ma inciampano nello spamOggi su:
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Si è parlato di "partito telematico" per il movimento guidato da Emma Bonino, ma per la campagna di informazione sulle elezioni on line sono stati inviati migliaia di messaggi di posta elettronica non richiesti. Le mosse degli organismi di controllo e la posizione ufficiale del coordinamento radicale
di Marco Mazzei
MyTech Milano 31 ottobre 2000
Abbiamo segnalato qualche tempo fa l'iniziativa del "Comitato di coordinamento dei radicali" che aveva deciso di utilizzare Internet come strumento di democrazia diretta. Infatti, 25 membri del comitato saranno eletti on line. Dopo le elezioni dell'Icann, un interessante caso nazionale di uso della Rete.
Il recente congresso del movimento a Chianciano ha indicato regole e scadenze per le votazioni (dal 5 al 20 novembre: presentazione liste elettorali; dal 21 al 30 novembre: campagna elettorale; dall'uno al 6 dicembre: votazioni; dal 14 al 17 dicembre: nuovo comitato con approvazione dello statuto ed elezione degli organi dirigenti) oltre a sottolineare l'importanza strategica di Internet anche per la politica del futuro. Tanto è vero che si è parlato di "partito telematico".
Il primo atto pubblico del partito, però, è stato uno spam. In altre parole, un uso illecito e improprio della posta elettronica, un invio indiscriminato di messaggi non desiderati né tanto meno richiesti. Nel caso specifico, un invito a partecipare alle votazioni on line. In molti hanno ricevuto nelle settimane scorse il fatidico messaggio "Toc toc. Sono Emma Bonino..."; in moltissimi lo hanno ricevuto più di una volta, anche decine di volte. Siccome gli utenti Internet (almeno quelli più esperti) sono piuttosto sensibili di fronte allo spam, la cosa è stata notata e segnalata alle organizzazioni che si occupano di lotta contro lo spamming. Basta fare una ricerca negli archivi della naming authority italiana (l'organismo che si occupa, tra le altre cose, di violazioni della netiquette) per verificare la portata del fenomeno.
Dopo le proteste sono arrivate anche le mosse ufficiali, con tanto di segnalazione al Garante per la protezione dei dati personali, che è stato chiamato a dare un parere sulla vicenda. In particolare, un parere sull'uso di indirizzi "pubblici" (cioè disponibili da qualche parte sul Web o nei newsgroup).
Nella lettera al Garante che abbiamo indicato sono anche presenti molti collegamenti verso siti di approfondimento, con riferimenti a norme e valutazioni in ambito europeo. A proposito di Europa, un'iniziativa interessante contro lo spam è Eurocauce: The European Coalition Against Unsolicited Commercial Email è un'organizzazione di volontari che si batte per eliminare dalla Rete i messaggi di posta elettronica non richiesti.
Tornando ai Radicali, che cosa dicono i diretti interessati, ovvero i dirigenti del movimento? Marco Cappato, coordinatore del comitato, risponde alle domande dei navigatori Internet in un "filo diretto" aperto nel sito; tra le - moltissime - questioni sollevate, c'è anche quella dello spam, con domande di molti navigatori. Le risposte di Cappato si possono riassumere così:
se qualcuno ha ricevuto più di un messaggio, si è trattato di un errore del quale il movimento si scusa
se qualcuno ha ricevuto il messaggio attraverso una mailing list, si è trattato di un errore del quale il movimento si scusa
gli indirizzi di posta elettronica sono stati presi da spazi pubblici (il Web), non acquistati
In altre parole, Cappato non si nasconde dietro un dito. Ammette lo spam (perché di spam si tratta), ma lo spiega e - in qualche modo - lo giustifica da un punto di vista politico. Ecco alcuni brani tratti dalle risposte presenti nel "filo diretto":
"Capisco la ratio della netiquette. Abbiamo però preso tutti gli accorgimenti per non sovraccaricare eccessivamente i singoli provider. Credo anche che, in prospettiva, con il potenziamento delle connessioni, che è in corso a ritmi rapidissimi, e lo sviluppo dei software di filtraggio, la gestione delle email diventerà presto (per molti già lo è) una cosa semplice e rapida, anche rispetto alle email non sollecitate"
"Mi pare che la violenza che stiamo subendo giustifichi questa parziale violazione della netiquette, proprio perché la libertà di espressione e il diritto a conoscere ed essere conosciuti sono importanti almeno tanto quanto il diritto alla privacy"
"L'operazione sarà pure stata maldestra, ma non mi pare che nei tempi che ci siamo dati si potesse fare molto meglio"
Interpellato da Mytech sull'argomento, Marco Cappato ha confermato queste considerazioni, spiegando più nel dettaglio la posizione del movimento. I Radicali ritengono che l'Italia sia governata da un "regime antidemocratico" e che "l'illegalità sia costantemente esercitata" contro il movimento; si riferisce agli spazi sui media e alla possibilità di far conoscere le proprie idee. Cappato parla anche - citando un ex presidente della commissioni di vigilanza sulla Rai - di "genocidio politico" ai danni dei radicali. Che cosa c'entra tutto questo, cioè la politica, con Internet? Per Cappato le due questioni non possono essere distinte. Nel senso che la violazione - grave o solo parziale - della netiquette non è nulla in confronto all'aggressione subita dal movimento che rappresenta.
Abbiamo fatto presente a Marco Cappato che se tutti i movimenti o le organizzazioni o anche i privati cittadini che - a torto o a ragione - ritengono di essere vittime di ingiustizie o abusi mandassero milioni di e-mail probabilmente Internet cesserebbe di funzionare dopo qualche istante, ma il coordinatore non ha ritenuto così aggressiva l'operazione del proprio movimento. Tanto è vero che ha voluto sottolineare che lo spam è stato portato avanti con attenzione per non intasare i server dei provider e, conseguentemente, la Rete. Cappato ritiene anche che la netiquette dovrebbe essere rivista in chiave contemporanea: Internet è più veloce e più stabile, quindi può sostenere anche un certo tipo di traffico. Dal canto loro gli utenti hanno a disposizione sistemi per filtrare la posta non desiderata.
Ognuno ha la possibilità di giudicare e di farsi un'idea, anche girando un po' sul sito del movimento. Noi vorremmo solo dire che - proprio a livello politico - non ci sembra un'ottima idea puntare su un mezzo come Internet e, come primo atto, violare una delle "norme" chiave della Rete: a noi la netiquette sembra ancora attuale così com'è e - anzi - siamo davvero convinti che le regole della rispettosa convivenza siano state fondamentali per lo sviluppo di Internet. Insomma, se i radicali possono pensare di utilizzare oggi un mezzo così potente è anche perché c'è stata quella netiquette a proteggerlo da chi - genericamente - voleva solo usarlo come un megafono.
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