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Conferenza Rivoluzione liberale
Aduc Associazione - 18 settembre 2000
IL PARLAMENTO E LA POLITICA MUSICALE

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

URL: http://www.aduc.it

mailto aduc.it@aduc.it

Tel.055290606 - 0552302266

DA DOMANI IN SENATO SI COMINCIA A DISCUTERE CON UNA SONORA STECCA

Firenze, 18 Settembre 2000. E prevista domani, al Senato della Repubblica, la ripresa dei lavori, con l'esame di alcune proposte di legge sulla musica.

Ed e' anche di questo che si occupa il nuovo numero della rubrica quindicinale dell'Aduc -Stupidario parlamentare- curata dalla responsabile dell'ufficio stampa dell'associazione, Donatella Poretti.

La si puo' consultare al seguente indirizzo http:www.aduc.it/stupidario/index.html

La storia risale a quando l'allora ministro dei beni Culturali Walter Veltroni decise che lo Stato doveva assolutamente occuparsi della musica, presento' una proposta di legge dal sintomatico titolo "Interventi pubblici per le attività musicali".

In un crescendo di passaggi tra Stato e autonomie locali (federalismo?), si prevede come e perché occuparsi della musica; leggendo i titoli di alcuni articoli possiamo già farci un'idea: Finalità pubbliche delle attività musicali, Compiti dello Stato, Compiti delle regioni, dei comuni e delle province, Interventi pubblici per le attività musicali, Amministrazione centrale dello spettacolo, Centro Nazionale per la Musica (società costruita ad hoc il cui "capitale sociale é interamente sottoscritto dallo Stato"), e poi l'iscrizione obbligatoria all'albo, l'unico contratto collettivo nazionale...

Ovviamente questo provvedimento non e' l'unico che si interessa dell'argomento, ed infatti l'iter nelle varie commissioni -ed ora la discussione in aula- prevede anche altre proposte collegate.

Cosi' ci sono "quelli che la musica..." la conoscono davvero, capeggiati dal sen. Mele, che si concentrano nell'elencare i vari generi "Jazz, Rock, Blues, Folk, Pop, Rap, Hip Hop, Reggae, Etnomusic, e simili", dove resta solo un dubbio: cosa sono i "simili"?

Ma i Popolari con il sen. Polidoro propongono una sfida titanica cercando di regolamentare il numero di musicisti rispetto agli spettatori di un concerto: uno a duecento! Qualcuno deve essersi fatto due conti: un concerto a San Siro, 85.000 posti=475 musicisti, e cosi' l'articolo seguente spiega che per locali con capienza superiore a 1.200 posti non devono esserci meno di sei musicisti, fissando cosi' solo il tetto minimo! La sfida non si ferma, e si prevede la definizione del lavoro intermittente, lo sconto fiscale del 75% per i soli artisti italiani, e la penalita', sempre fiscale, qualora si finga di suonare dal vivo; manca un unico dettaglio: la dettatura degli spartiti e dei testi delle canzoni.

Ma se l'italianita' viene solo suggerita dalla proposta precedente, da destra il sen. Servello rilancia prevedendo trasmissioni radiofoniche che diffondano musica italiana in misura non inferiore al 60% del totale, poi comprende che ci sarebbe qualche problema per le tv e "laddove vi sia apparizione in video di artisti stranieri, a condizione che siano di chiara e riconosciuta notorietà internazionale, il tetto massimo di cui al comma 1 é ridotto al 20 per cento".

Ma una nota non puo' apparire che stonata, e' quella del "Fondo Nazionale" -gratta gratta- il Fondo che elargisce i soldi, e' sempre presente... e su quello cantano in coro!

Abbiamo cercato di capire dove potrrebbero essersi ispirati, e l'unico precedente storico -che poi ha fatto una certa scuola- e' quello dell'Unione Sovietica degli albori, quando nacquero i sindacati dei musicisti, dei poeti, degli artisti in generali, e quando dal piacere dell'arte si passo alla sua irregimentazione, sotto il paravento del diritto.

 
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