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Conferenza Rivoluzione liberale
Partito Radicale Rinascimento - 28 settembre 2000
QUELLO CHE SEGUE E' IL TESTO DELLA LETTERA INVIATA QUESTA MATTINA DA DANIELE CAPEZZONE AL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI VIGILANZA RAI MARIO LANDOLFI.

Alla cortese ed urgente attenzione

del Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai

on. Mario Landolfi

Roma, 28 settembre 2000

Signor Presidente,

con la piena ripresa della stagione politica e di quella televisiva, stiamo assistendo al progressivo ritorno delle grandi trasmissioni di approfondimento politico della Rai. Ritornerà presto Michele Santoro; ritornerà lunedì prossimo "Il fatto" di Enzo Biagi; è già tornato, com'è noto, il "Porta a porta" di Bruno Vespa, il quale, come non Le sarà sfuggito, proprio lunedì mattina, ha illustrato dalle colonne de "Il Tempo" e de "Il Messaggero" il suo "programma di governo" per quest'anno, e forse anche per la prossima legislatura.

E' il caso di lasciargli subito la parola.

"Il Tempo": "Mi auguro che non si ripetano gli spiacevoli conflitti dello scorso anno su una legge, la par condicio, che certamente sarà modificata".

"Il Messaggero": "Siamo una tribuna? Assolutamente no. E mi pare che entrambi gli schieramenti abbiano capito che è utile ragionare sulle coalizioni".

Ancora "Il Messaggero": "Daremo voce a tutti, ma seguendo criteri informativi".

Mi è già capitato di trarre pubblicamente una triplice morale da queste dichiarazioni.

Per Vespa, l'anno scorso, in particolare nel corso della campagna elettorale per le regionali, non si è verificata una serie di violazioni di legge senza precedenti, tali da determinare caterve di denunce contro "Porta a porta" e persino (fin tanto che rispetto delle norme e dignità civile non hanno ceduto il passo ad altro) pronunce di condanna da parte dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni: no, secondo lui, evidentemente, ci sono stati solo "conflitti spiacevoli". Ed è sperabile -si intuisce- che chi li ha provocati (i soliti radicali privi di bon ton, che non possono essere invitati nei telesalotti proprio perché, denunciando, a salotto hanno mostrato di non saperci stare), quest'anno, abbia almeno il buon gusto di non perseverare.

Il Parlamento -dice, ordina Vespa- deve cambiare la legge sulla par condicio, e cambiarla subito, magari secondo le sue indicazioni: spazio alle due coalizioni, al Polulivo, e gli altri a casa, ché si fa prima. Che poi, il 6 aprile scorso, l'Authority abbia classificato "Porta a porta" come una trasmissione di comunicazione, e l'abbia cioè equiparata alle regole delle tribune, poco importa. Per Vespa, notoriamente, le decisioni dell'Authority sono come i semafori a Napoli: poco più o poco meno di un consiglio.

Nel frattempo, sarà data voce a tutti, ma, sia ben chiaro, con juicio: "seguendo criteri informativi". Traduzione: così come alle elezioni del parlamento padano vigeva una regola semplice, quella per cui votava chi voleva, quando voleva e quante volte voleva, allo stesso modo, nel salotto di Vespa, si siede chi dice lui, quando lo dice lui, e quante volte a lui pare opportuno. Chiaro, no?

Fuor di scherzo -e Vespa non scherza affatto- l'anno televisivo riprende così, sotto questi auspici.

La nostra opinione su Vespa, del resto, è nota: il danno arrecato alle donne, agli uomini, ai cittadini da personaggi come lui, da chi ogni giorno offende il bene della lealtà informativa, delle leggi, delle norme scritte, riducendole a carta straccia, può e deve essere considerato come fra i più gravi che un paese civile possa soffrire, e, in uno Stato democratico, molto più dei ladri di denaro, proprio i ladri di legalità, di diritto e di democrazia dovrebbero incorrere, secondo quanto è chiaramente stabilito nei nostri Codici, nel massimo delle pene più gravi.

Resta comunque la questione della prossima stagione televisiva, che non vogliamo rassegnarci a consegnare all'arbitrio e alle scorrerie dei Vespa. Ora, è noto che, in base alla recente normativa sulla par condicio, le trasmissioni politiche si distinguono in due grandi categorie: trasmissioni di "comunicazione" e trasmissioni di "informazione". Ora, delle due l'una. Se "Porta a porta" (come Biagi, Santoro, ecc.ecc.) viene fatta rientrare nella prima categoria, come a noi appare assolutamente certo -e come ha del resto affermato, il 6 aprile scorso, la stessa Authority-, nulla quaestio: si dovrà applicare la stringente normativa fissata dalla legge 28 e dai successivi regolamenti. Ma quand'anche fosse classificata come trasmissione di "informazione", non per questo risulterebbe sottratta agli obblighi fondamentali di correttezza, completezza, obiettività e imparzialità dell'informazione solennemente affermati dalla legge 103 del 1975, dalla legge Mammì, dalla stessa legge sulla par condicio, oltre che dalla

Convenzione, dal Contratto di servizio e da una serie di delibere della Sua Commissione. Tertium non datur. E, in particolare, non può essere ammesso il "tertium", da Vespa scientificamente ricercato, di uno spazio, il suo, trasformato in una zona franca, e sottratto per misteriose ragioni all'applicazione delle leggi dello Stato.

RingraziandoLa sin d'ora per l'attenzione, e auspicando un Suo intervento su questa delicata ma -mi sembra- chiarissima questione, Le invio i miei migliori saluti.

Daniele Capezzone

 
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