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Conferenza Rivoluzione liberale
Aduc Associazione - 28 ottobre 2000
PREZZO BENZINA RECORD

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

Associazione per i diritti degli utenti e consumatori

URL: http://www.aduc.it

mailto aduc.it@aduc.it

Tel.055290606 - 0552302266

IL GOVERNO POTREBBE INTERVENIRE, MA NON LO FA PERCHE' -OLTRE A SE STESSO IN QUANTO AGIP/IP- DOVREBBE SCONTENTARE QUALCUN ALTRO ...... E CI SONO LE ELEZIONI POLITICHE ALLE PORTE ....

Firenze, 28 Ottobre 2000. La benzina e' arrivata a livelli record. Tutti sono preoccupati, ma nessuno in Italia fa niente, sperando che si muova qualcosa a livello Opec e, a cascata, succeda altrettanto nel nostro Paese.

Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.

Ci rendiamo conto che al di fuori dell'Italia il nostro Governo, in materia, non conta niente se non come suddito/consumatore, ma in Italia c'e' e potrebbe, ma non fa, perche' fare potrebbe scontentare questo o quell'altro, un sindacato quanto un imprenditore del cartello condannato a suo tempo dall'Antitrust, tra i quali brilla lui stesso (Agipi/Ip).

Questa ineluttabilita' attendista, se fosse in un bimbo potremmo parlare di persona sprovveduta, ma quando e' nel Governo di un Paese non si puo' non parlare di inezia, complicita' e responsabilita'.

Tutti i problemi che c'erano nel settore, sono rimasti al palo, nessuno e' stato affrontato e, ovviamente, con un'economia generale che a livello internazionale fa acqua (il livello dell'Euro e i cambi con l'Usd, non sono una nostra invenzione), la situazione si e' aggravata, e non siamo cosi' disincantati da credere che siano solo fenomeni al di fuori della portata del nostro Governo.

Sta di fatto che:

- l'Antitrust lo scorso giugno ha condannato il cartello "Unione Petrolifera/Stato" ad una multa di 640 miliardi per aver artefatto il mercato con i loro accordi: il ricorso al Consiglio di Stato e' stato fatto, ma la condanna c'e' stata, il reato continua ad essere consumato e non si fa niente non tanto per punirli (perche' comunque occorre attendere il secondo giudizio) ma per sospendere la messa in opera di questo cartello;

- il piano di ristrutturazione della rete e' al palo, perche' si e' scelta la strada di dover accontentare tutti (la mitica concertazione) e non si accontenta nessuno. E non si prende assolutamente in considerazione che il ridimensionamento dei costi non puo' avvenire se si considera il prodotto petrolifero al centro della sua distribuzione, ma solo se viene equiparato a qualunque altro prodotto e, quindi, immesso nei canali gia' esistenti e altamente concorrenziali di altre distribuzioni (per esempio quella alimentare);

- il Fisco continua imperterrito ad essere il maggiore avvantaggiato da questa situazione, perche' la sua fetta di quasi 70% rimane invariata, ed aumentando i prezzi, aumentano, in valore assoluto, anche i suoi introiti. E continua la farsa dello sconto di 50 lire per legge e, negli introiti fiscali, di quelle 425,74 lire al litro che i consumatori continuano a pagare per la guerra d'Abissinia, la crisi di Suez, il disastro del Vajont, l'alluvione di Firenze, il terremoto del Belice, del Friuli e dell'Irpinia, e per la missione in Libano.

Tre situazioni in cui, Opec o non Opec, si potrebbe intervenire, quantomeno per lenire una situazione che, di riflesso, sta incidendo su tutto il Paese (la benzina e' tutt'altro che un prodotto di nicchia). Ma non lo si fa, perche' la filosofia "concertazionista" impone l'immobilismo, a maggior ragione in vista delle elezioni politiche dell'anno prossimo. E' chiaro che le preoccupazioni del ministro Letta (che continua ad esternarle come unica risposta), oltre che ridicole e inutili diventano preoccupanti..... come specchio delle sue capacita' e volonta'.

 
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