamente "educative" e utili ispirazioni per i cori parrocchiali, ma ritenute esattamente l'opposto del giornale della Santa Sede.
Viene così stigmatizzato l'inserimento nella raccolta di cantanti come gli 883, veri "campioni del vuoto, o Zucchero, che alcuni anni fa esortava i ragazzi in una sua famosa canzone a salvarsi con la "libidine" dai danni dello stress e dell'Azione Cattolica; o come Ramazzotti, Nek, Di Cataldo; o anche la scelta di un Antonello Venditti che nel 1984 intonava a gola spiegata "non fermare ti prego le mie mani sulle tue cosce tese chiuse come le chiese quando ti vuoi confessare".
E ancora, incalza l'Osservatore Romano, perché proporre un autore come Pierangelo Bertoli che orgogliosamente si definisce "ateo e anticattolico", e canta versi "certo poco adatti a una formazione cristiana, per esempio per quanto riguarda l'aborto?".
Se le canzoni scelte, commenta amaramente il quotidiano organo della Santa Sede, costituiscono un "punto di riferimento per creare una nuova e più consistente sensibilità tra i giovani cattolici", si deve constatare tristemente che "la cultura del nulla" ha letteralmente stravinto".
(Corriere della Sera, 23 ottobre 1999)
NO AL PROFILATTICO.
No al profilattico in difesa della vita, perché "la sessualità è naturalmente la trasmissione della vita". Lo sostiene il cardinale Ersilio Tonini, intervenuto al congresso dell'Anlaids. "La chiesa non può fare diversamente e chiedermi di fare diversamente. L'importante è non guardarsi dai nemici, non dite che la chiesa è retrograda Tre le ragioni del NO. La prima è la preoccupazione della chiesa che sia conservata l'estimazione della vita: secondo la visione della fede, l'uomo è il fine dell'universo. La seconda ragione è il legame tra sessualità e fecondità; e la terza è legata al futuro, alle grandi potenzialità aperte dalla genetica, con la capacità dell'uomo di fabbricare l'uomo e di 'migliorarne la vita'. Una potenza di cui la chiesa non può non preoccuparsi".
(America Oggi, 29 novembre 1999)
LA FERILLI NUDA DERUBA IL SUO UOMO
Sabrina Ferilli nuda sul calendario di Max fa arrabbiare Famiglia Cristiana. Nella consueta rubrica "Lettere al Direttore", una lettrice scrive a don Antonio Sciortino, non soltanto accusando la celebre attrice di mancanza di senso del pudore, ma mettendo in dubbio anche i suoi sentimenti. "mi dispiace per te", scrive la signora indignata per tanta nudità esibita, nella lettera aperta alla Ferilli. "Forse non hai ancora amato; altrimenti non avresti privato il tuo uomo di ciò che è solo suo, per favorire milioni d'altri Vorrei far leva sul fatto che sei una donna, e una bella donna. Eppure, quanto hai perso esponenti allo sguardo di tutti? Ci hai pensato? O il miraggio della fama e del guadagno ti hanno accecata? Sono anch'io come tantissime donne: sappiamo essere belle, complici e seducenti nel momento dell'amore, ma per il nostro uomo, solo per lui".
Una dichiarazione forte, che potrebbe ricordare la mentalità musulmana quando impone alle donne di rivelarsi in pieno soltanto davanti al marito. Una dichiarazione che don Sciortino sottoscrive in pieno, approfittandone per rincarare la dose sull'imperante mania voyeuristica di fine Millennio.
"Parole forti", scrive il sacerdote nella risposta, "nate dall'esperienza, dette con il cuore, da donna a donna, che non hanno bisogno di commento". Ma don Sciortino non ignora che la Ferilli non è l'unica signora dei calendari: per il momento è soltanto la vincitrice della battaglia degli almanacchi che si svolge a colpi di copie tirate e miliardi di incassi. Incalzata a breve distanza da Paola Barale, fotografata come non era mai stata vista prima da Fabrizio Ferri; e da Alessa Marcuzzi, habitué dei calendari, di nuovo generosamente in mostra per Panorama. E ancora: Alessia Merz, nuda in controluce per il regalo di fine anno di Maxim, o Emanuela Arcuri, accattivante simbolo della femminilità per Gente Viaggi. E che dire della burrosa Valeria Marini, versione Marilyn Monroe per il calendario di Chi, firmato da David Lachapelle?
Don Sciortino non si lascia scappare l'occasione per dare una tiratina d'orecchi ai mass media "rei" di riservare "tanto spazio alle notizie sui calendari con nudi femminili, come se fosse un argomento di alto valore culturale o informativo: lo si vuol far passare per un fatto di costume, ma viene presentato senza il minimo senso critico, senza alcuna valutazione. Grazie alla nostra lettrice, chiediamoci dove sono finite le conquiste femminili degli ultimi decenni ora che la donna torna ad essere solo un oggetto di piacere, di desiderio, e se la società del prossimo Millennio la vogliamo costruire sull'esibizionismo patinato e virtuale o sull'amore vero, fatto di attenzioni concrete, di affetto, di dialogo, di gioie e dolori, affanni e consolazioni vissute insieme".
