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Conferenza Rivoluzione liberale
Donvito Vincenzo - 6 ottobre 2000
E' sconcertante la tua analisi e la tua lettera.
Che elementi hai per dire:

"Non dico che il delitto non sia da attribuire alla sinistra estrema di allora; e specificatamente a qualche elemento di Lotta Continua. " ... per poi far intendere che qualunque militante di Lc potrebbe essere stato, ma Sofri, Bompressi e Pietrostefani no, perche' c'e' solo la testimonianza di Marino (tra l'altro pentito in odore di bisogno di soldi, in un periodo in cui i pentiti sono ben pagati ... quindi potenzialmente con l'alito cattivo).

Mi sembra, senza entrare tanto nel particolare, che stai perdendo il filo del garantismo, per attorcigliarlo al tuo personale convincimento che Sofri e compagni sono innocenti, anche a spese del sistema giudiziario italiano.

Io non sono convinto che Sofri sia innocente, ma per questo non son convinto che sia colpevole (i dubbi che tu esterni non sono campati in aria). Ho vissuto fianco a fianco con i compagni di Lotta Continua in quegli anni, guardato strano perche' radicale, sapevo tutto quello che sapevano loro (anche cose inenarrabili), ma per questo non mi sento di dire che quegli ambienti fossero forieri di assassinio politico. Anzi, ti ricordo che la bravura di Adriano Sofri fu proprio nel decidere di sciogliere il movimento Lc, perche', oltre ad aver esaurito la funzione per cui era stato costituito, stava scivolando sul fronte guerrigliero ... e non era quello il suo terreno.

Detto questo, credo che la vicenda Sofri sia chiusa dal punto di vista politico e giudiziario: politico perche' il fatto che Sofri sia il mandante o meno, non cambia di una virgola l'attuale politica, e in politica (scusa il bisticcio) e' questo che conta; giudiziario perche' questa e' la giustizia e la procedura italiana, e in questo processo non ci sono piu' gli elementi per continuare, se non diventando macchiette di se stessi (la vignetta di Giannelli oggi sul Corsera e' molto esplicativa). Se poi vuoi trasportare la soluzione della vicenda in un ipotetico sistema giudiziario -che ne so: proudhoniano- entriamo nell'ambito della filosofia: accettabile, ma irrisolutivo.

Rimane aperta dal punto di vista storico, e quindi va affrontato con i crismi tipici di questa scienza, che non possono correre dietro i tempi della giustizia, della politica e dell'attualita': l'unico che puo' farlo -perche' e' decisamente preparato, in tutti i sensi anche al di la' del fatto che si tratti di una vicenda in cui e' coinvolto direttamente- e' Adriano Sofri. Spetta a lui decidere se farlo in galera o meno, perche' questa decisione non puo' piu' essere appannaggio delle istituzioni checche' lui stesso continui a pensarlo.

E' evidente che io peroro che lo faccia dall'esterno, perche' si puo' decisametne fare meglio. Ma io non sono Adriano Sofri.

ciao

 
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