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Party Radical - 21 settembre 2000
Una nuova sanatoria edilizia?
from: pmg@dataduemila.it

Il divieto assoluto di edificazione nella fascia di 150 m. dalla battigia marina stabilito dall'art.15 della L.R. 78/76 è una delle poche norme che hanno resistito nel tempo a tutte le successive attenuazioni dei vincoli ostativi alla sanatoria delle costruzioni abusive originariamente introdotto dalla legge 47/85.

Si è partiti da una formulazione della legge giuridicamente ineccepibile ma praticamente inattuabile per giungere, attraverso una sequela di emendamenti, spesso a colpi di decreto-legge, ad un regime vincolistico molto permissivo che, ad esempio, non si applica a tutte le costruzioni realizzate prima dell'imposizione del vincolo. Per le costruzioni realizzate successivamente all'imposizione del vincolo la sanatoria è subordinata al nullaosta dell'autorità preposta alla tutela del vincolo, con l'ovvia eccezione dei vincoli di inedificabilità assoluta come è, appunto, quello previsto dall'art.15 della L.R. 78/76.

Ebbene, se sarà attuato il progetto dell'attuale giunta regionale siciliana, anche questo vincolo cadrà e decine di migliaia di costruzioni abusive, destinate alla demolizione senza alcuna possibilità di deroga, potranno essere sanate.

Vorrei premettere che io non sono contrario in linea di principio all'edificazione nella fascia dei 150 m. dalla battigia poiché ritengo che spesso un regime vincolistico irrazionalmente severo si rivela controproducente. Non basta emanare le leggi, bisogna anche applicarle e, se una larga maggioranza non adegua il proprio modo di pensare e di operare alle nuove disposizioni, queste finiranno per rimanere astratte dichiarazioni di principio senza alcun effetto pratico. E' anche vero che molte disposizioni in materia di tutela ambientale non sono il risultato di accurate e meditate analisi ma vengono emanate in condizioni di emergenza e sotto la spinta emotiva di gruppi oltranzisti: tali disposizioni da un lato equivalgono al chiudere la stalla dopo la fuga dei buoi e dall'altro pongono restrizioni esorbitanti a chi ha rispettato ed intende rispettare la legge. Così, per porre un freno alla speculazione selvaggia ed allo scempio dei litorali si introduce un divieto assoluto che impedisce la realizzazione di q

ualsiasi manufatto, indipendentemente dal suo reale impatto sull'ambiente, laddove sarebbe stata sufficiente una normativa molto severe sulle altezze, sugli indici di edificabilità e sulla sistemazione esterna (elevata piantumazione, cura del decoro delle costruzioni e delle opere accessorie, rispetto di canoni architettonici ben definiti, protezione ecologicamente compatibile dei litorali, ecc.) che consentisse l'edificazione a certe condizioni piuttosto di un divieto tanto assoluto quanto irragionevole.

Ciò premesso, devo dire però che sono contrario alla sanatoria e ciò per un motivo semplicissimo. L'Italia ha già dato troppi esempi di flessibilità della legge in tanti settori: ormai si è radicato nella coscienza collettiva il convincimento che la legge può essere serenamente violata perché, prima o poi, verrà una sanatoria che mette le cose a posto.

Nel settore edilizio non si fa in tempo ad annunciare un condono che fioriscono, come i funghi in questa stagione, nuove costruzioni che, per il fatto stesso di sorgere letteralmente dalla sera alla mattina, al di là della loro legittimità urbanistica, non inducono pensieri rassicuranti sul loro grado di sicurezza e stabilità: tuttavia, quando vengono sanate, si trova sempre un tecnico disposto a giurare sulla loro idoneità statica!

Pertanto almeno questa volta cerchiamo di rispettarla questa benedetta legge o, se si riconosce che essa impone un divieto abnorme, abbiamo il coraggio di emendarla, anche con effetto retroattivo.

E' vero che così facendo gli abusivi saranno premiati ancora una volta ma, se ricorrono le condizioni, anche coloro che finora hanno rispettato la legge potranno, come il commissario Moltalbano, costruire l'agognata casetta in riva al mare e, una volta tanto, non sarà verificata l'odiosa italica equazione: abusivo sta a furbo come onesto sta a fesso.

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Notizie utili

La legge 488 prevedeva per il duemila degli aiuti sugli investimenti all'industria e le regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia avevano fatto delle proposte relative alle attività estrattive, manifatturiere, di servizi, delle costruzioni e di produzione e di distribuzione di energia elettrica, di vapore e di acqua calda.

Queste domande presentate nell'anno duemila sono state approvate e da quest'anno il bando è stato aperto anche alle imprese di costruzioni, ma solo Basilicata, Campania, Sardegna e Sicilia sono riuscite ad entrare nelle graduatorie speciali che hanno una riserva di fondi disponibili.

Le agevolazioni della legge 488/92 sono ammissibili per la costruzione di nuovi impianti, ampliamento, ammodernamento, riconversione, ristrutturazione e riattivazione degli stessi. Sono escluse dall'agevolazione tutte le spese sostenute prima della presentazione della domanda e per le imprese di costruzioni non sono ammissibili le spese sostenute per i mezzi di trasporto.

Inoltre i soggetti beneficiari dovranno dimostrare di possedere una capacità finanziaria dimensionata all'investimento e di avere la piena disponibilità dell'immobile; in particolare dovrà essere documentata la proprietà di immobili del valore non inferiore al 50% dell'investimento a carico del privato e liquidità per il restante 50%.

 
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