(Corriere della Sera, 8 dicembre 1999)
SALVARE LE NOZZE, ANCHE SE IL MARITO E' INCESTUOSO
Cosa deve fare una madre che si accorge che il marito abusa sessualmente dei figli? "Per prima cosa", risponde Famiglia Cristiana, "deve tentare ogni mezzo per far cessare questa pratica abominevole; solo allora, mossa dalla carità cristiana, per il bene della famiglia potrà salvare il matrimonio, cosa auspicabile. Solo se questo mezzo riesce inutile, la donna può chiedere la separazione".
(La Repubblica, 2 febbraio 2000)
BERTRAND RUSSELL INSENSATO.
L'Osservatore Romano della Domenica, inserto settimanale del quotidiano vaticano, pubblica un'aperta critica al filosofo inglese Bertrand Russell in occasione dei trenta anni della sua morte. Sotto il titolo "L'insensato profeta del desiderio", lo studioso Paolo Miccoli osserva: "A parere di Russell le religioni non possono accampare diritto di verità dal punto di vista della conoscenza umana. Tutto ciò che esse annunciano fa parte di un complesso di idee inverificabili, spesso disumane e repressive in quanto contrastano le giuste attese del desiderio di felicità naturale". Una visione "agnostica e antireligiosa", prosegue Miccoli, sotto cui "sta il rifiuto russelliano del cristianesimo in versione vittoriana di moralismo conformistico: ma questo agnosticismo non giustifica l'acredine polemica con la quale Russell, dimentico della lezione scettica e tollerante di David Hume, attacca la religione cristiana".
(Avvenire, 13 febbraio 2000)
INTERNET FAVORISCE LE DEMAGOGIE.
Preoccupazione per l'accesso ai media "di politici che presentano gli avversari in maniera fuorviante", per l'uso della libertà di espressione "per promuovere la pornografia e l'odio fra individui", per Internet che sminuisce il valore degli strumenti di informazione e "scoraggia i rapporti interpersonali": questi i punti di un documento del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali presentato in occasione del Giubileo dei giornalisti.
(Il Mesaggero 3 maggio 2000)
SI PUO' TRADIRE ANCHE VIA CHAT.
Si può tradire il coniuge anche on line. Lo sostiene il settimanale cattolico Famiglia Cristiana nella rubrica "Colloqui col padre". La morale sessuale e i principi che regolano il matrimonio cattolico non cambiano se eventuali violazioni avvengono on line anziché nella realtà fisica e materiale. Capita così che "tradire" il proprio coniuge su una chat linea equivale a un vero tradimento. Lo sostiene il settimanale dei Paolini diretto da Antonio Sciortino in una risposta sulle relazioni virtuali pubblicata nella autorevole rubrica di risposte ai lettori "Colloqui col padre". Per la chiesta tra una relazione vera e una virtuale fuori dal matrimonio non ci può essere differenza perché in base alla morale proposta da Gesù nel Discorso della Montagna, "i peccati hanno la loro radice nel cuore e non anzitutto nella esecuzione materiale delle scelte fatte dal cuore E per Gesù", ricorda il settimanale cattolico, "chiunque guarda una donna per desiderarla ha già commesso adulterio nel suo cuore". La morale evangelic
a, "in quanto privilegia l'interiorità, non si occupa meno di cattivi pensieri di quanto non condanni le cattive azioni". E se Internet ha cambiato le abitudini e i costumi di relazione, certamente non ha il potere di cambiare la morale cristiana.
(L'Unità 7 giugno 2000)
IMMIGRAZIONE.FAVORITE I CATTOLICI.
Favorire "l'afflusso degli immigrati cattolici", rispetto a quelli di religione musulmana "per salvare l'identità della nazione". E' netto e chiaro il suggerimento dell'arcivescovo di Bologna, cardinale Giacomo Biffi, che presentando al clero bolognese e alla stampa la sua dodicesima nota pastorale, ha chiesto che fra i criteri per "ammettere gli immigrati" non ci siano solamente quelli "economici e previdenziali".
Biffi ha più volte insistito sul carattere incompatibile di certi aspetti della cultura e della religione musulmana ed ha ricordato una sua vecchia intervista nella quale esortava l'Europa a ridiventare cristiana o diventerà musulmana.
Biffi ha parlato dell'immigrazione come una delle due sfide (la seconda è l'affermarsi di una cultura non cristiana) del Terzo Millennio ed ha ammonito lo stato "a fare bene i suoi conti". Per l'arcivescovo di Bologna infatti la minaccia musulmana non riguarda solo la chiesa. Il Cardinale ha messo in fila gli aspetti che portano ad "incompatibilità": forma di alimentazione diversa ("poco male"), diritto di famiglia "incompatibile con il nostro"; diverso giorno festivo; concezione della donna lontanissima dalla nostra, fino a praticare la poligamia; ma soprattutto "una visione integralista della vita pubblica con la perfetta immedesimazione tra religione e politica", che di solito proclamano, quando sono diventati preponderanti. Quindi per questo bisogna guardare alle condizioni di partenza dei "nuovi arrivati che non sono ugualmente propizie".
(ANSA, 13 settembre 2000)
BIFFI IL SAGGIO, VA CAPITO, COMPRESO
"Le parole del cardinale Giacomo Biffi sull'immigrazione? Sagge, molto sagge, vanno capite, non deformate ".
(Cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato della Santa Sede, Repubblica, 14 settembre 2000)