Torino, 30 settembre 2000
A seguito del voto 'a maggioranza' della Giunta per le Elezioni che ha approvato la proposta di convalida della Consigliera Nicoletta Albano - rendendo di fatto compatibile la carica di sindaco con quella di consigliere regionale, contro una precisa disposizione della legge 154/81 - Bruno Mellano, consigliere regionale radicale e Presidente della Giunta delle Elezioni, incontrerà lunedì 2 ottobre, alle ore 16.30, il Prefetto di Torino, dott. Achille Catalani.
Bruno Mellano ha dichiarato:
"La signora Nicoletta Albano, sindaco del Comune di Gavi (AL), eletta al Consiglio Regionale per FI il 16 aprile scorso, dopo 142 giorni dalla sua proclamazione non ha provveduto a optare per l'una o l'altra carica, come è previsto dalla legge.
Mercoledì scorso la Giunta delle Elezioni doveva quindi vagliare un caso sul quale erano già emersi evidenti profili di incompatibilità, come è testimoniato dagli stessi verbali delle precedenti sedute; in quella sede la Casa delle Libertà, pur di salvare il doppio seggio per l'Albano, ha scelto di 'disapplicare' una precisa e univoca norma di legge che stabilisce espressamente l'incompatibilità fra la carica di sindaco e quella di consigliere regionale, e, anziché contestare l'incompatibilità, ha sostenuto che, per questo solo caso, non doveva trovare applicazione una legge - la 154/81 - adottata per la verifica delle condizioni di eleggibilità e compatibilità di tutti gli altri consiglieri regionali. Basti pensare, a titolo di esempio, che il capogruppo di FI Cattaneo - oggi accanito sostenitore della 'inapplicabilità' della 154 - proprio sulla base di quella legge rassegnò le dimissioni dalla carica di assessore provinciale e di consigliere dell'ATR per assumere quella di consigliere regionale.
Per questi motivi, lunedì incontrerò il Commissario di Governo e Prefetto di Torino, dottor Achille Catalani, al quale intendo riferire su quanto è accaduto, sollecitando un suo intervento sulla base di precedenti sentenze della Corte Costituzionale che hanno affrontato i casi di "condiscendenze da parte di maggioranze consiliari benevole che, o non assumono alcuna iniziativa o, se sollecitate a farlo, la risolvono a favore dell'eletto" (sentenza Corte Cost, 21.04.1989 n.235)."
Per informazioni: Bruno Mellano (0329.593.36.78)