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Conferenza Rivoluzione liberale
Aduc Associazione - 23 settembre 2000
INCENTIVI DEL GOVERNO ALL'AUTOTRASPORTO

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

URL: http://www.aduc.it

mailto aduc.it@aduc.it

Tel.055290606 - 0552302266

ACCORDI CORPORATIVI CONTRO CONSUMATORI E MERCATO

Firenze, 23 Settembre 2000. Il Governo ha approvato un decreto legge con cui ha concesso agli autotrasportatori uno sconto fiscale di 120 lire (Iva inclusa); in piu' ha esteso questi benefici al trasporto pubblico locale, tassisti, alla pesca e all'agricoltura.

Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.

Lo scopo del Governo sarebbe quello di non riversare i maggiori oneri sui prezzi e sulle tariffe, favorendo queste categorie che, di conseguenza, non dovrebbero aumentare i prezzi dei loro servizi: una teoria tutta da verificare, visto che, per esempio, gli ultimi dati dell'inflazione sui trasporti, ad agosto, danno questa voce tra quelle con la maggiore percentuale di aumento: 4,6.

Inoltre questo incedere del Governo rispetto alle categorie e non ai consumi, e' un modo che si sa dove comincia, ma non dove finisce: risponde a rapporti di forza e ricatti, non incentivando il mercato, ma irrigidendolo e verticalizzandolo. Il consumatore, praticamente non esiste, non e' un interlocutore che con le sue scelte muove e articola il mercato, ma un suddito di questa o quella politica, di questa o quell'altra corporazione.

In questa situazione, c'e' qualcuno che potrebbe dar torto, per esempio, alla categoria dei commercianti che, recandosi al lavoro consumano carburante che costa sempre di piu', e per questo aumentano i prezzi al dettaglio, a meno che non riescono ad ottenere dal Governo un'agevolazione come quella di cui stiamo parlando?

Non solo, ma la vita e' articolata, e -anche se la nostra Repubblica e' fondata sul lavoro- esiste anche il diritto al divertimento, al tempo libero, allo svago. Perche' gruppi di consumatori di discoteche, per esempio, non dovrebbero organizzarsi per chiedere al Governo una riduzione del prezzo del carburante che consumano per andare a divertirsi? E per chiederlo, magari, bloccare le strade per intere notti cosi' come hanno fatto i camionisti, anche se di giorno?

Non solo in considerazione della legge che e' uguale per tutti, ma anche del fatto che non si puo' impostare una politica ricavando soldi sempre ed esclusivamente dall'anello finale del ciclo produttivo e dei servizi (il consumatore e l'utente), ci sembra che il decreto del Governo sia una buona ipoteca per peggiorare la situazione: mette una toppa apparente e un bavaglio di carta a chi gli ha fatto la voce grossa, ma lascia intatto il problema di fondo: l'eccessiva fiscalita' sulla benzina, che, a nostro avviso, si affronta riducendola drasticamente e non dando contentini provvisori, tra l'altro subito bruciati dall'incoscienza degli equilibri internazionali che ruotano sull'Opec.

Lo ripetiamo: la fiscalita' sulla benzina dovrebbe essere al 20%, con la sola Iva. E' una richiesta eccessiva? Non crediamo. Anzi. Ci sembra molto razionale, perche' il nostro interlocutore -e' sempre bene ricordarlo- continua a farci pagare 425,74 lire ogni litro di benzina per questi contributi: 1,90 per la guerra d'Abissinia del 1935, 14 lire per la crisi di Suez del 1956, 10 lire per il disastro del Vajont del 1963, 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966, 10 lire per il terremoto del Belice, 99,84 lire per il terremoto del Friuli del 1976, 75 lire per il terremoto dell'Irpinia, 205 lire per la missione in Libano.

C'e' un motivo per cui non dovremmo chiedere la fiscalita' al 20% e denunciare gli accordi corporativi del Governo contro i consumatori?

 
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