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Partito Radicale Rinascimento - 25 settembre 2000
CAPEZZONE SUL RITORNO DI "PORTA A PORTA" E SULLA "DOTTRINA VESPA"

Quello che segue è il testo dell'articolo di Daniele Capezzone che sarà pubblicato domani sul quotidiano "L'Opinione".

Terminata la cosiddetta 'pausa estiva', e tornata la 'politica', torna ora anche la 'telepolitica'. Riprenderà presto Santoro (che presumiamo ancora impegnato, in queste ore, a Belgrado, a difendere la 'democrazia' serba e la presidenza Milosevic dall'ingerenza e dall'imperialismo occidentale); riprenderà Biagi (a cui -ne dà conto una zelante e zelota cronaca de 'Il Corriere della Sera'- Pino Arlacchi ha già promesso, per gli alti meriti conseguiti con lo speciale 'antidroga' di qualche mese fa, la nomina ad ambasciatore ONU); riprende Bruno Vespa, che ha illustrato dalle colonne de 'Il Tempo' e de 'Il Messaggero' il suo 'programma di governo'.

Lasciamogli subito la parola.

'Il Tempo': 'Mi auguro che non si ripetano gli spiacevoli conflitti dello scorso anno su una legge, la par condicio, che certamente sarà modificata'.

'Il Messaggero': 'Siamo una tribuna? Assolutamente no. E mi pare che entrambi gli schieramenti abbiano capito che è utile ragionare sulle coalizioni'.

Ancora 'Il Messaggero': 'Daremo voce a tutti, ma seguendo criteri informativi'.

Proviamo a trarre insieme una morale dal Vespa-pensiero.

L'anno scorso, in particolare nel corso della campagna elettorale per le regionali, non si è verificata una serie di violazioni di legge senza precedenti, tali da determinare caterve di denunce contro 'Porta a porta' e persino (fin tanto che rispetto delle norme e dignità civile non hanno ceduto il passo ad altro) pronunce di condanna da parte dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni: no, ci sono stati solo 'conflitti spiacevoli', e si spera che chi li ha provocati (i soliti radicali privi di bon ton, che non possono essere invitati nei telesalotti proprio perché, denunciando, a salotto hanno mostrato di non saperci stare), quest'anno, abbia almeno il buon gusto di non perseverare.

Il Parlamento deve cambiare la legge sulla par condicio, e cambiarla subito, possibilmente secondo le mie ('mie', di Vespa, si capisce) indicazioni: spazio alle due coalizioni, al Polulivo, e gli altri a casa, ché si fa prima. Che poi, il 6 aprile scorso, l'Authority abbia classificato Porta a porta come una trasmissione di comunicazione, e l'abbia cioè equiparata alle regole delle tribune, poco importa. Le decisioni dell'Authority sono come i semafori a Napoli: poco più o poco meno di un consiglio.

Nel frattempo, daremo voce a tutti, ma, sia ben chiaro, con juicio: 'seguendo criteri informativi'. Traduzione: così come alle elezioni del parlamento padano vigeva una regola semplice, quella per cui votava chi voleva, quando voleva e quante volte voleva, allo stesso modo, nel salotto di Vespa, si siede chi dice lui, quando lo dice lui, e quante volte a lui pare opportuno. Chiaro, no?

Fuor di scherzo -e Vespa non scherza affatto- la stagione televisiva riprende così, sotto questi auspici.

E ancora fuor di scherzo -e neanche noi scherziamo: Vespa lo sa bene, e lo capirà sempre meglio-, il danno arrecato alle donne, agli uomini, ai cittadini da personaggi come Bruno Vespa può e deve essere considerato come fra i più gravi che un paese civile possa soffrire. Il mancato rispetto del bene della lealtà informativa, delle leggi, la sistematica riduzione delle norme scritte a carta straccia -per non dire altro-, è infatti la causa prima del grave declino civile, culturale e politico della società italiana. Di conseguenza, in uno Stato democratico, molto più dei ladri di denaro, proprio i ladri di legalità, di diritto e di democrazia dovrebbero incorrere (nel caso di Vespa, sarebbero già dovuti incorrere), secondo quanto è chiaramente stabilito nei nostri Codici, nel massimo delle pene più gravi. Ma questo apparirà sicuramente 'eccessivo' e 'stravagante' a quanti, innanzitutto tanti 'liberali', sono abituati a liberarsi con estrema facilità dell'ingombro del diritto e delle regole, e sono divenuti l'a

nima stessa del regime illiberale di cui Vespa è ciambellano e portavoce.

Daniele Capezzone -Direzione dei Radicali-

(dcapezzone@hotmail.com)

 
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