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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale David - 20 settembre 2000
Firenze ricorda E. Rossi
da la Repubblica edizione di Firenze

pagina 1

Firenze ricorda

Ernesto Rossi

uomo dellÆaltra Italia

Un grande laico, dimenticato dalle mode

Il convegno

FRANCA SELVATICI

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A 130 anni dalla breccia di Porta Pia sono sempre più flebili le voci che si levano a ricordare la caduta del potere temporale della Chiesa. In epoca di trionfante esaltazione del Papato di Roma, e di beatificazione di Papa Pio IX, dà quasi un brivido leggere le parole scritte da Ernesto Rossi nel 1964 nella prefazione di uno dei suoi libri più importanti, »Il Sillabo e dopo : »Io appartengo alla sparutissima schiera di coloro che credono ancora sia dovere di ogni uomo civile prendere la difesa dello Stato laico contro le ingerenze della Chiesa in Parlamento, nella scuola, nella pubblica amministrazione . Ernesto Rossi (18971967), fiorentino di adozione, ex studente del liceo Galileo, amico di Gaetano Salvemini e dei fratelli Rosselli, fu uno dei fondatori di Giustizia e Libertà e del Partito dÆAzione. Prigioniero per 13 anni del regime fascista, federalista convinto, economista liberale, nel dopoguerra fece parte del gruppo degli amici del »Mondo e fu nemico giurato dei »padroni del vapore , i grandi indus

triali ostili alle regole del libero mercato. Dopodomani, venerdì, Ernesto Rossi sarà ricordato in un convegno nellÆaula magna della facoltà di scienze politiche Cesare Alfieri. Interverranno Paolo Sylos Labini, Mimmo Franzinelli (vincitore del Premio Viareggio con il libro »I tentacoli dellÆOvra ), Antonella Braga, Giorgio Spini, Jean Marie Palayret. Vittorio Foa, malato, ha spedito una bellissima testimonianza: »Ernesto è nel mio cuore come sogno di una Italia pulita, in piedi, non genuflessa, non piegata alle mistificazioni e ai giochi di potere .

Non potrà intervenire, perché gravemente impedito, neppure il matematico Carlo Pucci, nipote di Ernesto Rossi e custode delle sue memorie, che, pur gravemente ammalato, è riuscito a costituire con un gruppo di amici e colleghi la Fondazione Ernesto Rossi e Gaetano Salvemini, che avrà sede nella sua casa in viale Volta, dove ci sono ancora i mobili della mitica nonna Elide e i burattini creati da Ernesto, instancabile disegnatore di pupazzetti. LÆarchivio di Ernesto Rossi è stato depositato presso lÆUniversità Europea, che si è impegnata, fra lÆaltro, a riversarne gli indici su Internet. Si è fatto di tutto perché le sue idee non vengano dimenticate. Del suo rigore, dÆaltronde, si ha sempre più bisogno in unÆepoca che sembra votata al compromesso. Per anni Rossi fu presidente dellÆArar, azienda per il rilievo e la alienazione dei residuati bellici: stabilì per sé uno stipendio bassissimo (un quarto rispetto a quello del suo direttore generale) e riuscì sempre a chiudere i bilanci in attivo. Allora si capisce

perché Foa scriva: »NellÆattuale rinuncia pensare, nel diffuso abbandono dei valori fondamentali della vita collettiva, la figura di Ernesto Rossi ci si presenta a volte come quella di un gigante solitario .

 
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