Roma, 28 settembre 2000
"Non ho visto i servizi sulla "pedofilia" della Rai-Tv. Dalle reazioni della politica e del giornalismo italiani e financo delle istituzioni, constato che evocare (più che mostrare) immagini che dimostrerebbero il carattere letteralmente assassino, letteralmente criminale, letteralmente mostruoso di organizzazioni operanti anche in Internet ( e, dunque, in tutto il mondo) facendo leva sul mercato pedofilo offenderebbe, ferirebbe la sensibilità "dei bambini".
Queste reazioni, non l'informazione, sono in questo caso mostruose, criminali, offensive e pericolose per "i bambini", e per l'intera nostra società. Queste reazioni, non le immagini evocate dalla Tv, sono criminogene, di aiuto all'immondo mercato che pretendono colpire.
Quando crude, mostruose realtà umane vengono "combattute" conferendo loro la violenza di tabù, si accresce il quoziente mostruoso, criminale, tremendo di quella realtà, contro la quale ci si mobilita.
La menzogna, il celare la verità, non rendono forti, liberi, responsabili e "maturi" né le società che ne impongono l'uso, né gli individui che così si pretende di proteggere.
La scienza e la conoscenza ci dicono che la pedofilia è fenomeno diffuso nella società in primo luogo attraverso rapporti familiari. Il cuore del problema e del flagello è innanzitutto qui. Mettere in guardia tutti, a cominciare dai bambini, contro i pericoli letali del suo sfruttamento organizzato con mezzi e con fini di criminalità organizzate è doveroso, non solamente legittimo. Per il resto, possono esservi "errori" di misura, di gusto, di intenzioni.
Da verificare e da discutere: non da anatemizzare, in un clima incivile da contro-riforma.
Dalle viscere della nostra storia stanno riemergendo e affermandosi riflessi barbari, violenti, ciechi, suicidi.
Come quelli che stanno imponendo la valanga di dimissioni da parte di giornalisti della Rai-Tv. Le loro dimissioni vanno per intanto respinte, in attesa di un giudizio serio, responsabile, civile tanto quanto incivile, barbaro e violento è il riflesso politico ed istituzionale che li ha costretti a queste dimissioni".